La dimensione organizzativa, il supporto delle sedi provinciali e il collegamento tra realtà simili...
Negli anni 80 Ilvo Diamanti (dopo essere stato dirigente delle Acli di Vicenza) uscì con una pubblicazione “Tra religione ed organizzazione. Il caso delle Acli”. Sulla pubblicazione ci torneremo più avanti, al momento ci interessa riprendere un aspetto specifico: la rete orizzontale tra circoli con esperienze simili.
Il libro distingue i servizi Acli tra servizi “ad alta istituzionalizzazione" e “bassa istituzionalizzazione”. “Per i primi vale l’ipotesi che li vede diventare via via polo complementare (a tratti alternativo) a quello politico, per i secondi si deve parlare di residualità rispetto alle strategie del movimento. Mentre i servizi assistenziali e quelli formativo addestrativi hanno conosciuto consolidamento e sviluppo, le attività ricreative e culturali, pur numerose, non hanno trovato momenti di raccordo a livello provinciale che non fossero episodici, finendo per occupare lo spazio esiguo nelle strategie e nelle scelte dell’organizzazione”.
Quelli che nel libro sono chiamati “servizi assistenziali” e “servizi addestrativo/formativi”, che vedono uno sviluppo organizzativo guidato a livello centrale (nazionale, provinciale e regionale) vivono una notevole diffusione sul territorio che acquista via via autonomia dai circoli (in Italia nel 1980 solo 1370 addetti sociali su 5048 fanno capo ad un segretariato del popolo inserito in un circolo Acli).
Le attività ricreative e culturali si caratterizzano come “iniziative spontanee, a carattere eminentemente locale, legate al circolo, e senza collegamenti con altre realtà simili”. Che si sviluppino attorno “allo spaccio di vini o alla sua versione evoluta, bar Acli” o che si appoggino “sfruttando le strutture parrocchiali (teatri, sale riunioni…) e attivando manifestazioni varie (cineforum, serate musicali, serate teatrali…)”. L’intervento della sede provinciale Acli nei loro confronti è in questo campo quasi unicamente di stimolo: “ogni circolo Acli studi la possibilità di realizzare almeno una tra queste iniziative e la realizzi subito. La stagione buona è questa” recita una circolare dell’epoca.
La dimensione organizzativa (la proposta di format, strumenti, modalità di lavoro e non solo di tematiche), il supporto delle sedi provinciali e il collegamento tra realtà simili sono quindi gli snodi che, secondo Diamanti negli anni 80, avrebbero potuto fare la differenza per lo sviluppo dei circoli e di attività ricreative e culturali significative.
Su dimensione organizzative e supporto ci si sta attrezzando (con diverse modalità organizzative) negli ultimi tempi, sia come sede nazionale che (in alcuni casi) come sedi provinciali e regionali. Rispetto alla rete orizzontale (anche extra provinciale) e allo scambio tra realtà simili ci sono forse meno esperienze consolidate (se non per alcuni esperimenti embrionali legati a temi specifici). In vista delle celebrazioni dell’ottantesimo ci piace riprendere una piccola ma significativa esperienza che il Circolo Acli Martellago (Venezia) ha promosso e che può essere ripetuta ed allargata.
In occasione del suo 75° anniversario, all’interno di un ricco programma di iniziative, ha provato a mettersi in contatto con altri circoli della medesima età. Ne è nato un incontro online, una visita di persona ed un piccolo documento elaborato e sottoscritto assieme.
All’incontro online, realizzato il 6 aprile, hanno partecipato 5 circoli (Cassano d’Adda, Limito di Pioltello, Ossona e Stacciola) e il racconto reciproco è stato per tutti prezioso. il circolo di Stacciola è fisicamente andato a Martellago realizzando di fatto uno scambio ed il documento (sottoscritto anche dal circolo di Lovere e Sant’Angelo di Senigallia), dopo aver ripreso le tre fedeltà, le ha declina con attenzione all’oggi per cui questi circoli hanno dichiarato che “si impegnano a continuare ad essere presenti nelle comunità, verso di essere responsabili, mobilitando energie intorno a progetti concreti, parlando con le persone, creando legami e curando i territori” ed inoltre hanno ribadito il proprio impegno ad essere, in ogni momento “operatori di pace e testimoni di accoglienza”. Il desiderio di riproporre piccoli momenti di reciproco racconto online e di condividere la sottoscrizione di un medesimo impegno futuro è aperto.