Libertà non è star sopra un albero: libertà è partecipazione...

Giogo, schiavitù, servitù, sottomissione. Parole buie e opprimenti che suscitano paura, impotenza e soggezione.  Chi, oggi, vorrebbe essere sottomesso e ridotto a schiavitù? Essere schiavi riporta a tempi antichi, quando la vita non aveva valore e le persone erano merce da usare, sfruttare e poi eliminare. Come si concilia tutto questo con l’amicizia, l’amore, la simpatia umana? Oggi non lo riusciamo quasi ad immaginare, se non dentro storie dei tempi andati, qualcosa che possiamo guardare con il giusto distacco perché a me, a noi, per fortuna, è capitata un’altra storia, un altro tempo, un altro luogo. Meno male!

Noi siamo liberi! Liberi di scegliere cosa studiare, chi frequentare, cosa pensare. Non temiamo costantemente per le nostre vite. Noi siamo liberi! Che bella cosa! Ma a quale prezzo? La libertà ha un costo, o è un bene e un diritto che ci è dato? 

La storia umana è piena di racconti dell’orrore: anche la più luminosa nasconde nelle sue pieghe gocce di sangue e di dolore. Dentro la storia, così come per la vita, convivono bene e male. Coesistono libertà e schiavitù: ieri, oggi e temo anche domani. Vivere liberi ha sempre un prezzo. La libertà è un bene fondamentale: un dono da riconoscere, custodire e da far crescere. Attiene alla dignità della persona che, guidata dalla volontà e dalla ragione, può scegliere tra il bene e il male. Per questo ha un prezzo: perché nel mondo il bene e il male coesistono e dipende da ognuno di noi quale strada scegliere. 

La libertà ha quindi un prezzo: il costo da pagare è quanto vogliamo investire sulla nostra coscienza. Se non ce ne curiamo la coscienza, nella libertà, rischia di imboccare strade di male. Se invece, curiamo ed investiamo nella ragione e nella volontà, guidati da pensieri di bene, possiamo creare i presupposti per una vita veramente libera. Più si fa il bene e tanto più si è liberi. Ma questa condizione individuale non basta. La libertà richiede uno sforzo in più: un balzo in avanti che superi la nostra individualità per creare, per tutti, condizioni di giustizia vera che sono il presupposto per una vita veramente libera.

Per questo la libertà ha un prezzo. Perché non può essere una condizione privilegiata di pochi ma un terreno su cui far germogliare le potenzialità di tutti, così da concorrere al bene comune che, la parola già lo dice, è il bene per tutti. Per questa ragione la libertà presuppone la partecipazione, come cantava Gaber diversi anni fa: partecipare perché mi interessa, perché ciò che è per me è anche per l’altro, chi mi sta accanto ma anche chi vive lontano, perché l’ingiustizia fa male anche a me che vivo libera e felice e questa libertà e felicità non sarà mai piena se non condivisa con chi, ancora oggi, soffre il peso della schiavitù e dell’oppressione. Evviva la libertà!

La parola: Libertà https://pop.acli.it/images/APRILE/libert_e_partecipazione.jpg Redazione POP.ACLI