Servono politiche ambientali e climatiche coraggiose e interventi concreti senza perdere ulteriore tempo...

Il 2021 purtroppo è stato un altro anno sprecato in tema di rinnovabili: il mercato è cresciuto in Italia rispetto ai pessimi risultati del 2020, ma di certo non quanto ci si aspettava e sperava. Questi risultati ci allontanano, per giunta, sempre più dal raggiungimento degli obiettivi al 2030 (72% di fonti rinnovabili nella generazione elettrica secondo le ultime indicazioni del Piano per la transizione ecologica) e ancor di più da quelli del 2050.

Sono ripartite le installazioni di nuovi impianti fotovoltaici ed eolici, ma in quantità di poco superiore al 2019 e sicuramente non ai livelli di molti altri Paesi europei. Il ritmo di crescita per entrambi non è tale da far pensare di arrivare ad un parco eolico e fotovoltaico utile al rispetto degli obiettivi posti. Oltre a dei tassi di installazione maggiori si rendono necessarie una semplificazione normativa, soprattutto nelle autorizzazioni, e dei percorsi meno articolati per arrivare agli incentivi, in particolare ora che sempre più appare chiaro il ruolo che le energie rinnovabili si possono ritagliare nel mitigare il prezzo dell’energia.

Quasi tutti i nuovi progetti legati al PNRR, presentati al MITE con un iter accelerato introdotto dal governo Draghi, restano in stand by perché mancanti di approvazione. Sono ben 508 i progetti di energia rinnovabile in attesa di risposta. Per la maggior parte trattasi di impianti per il fotovoltaico (367), più della metà sono fermi alla prima fase, la verifica amministrativa. Identica situazione per i progetti presentati per eolico e idroelettrico. Il processo di verifica dei requisiti è davvero un percorso ad ostacoli. Una volta appurata la regolarità il progetto passa alla commissione Pniec-Pnrr, un organo di 40 commissari di nuova istituzione (inizi 2022) creato per avere un canale preferenziale per i progetti delle rinnovabili legati ai fondi europei. Superata la verifica di questa commissione i progetti devono ottenere il via libera del MIBACT insieme al MITE; qui una parte di progetti si arena in nome dell’eterno conflitto “energia vs paesaggio”.

Anche se le rinnovabili rappresentano una grande occasione per incrementare la competitività dell’Italia, potendo influire positivamente su una netta riduzione della nostra dipendenza energetica e garantire il raggiungimento di livelli molto competitivi del costo dell’energia non mancando di certo risorse come il sole e il vento, pare che il nostro Paese abbia scelto di insistere su di una transizione energetica ancora basata sul gas fossile.

Sono più di 120, infatti, le infrastrutture a fonti fossili che, secondo Legambiente, sono in valutazione presso il Ministero della Transizione ecologica tra centrali a gas fossile, metanodotti, nuove trivellazioni e rigassificatori. Dato che significherebbe un persistere nella corsa al gas invece di concentrarsi su interventi e politiche concrete per accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Il cambiamento climatico sta accelerando la sua corsa e intensificando i suoi terribili effetti: come dimenticare l’estate siccitosa che ha colpito in particolare il Nord del Paese (con gli incendi che hanno distrutto ampie aree boschive) e poi le alluvioni, da ultima quella che ha messo in ginocchio le Marche.

Servono interventi concreti senza perder ulteriore tempo, politiche ambientali e climatiche coraggiose, decisioni prese per il bene della nostra Casa comune dimenticando interessi di parte, iniziando da una legge che elimini i sussidi alle fonti fossili.

Anche Papa Francesco nella Laudato Sì (165) ci ammoniva: ““Sappiamo che la tecnologia basata sui combustibili fossili, molto inquinanti – specie il carbone, ma anche il petrolio e, in misura minore, il gas –, deve essere sostituita progressivamente e senza indugio.” Ed è il motivo per cui ancora nel 2020 il Vaticano ha invitato le istituzioni cattoliche a disinvestire dalle società di combustibili fossili dato il loro danno all’ambiente. Per i cattolici disinvestire e non contribuire alla distruzione della casa comune è un imperativo; si può così contribuire a ridurre l’utilizzo di fonti di energia non pulite, che provocano il surriscaldamento del Pianeta e alimentano la crisi climatica. Da allora sono numerosi gli istituti religiosi di tutto il mondo che hanno fatto questa scelta.

I problemi legati al conflitto in corso in Ucraina e alla conseguente carenza di gas dalla Russia, hanno visto l’Italia scegliere invece come soluzione l’utilizzo sempre maggiore di fonti fossili da altri paesi grazie ai gasdotti e ai rigassificatori. Scelta di certo dannosa per il clima e non vantaggiosa da un punto di vista economico. Mentre era il momento giusto per investire con ancor più convinzione e regole semplificate su sole e vento per dare risposte al nostro fabbisogno energetico.

La conversione del settore energetico in fonti rinnovabili eviterebbe l’immissione in atmosfera di 47 milioni di tonnellate di CO2, aiuterebbe a ridurre il caro bollette oltre che a creare numerosi posti di lavoro nel settore delle energie “pulite”.  Ci paiono motivi più che validi per osare di più in questo campo e progettare una più netta e rapida conversione a fonti rinnovabili in grado di garantire un futuro alla nostra Terra e l’energia indispensabile per la nostra vita.

Il passaggio a un’energia più pulita può essere una possibilità per tutti noi anche attraverso le nostre più semplici scelte quotidiane e grazie alle novità tecnologiche: alternative sostenibili, economicamente vantaggiose e anche in linea con le economie di una famiglia media. Si può, infatti, essere protagonisti nella transizione energetica a partire da piccoli gesti come procurarsi un pannello solare portatile (magari da installare in terrazza) con cui ricaricare i propri device e utile in tutte quelle situazioni in cui si può avere bisogno di energia elettrica fuori casa. Ogni singolo cittadino può quindi partecipare al necessario cambiamento per arrivare a non dipendere più dalle fonti fossili nel più breve tempo possibile.

Sulle rinnovabili l’Italia segna il passo https://pop.acli.it/images/FONTI_RINNOVABILI-compressed.jpg Redazione POP.ACLI