Una rete che le Acli hanno sempre frequentato è stata quella sui temi della pace. Ripercorriamo le tappe principali del nostro impegno...
Una rete che le Acli hanno sempre frequentato è stata quella sui temi della pace, riprendendo sempre le questioni delle origini nate dalla Costituzione antifascista, in particolare l’articolo 11:
«L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo».
In un articolo apparso il 14 luglio su “Il giornale dei Lavoratori”, Monsignor Luigi Civardi, assistente ecclesiastico delle ACLI, interviene sul tema della lotta di classe e della violenza politica: «La Chiesa, interprete del pensiero di Cristo, aborrisce dalla lotta e predica la pace. Quindi predilige la collaborazione, sia tra gli individui che tra le classi sociali, che tra le nazioni. Ma la pace – e quindi la collaborazione – come è insegnata dal cristianesimo, non è una pace qualsiasi. È una pace fondata sulla giustizia».
Nel 1962 le Acli festeggiano la riduzione del servizio di leva da 18 a 15 mesi e auspicano la riduzione a 12 mesi.
Nel 1965 le Acli aprono un Fondo di solidarietà internazionale per sostenere i movimenti dei lavoratori, in particolare in Sudamerica.
Nel 1967 le Acli scrivono un appello per la pace:
«Appello delle Acli per la pace. Fuori dalla logica dell’odio.
I lavoratori delle Acli vogliono la pace per garantire lo sviluppo solidale di tutti gli uomini, per fare giustizia, per dare una speranza alle masse diseredate del Terzo Mondo [...] Devono cessare i bombardamenti americani sul nord, le infiltrazioni di truppe nord-vietnamite e poi, da entrambe le parti, le operazioni militari [...] I lavoratori Acli si impegnano, secondo le loro possibilità, per il raggiungimento di questi obiettivi ed invitano il Governo italiano ad accrescere le iniziative già opportunamente intraprese per facilitare l’avvio dei negoziati.
I lavoratori delle Acli associano la loro azione di pace a quella di chi rifugge da valutazioni unilaterali e quindi non distingue tra Medio Oriente e Vietnam e rifiutano la logica di chi utilizza i generali sentimenti di pace del popolo italiano solo a fini di parte, quando invece è gioco il supremo bene dell’umanità».
Nel 1969 le Acli si fanno promotrici in Parlamento di una legge che regolamenti l’uso della forza da parte della polizia durante le manifestazioni, dopo i disordini di quegli anni.
In occasione del convegno estivo di studio di Vallombrosa nell’agosto 1970, le Acli producono un documento di analisi sul rapporto tra lotta e violenza, individuando nella via della nonviolenza attiva il cammino per superare le attuali strutture economiche verso una società più giusta, passando però attraverso un percorso non violento. Una riflessione che può essere di aiuto ancora oggi.
Dal 1981 le Acli partecipano alla modifica della legge sull’obiezione di coscienza per equipararne il periodo a quello del servizio militare sottolineando come la patria si può servire anche senza armi, ma con un servizio sociale.
Sempre nel 1982, dal 27 novembre al 24 dicembre, si snoda per l’Italia la marcia Milano — Comiso (dove la Nato voleva installare i missili atomici rivolti verso l’Unione Sovietica), da nord a sud per lanciare un grido di pace contro gli armamenti nucleari e la politica della guerra.
Nel 1983 si svolge la marcia Palermo – Ginevra dove vi tenevano i colloqui per la riduzione degli armamenti nucleari tra USA e URSS. Le Acli fondano il CePaS (Centro nazionale Acli per la pace) e ad ottobre partecipano alla manifestazione nazionale per la pace.
Nel 1985 fondano IPSIA, un’organizzazione non governativa per portare Pace, Sviluppo e Innovazione dovunque ce ne sia bisogno.
Da questi anni ’80 le Acli si sono impegnate con altre associazioni per una legge sulla trasparenza della produzione e del commercio delle armi, impegno che ancora oggi portiamo avanti anche se con poco ascolto da parte dei vari governi.
Le Acli hanno promosso, durante la guerra balcanica del 1992-1995, Mir Sada (Pace subito)
Marcia internazionale per la pace Spalato - Mostar, 2 - 9 agosto 1993 che ha visto una partecipazione popolare a sostegno dell’iniziativa.
Da qui in avanti Le Acli parteciperanno sia alle marce Perugia – Assisi indette dalla Tavola per la pace – che vedeva l’adesione di grandi e piccole associazioni per la pace –, che alle manifestazioni nazionali fino all’ultima dello scorso 5 novembre 2022 “Europe for Peace” dopo l’inizio della guerra tra Russia e Ucraina.
A questa manifestazione hanno partecipato un numero elevatissimo di associazioni, ma soprattutto di persone che hanno voluto ribadire, come dice la nostra Costituzione, che non siamo per la guerra ma per il dialogo, che la guerra porta solo morte e devastazione, fomenta l’odio e la radicalizzazione delle posizioni, mentre il dialogo porta pace e giustizia.
Molto altro si potrebbe e dovrebbe aggiungere sulla azione per la pace delle Acli. Maggiori approfondimenti nel dossier Pace, nonviolenza, disarmo
Shalom, salam, pace a tutti voi!