Il 13 maggio del 1978 il Parlamento italiano approvava la legge 180, meglio nota come “legge Basaglia”, che impone la chiusura dei manicomi e regolamenta il trattamento sanitario obbligatorio, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici...

Già dall'articolo 1 si rende immediatamente evidente l'intento di non concepire più la legislazione psichiatrica come un corpus di norme separato nell'ambito della normativa sull'assistenza pubblica, ma al contrario come una parte organica della legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), che sarebbe stata approvata il dicembre dello stesso anno. L'articolo prende infatti in considerazione i trattamenti sanitari obbligatori (TSO) disposti per qualsiasi causa sanitaria, anche non psichiatrica (quale può essere ad esempio quello disposto per malattie infettive come il colera). Il legislatore del 1978 si propone di eliminare qualsiasi distinzione nel modo e, in parte, nelle sedi del trattamento tra malattia mentale ed ogni altra infermità. Questa scelta rientra nel più vasto tentativo di porre fine alla discriminazione dei malati di mente e di considerarli alla stregua degli altri malati, rendendo effettivo il principio di uguaglianza dei cittadini anche in tale ambito.
Coerentemente, l'art. 2 stabilisce che il Trattamento sanitario obbligatorio per malati di mentesia da considerarsi come un'eventualità del tutto eccezionale, e non devono violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana e dei suoi diritti fondamentali, così come disposto dall'art. 32 della Costituzione...

Franco Basaglia...
Franco Basaglia è uno dei più noti psichiatri moderni, le cui idee innovative sancirono la fine della vecchia concezione di psichiatria e, soprattutto, del vecchio concetto di cura psichiatrica.

«Il più grande merito di Franco Basaglia è stato quello di restituire dignità alla malattia mentale, non considerando il paziente come un oggetto da aggiustare, ma una persona da accogliere, ascoltare, comprendere, da aiutare, e non da recludere o da nascondere» (https://www.stateofmind.it/2019/01/franco-basaglia/).

«Sul muro di un vecchio edificio diroccato all'interno dell'ex ospedale psichiatrico di San Giovanni, a Trieste, campeggia una scritta rossa a caratteri cubitali: "La libertà è rivoluzionaria". Poco distante un altro edificio giallo in ottimo stato presenta una scritta analoga: "La libertà è terapeutica". I due murales sono entrambi opera dell'artista Ugo Guarino, che negli anni settanta aveva preso parte alla lotta dello psichiatra Franco Basaglia per la riabilitazione dei malati mentali culminata poi con la Legge 180 del 1978 che decretava la chiusura dei manicomi...
Nel 1961 Basaglia vinse il concorso per l'ospedale psichiatrico di Gorizia, dove attuò nuove regole: abolì le contenzioni fisiche e l'elettroschock, inaugurò un nuovo rapporto col paziente basato sull'ascolto, sul sostegno morale. I pazienti venivano fatti parlare e ascoltati. Istituì assemblee plenarie e di reparto. La parola e l'ascolto ricoprivano ruoli fondamentali. Bisognava però abituare gli assistiti a parlare, poiché ne avevano perso l'abitudine...
I frutti dell'esperienza troveranno sbocco in quello che diventerà il libro simbolo del movimento di Basaglia: L'istituzione negata. Rapporto da un ospedale psichiatrico. Nel 1969 venne chiamato a Parma presso l'ospedale psichiatrico di Colorno...
Nel 1971 Basaglia accettò la direzione dell'ospedale psichiatrico di Trieste, un'enorme struttura nell'immediata periferia della città che ospitava 1182 malati di cui 840 sottoposti a regime coatto.
Basaglia si mise all'opera: l'obiettivo era spezzare l'isolamento dei degenti integrandoli nella città grazie a soluzioni alternative di cura (e non di contenzione). Forte delle esperienze di Gorizia e Parma, aveva ben chiaro che per attuare un cambiamento profondo era necessario un piano politico. Bisognava chiudere letteralmente il manicomio e distribuire gli assistiti in una rete di servizi esterni. Far entrare i “matti” in città e i cittadini negli spazi del manicomio. Lavorare ponendo la persona al centro. Prevenire e curare, non escludere e reprimere. Così si organizzarono i “gruppi appartamento, prima all'interno del comprensorio e poi in città (destando le proteste dei triestini). Si mirò a responsabilizzare i malati, a renderli autonomi. Nel 1973 arrivò il riconoscimento giuridico della Cooperativa Lavoratori Uniti che offrì agli ex reclusi la possibilità di mantenersi occupandosi della pulizia e manutenzione dei reparti, del parco, delle cucine.
Nello stesso anno nacque Psichiatria Democratica, un movimento anti-istituzionale di confronto fra le diverse realtà di cura alternativa. Vi si avvicinarono non solo i medici, ma anche infermieri, politici, sindacalisti, studenti, gente comune. Intanto nei padiglioni del parco si organizzavano corsi creativi di pittura e scultura, di scrittura e teatro per gli assistiti. I “matti” venivano fatti uscire, partecipare alle iniziative della quotidianità cittadina o a brevi villeggiature fuori porta. Si cercava di normalizzare la loro esistenza. Ovviamente non era sempre facile, c'era paura sia da parte d ei “malati” che dei “sani”, ma la direzione era quella giusta, e in breve il parco di San Giovanni si aprì alla città: si organizzavano feste, concerti, attività culturali. Nel marzo del 1973 prese forma Marco Cavallo, un'opera collettiva, un cavallo azzurro di cartapesta nato nei laboratori artistici dell'ospedale grazie alle idee dei ricoverati. Azzurro come il cielo libero e con i sogni dei malati nella pancia. Per farlo uscire, Basaglia in persona dovette spaccare un cancello. Quindi, il corteo con seicento persone fra utenti e operatori si snodò dal manicomio a piazza Unità, il salotto buono della città, affermando simbolicamente e con forza la propria esistenza...
Il dibattito sui manicomi arrivò in Parlamento, ma se da un lato le frange più progressiste dei partiti erano favorevoli all'abrogazione dei manicomi, ci si doveva comunque confrontare con i timori della gente comune e con l'opposizione dell'ala politica più conservatrice. Il 13 maggio 1978 venne infine approvata la Legge 180, scritta e promossa dal deputato DC e psichiatra Bruno Orsini e meglio nota come Legge Basaglia, che portò alla chiusura dei manicomi...».
(Tratto da: Martina Tommasi, 12 maggio 2023, Storicang.it)


LEGGE 13 maggio 1978, n. 180, Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori

13 maggio 1978. Il Parlamento italiano approvava la “legge Basaglia” https://pop.acli.it/images/Parlamento_ACLI_13mag1978.jpg Redazione POP.ACLI