Dopo lo stop pandemico, riprende “SportIN Tour”, la manifestazione itinerante che unisce le gare nelle diverse e sempre più numerose discipline sportive a convegni, stage e incontri, nell'ottica di realizzare benessere, socialità, inclusione...

Lo sport è cultura, benessere, socialità, inclusione. Non lo scopriamo certo oggi, ma forse lo stiamo imparando a capire un po’ meglio dopo due anni di pandemia che hanno stravolto vite e abitudine di tutti. D’altronde, ci si rende conto veramente di quanto qualcosa sia importante solo nel momento esatto in cui, quella cosa, si rischia di perderla. Così è stato con il Covid che ha messo sotto ogni aspetto in ginocchio il mondo e nel nostro caso l’Italia.

Abbiamo imparato a conoscere meglio il termine “resilienza”, poi quello di “ripartenza” e nel micromondo Us Acli quest’ultimo è stato certificato dal ritorno dello “SportIN Tourr”. Le finali dei vari campionati nazionali del nostro Ente sono da sempre il sipario sulla stagione sportiva e dopo due anni di stop tornare a Pesaro per due weekend con oltre 2500 atleti e 6 mila presenze alberghiere vuol dire solo una cosa: la voglia di sport è tanta e ora spetta a tutti gli attori protagonisti soddisfarla.

COM’E’ CAMBIATO LO SPORT

Un’altra cosa sembra altrettanto certa, dopo il primo lockdown nulla sarà mai come prima perché la pandemia ha messo a nudo dati preoccupanti che vedono l’Italia come il quinto paese più sedentario d’Europa e ha costretto atleti, enti di promozione sportiva, federazioni sportive, dirigenti e politici a ripensare il modo di fare sport. Sono cambiate le abitudini e le attività praticate, non a caso nello SportIN Tour 2022 ha fatto il suo esordio il padel, disciplina che più di altre ha tratto giovamento dalle restrizioni della pandemia.

Le zone con le quali l’Italia è stata divisa, le differenze tra sport indoor e outdoor o tra sport individuale e di squadra hanno ridefinito il concetto di pratica sportiva amatoriale dal 2020 a oggi. Si sono riscoperti gli spazi pubblici e i parchi, a discapito di palestre e piscine sempre più in sofferenza e che ancora oggi tentano una faticosa ripartenza. Un’indagine di Sport e Salute del 2021 non a caso dimostra come un italiano su tre post pandemia ha cambiato il suo sport di riferimento e che il 57% dei partecipanti allo studio che dopo il lockdown pratica ancora la stessa attività motoria, ha comunque cambiato il modo in cui la svolge.

E se durante il primo lockdown a farla da padrone sono stati gli allenamenti in casa grazie a un uso esponenziale dei social media e di internet, ora l’indirizzo sembra un altro: diminuisce infatti la propensione a fare attività fisica nelle proprie abitazioni a favore dei parchi, mentre non cresce l’interesse per gli impianti sportivi. Al boom del padel fa seguito quello dell’arrampicata sportiva, in grado di diventare federazione nel dicembre 2021, mentre a farne le spese sono stati sport come il calcetto, il basket e la pallavolo. Sport di squadra e di contatto le cui limitazioni in pandemia hanno messo a rischio la tenuta del sistema.

COME CAMBIERA’ ANCORA

La campagna vaccinale ha dato una mano, seppur parziale, a tutte queste discipline che più di altre hanno faticato a rimettersi in piedi o restare in vita. Un aiuto concreto ora deve arrivare dal Governo e non solo sotto forma di ristori. Perché lo sport cambierà ancora e la necessità principale è quella di avere un paese nella cui cultura è presente quella sportiva. L’ingresso in Costituzione, ad esempio, può rappresentare un primo passo.

La sottosegretaria Valentina Vezzali si augura che l’iter sia completo entro la fine della legislatura per quello che sarebbe un traguardo storico e che cambierebbe il modo di approcciarsi con lo sport. “Ripenso alla me bambina e a quella maestra che sosteneva che lo sport facesse male e fosse una perdita di tempo. Sono passati tanti anni e fortunatamente c’è un'inversione di tendenza - ha spiegato la Vezzali dopo l’ok della Camera a ddl sulla tutela dello sport nella Costituzione - Mi auguro che quello che stiamo facendo possa entrare nella cultura dei professori che non devono obbligare i ragazzi a scegliere tra studio e sport”.

L’obiettivo, dunque, è intercettare la domanda di sport fin da piccoli e la novità dell’ultima legge di bilancio è volta a questo con l’inserimento del maestro di educazione motoria nelle scuole a partire dalle classi 2022-23 per tutte le quinte elementari. Una piccola riforma che sarà accompagnata anche da quella del lavoro sportivo che “merita una disciplina ad hoc” ha detto la Vezzali durante il convegno organizzato dall’Us Acli nel secondo weekend dello SportIN Tour a Pesaro. “Per decenni il legislatore ha disciplinato soltanto la prestazione sportiva professionistica, senza pensare a quella dilettantistica e la mancanza di una disciplina sostanziale ha determinato assenza di tutele. I correttivi che stiamo applicando al decreto 36 del 2021 che attuando la legge delega del 2019 puntano a dare risposte alle diverse aree dello sport”. Insomma, educazione, formazione, regolamentazione e promozione dello sport diventano le armi in nostro possesso per fronteggiare il cambiamento e dare una risposta a un sistema, quello sportivo, che rappresenta uno dei pilastri del welfare italiano ed equivale al 30% del sistema del terzo settore.  

L’Us Acli di nuovo in pista https://pop.acli.it/images/USACLI.jpg Redazione POP.ACLI