La scelta di fondare la Repubblica sul lavoro non si limita solo all'articolo 1, ma permea l'intera Costituzione italiana…

L'articolo 1 della Costituzione Italiana rappresenta la pietra angolare su cui si fonda l'intero edificio giuridico e sociale dello Stato italiano. Nella forte affermazione con cui si apre la norma fondamentale viene incardinato il principio che i costituenti hanno posto a guida del tessuto sociale ed economico dell'Italia. Il concetto di fondare la Repubblica sul lavoro non è casuale, ma è il risultato di un dibattito profondo e articolato che ha coinvolto alcuni dei più eminenti pensatori e politici dell'epoca tra cui, come abbiamo visto negli articoli che precedono in questa rubrica, anche le ACLI. Ci concentriamo su un episodio emblematico del dialogo che ha portato a questa espressione: l’incontro in un bar di Roma, in via del Corso, tra Giuseppe Dossetti e Palmiro Togliatti (aneddoto raccontato da Pierluigi Castagnetti). Il primo comprendeva il lavoro non solo come un'attività economica, ma come un'espressione della dignità umana e un mezzo per realizzare il bene comune. Il secondo proveniva da una prospettiva ideologica diversa che condivideva l'importanza del lavoro nell'edificazione della società italiana come strumento di emancipazione economica, sociale e politica. D'altra parte, c'erano anche voci più conservative o provenienti da settori economici che si opponevano all'idea di includere esplicitamente il lavoro come fondamento della Repubblica. Questi oppositori temevano che un'eccessiva enfasi sul lavoro potesse compromettere la libertà economica e la flessibilità del mercato del lavoro, portando a una maggiore interferenza statale nell'economia. Il dibattito all’Assemblea costituente sull'articolo 1 della Costituzione italiana testimonia la vivacità e la complessità del processo di redazione della Carta fondamentale. Il dialogo tra Dossetti e Togliatti rappresenta un esempio eloquente di come le diverse prospettive umane e politiche possano convergere per il bene comune. Gli onorevoli non riuscivano a mettersi d'accordo sul modello di democrazia da adottare per il Paese, e sembra che le distanze tra le varie posizioni si fossero addirittura ampliate dopo le relazioni di Lelio Basso e Giorgio La Pira su “i principi dei rapporti Civili”. È in questo contesto che il deputato DC, Giuseppe Dossetti, all’uscita degli onorevoli dall’emiciclo, chiese a Palmiro Togliatti, segretario del PCI, di incontrarsi in modo riservato per cercare una soluzione. In un momento di convivialità all’italiana Dossetti propose a Togliatti di “concertare” l'inizio della Costituzione con il tema del “lavoro”. Togliatti, sorpreso dalla proposta, chiese se stesse proponendo il lavoro per compiacere le sue posizioni. Dossetti rispose dicendo di non proporlo per compiacere le sue posizioni, pur sapendo che un comunista non avrebbe rifiutato, ma perché credeva nella centralità del lavoro per la dignità umana. Questo scambio evidenzia la volontà di trovare un terreno comune su cui costruire la Costituzione, nonostante le differenze di pensiero. Dossetti sottolineava l'importanza del lavoro non solo come mezzo di sostentamento, ma anche come fonte di dignità personale. Egli credeva che solo attraverso il lavoro l'individuo possa conquistare la propria dignità e diventare veramente una persona. Questo concetto di centralità della persona e del lavoro come strumento per la sua realizzazione è al centro della visione dei deputati DC, che volevano costruire la Costituzione intorno a un asse personalista. Dossetti estese la sua analisi anche al concetto di "lavoro orante", arrivando ad includere nella sua riflessione anche le suore di clausura. Questo suggerisce una visione del lavoro non solo come attività economica, ma anche come modo per contribuire al bene comune e alla crescita personale e spirituale. Così, a seguito della mediazione, La Pira propose il seguente articolo: «Il lavoro è il fondamento di tutta la struttura sociale, e la sua partecipazione, adeguata negli organismi economici, sociali e politici, è condizione del nuovo carattere democratico». Per chi fosse interessato a rileggere il dibattito che si sviluppò di lì in poi fino alla definizione completa dell’articolo lo trova qui.

La scelta di fondare la Repubblica sul lavoro non si limita solo all'Articolo 1, ma permea l'intera Costituzione italiana. Numerosi altri articoli, infatti, come l'Articolo 3 che sancisce il principio di uguaglianza e l'Articolo 4 che riconosce il diritto/dovere al lavoro, si intersecano per creare un quadro complesso ma coeso, in cui il lavoro è un diritto fondamentale e un pilastro della società. Il lavoro, in questo contesto, non è semplicemente un'attività economica, ma un'espressione di dignità umana e di partecipazione alla vita sociale. L'Articolo 1 e gli altri articoli correlati stabiliscono un impegno dello Stato nell'assicurare condizioni di lavoro adeguate a un’esistenza libera e dignitosa (Art.36), nella promozione dell'occupazione, nell'eliminazione delle disuguaglianze socioeconomiche e nella contribuzione al progresso materiale e spirituale, a fronte dei quali, come ACLI, da allora e per l’avvenire, siamo impegnati.

L’ Italia: L'Italia è il soggetto su cui si basa l'intera Costituzione, definendo il contesto in cui vengono stabiliti i principi e i diritti fondamentali.

È una Repubblica Democratica: Indica il tipo di governo adottato dall'Italia a seguito della catastrofe fascista e della guerra che la monarchia aveva permesso. Per questo il 2 giugno 1946 venne scelta delle italiane e dagli italiani una forma di governo in cui il potere emana dal popolo ed è esercitato attraverso rappresentanti e istituzioni democratiche. La scelta di una repubblica riflette la ricerca della libertà, dell'uguaglianza e il ripudio della dittatura e della guerra (art.11), per la quale la resistenza ha lottato. Questo implica il rispetto dei diritti fondamentali e sociali, la partecipazione dei cittadini alla vita politica e la tutela delle libertà civili.

Fondata sul lavoro: Indica la base e/o il principio su cui si erige la Repubblica italiana: il fondamento stesso della Repubblica è il lavoro, dimostrando l'importanza centrale attribuita al lavoro nella costruzione e nel funzionamento dello Stato. Si riferisce non solo all'attività umana finalizzata alla produzione di beni e servizi negli ambiti economico, sociale e culturale. Nell'articolo 1, il lavoro assume un significato più ampio, rappresentando un valore fondamentale per la società e un diritto che deve essere garantito e tutelato dallo Stato.

La sovranità appartiene al popolo: il potere dello Stato nella costituzione italiana è attribuito al popolo, che detiene il diritto di determinare il proprio avvenire politico e sociale. Questa frase affida la sovranità, che non risiede in una singola persona o istituzione, al corpo collettivo dei cittadini italiani.

Che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione: Indica che il popolo non solo possiede la sovranità, ma ha anche il diritto e il dovere di esercitarla. Questo può avvenire attraverso la partecipazione politica, come ad esempio attraverso il voto alle elezioni, il coinvolgimento nei processi decisionali e l'esercizio dei diritti/doveri civili e politici. Viene specificato però che l’esercizio deve avvenire in conformità con i principi e le disposizioni stabilite dalla Costituzione, per scongiurare un ritorno a forme di convivenza degenerative. Ciò implica che il popolo italiano possa esercitare la propria sovranità solo attraverso le istituzioni democratiche stabilite dalla Legge fondamentale dello Stato.

L'articolo 1 della Costituzione italiana https://pop.acli.it/images/APRILE/Costituente_aula.jpg Redazione POP.ACLI