La presenza anche associativa in tutto il territorio nazionale ed il radicamento territoriale nelle singole comunità come presenza concreta e fattiva...
Dopo 80 anni, restiamo convinti che la presenza anche associativa in tutto il territorio nazionale ed il radicamento territoriale nelle singole comunità come presenza concreta e fattiva sia un punto di forza e caratteristica essenziale della modalità di azione sociale Acli e che questa possa diventare ancora più potente se questi luoghi (punti di contatto con le persone ed i territori) si inseriscono in una circolarità preziosa azione sociale/progettualità/servizi/azione politica:
- l’esperienza territoriale viene raccolta (tramite gruppi di scambio e comunità di pensiero e pratiche) e da lì viene distillato un sapere prezioso per l’azione politica (evidenza di nuovi problemi, di nuove difficoltà, di potenzialità, soggetti, dinamiche) e per la nascita e strutturazione di nuovi servizi ed attività (il volontariato e l’associazionismo di promozione sociale hanno sempre avuto una dimensione di anticipazione…).
- D’altro lato le sintesi politiche, le competenze dei servizi e gli indirizzi elaborati a livello generale possono trovare declinazione concreta (anche attraverso l’offerta di strumenti e format prendibili e supporti) nell’azione sociale diretta sui territori.
Le forme associative, in grado di promuovere movimento, attivismo e azione volontaria sono in continua trasformazione e possono essere molto diversificate. Il circolo resta il perno essenziale del radicamento territoriale ma non è detto che debba corrispondere solo alle forme tradizionali di ciò che abbiamo sempre considerato “un circolo” ed anzi, riteniamo che già nell’oggi esistano tante
forme diverse di presenza associativa che abbiamo bisogno di scoprire maggiormente nelle sue particolarità. Crediamo infatti che questa biodiversità associativa non costituisca un problema, ma anzi, sia una ricca potenzialità. Il Giro di Italia attraverso i circoli (che punta a scoprire e raccontare almeno 1 circolo per ogni provincia, entro la conclusione del congresso e che ha già visto le prime realtà raccontate su www.azionesociale.acli.it) punta proprio a questo.
Nel frattempo, nell’ottica di quanto descritto, emergono alcune piste di lavoro rispetto alle quali ci parrebbe utile confrontarci durante il dibattito congressuale:
- Riconoscere, abitare e valorizzare le forme aggregative leggere
Come abbiamo visto per i circoli la forma associativa formalizzata e registrata al Runts è gravosa. Si propone quindi di utilizzare maggiormente la forma del “gruppo” (modalità già presente in Statuto) predisponendo anche gli strumenti necessari a tenere mappati i gruppi, per definire le caratteristiche minime per essere riconosciuti gruppi e scegliere se questi possano essere unicamente afferenti ad una struttura di base formalizzata (come attualmente) o se prevedere anche la possibilità di creazione di gruppi direttamente afferenti alla sede provinciale.
Un processo simile è possibile solo con una regia complessiva (altrimenti si rischia la corsa alla dismissione associativa) e solo con un equilibrio dato da altre iniziative. Pertanto, si ipotizza che per le province che vogliano avviare una sperimentazione di questo si realizzi un gruppo di lavoro comune. - Il coraggio e l’orgoglio di proporre di affiliarsi
Se finora la dimensione è stata solo quella di campagna tesseramento (ossia ricerca di singole adesioni) è oggi possibile invece lanciare una campagna di affiliazione per realtà associative che si stanno costituendo o che già esistono ma che, condividendo i nostri valori, intendono affiliarsi come nostra struttura di base.
Questa modalità è già esistente ed in corso, nella dimensione di circa 100 circoli nuovi all’anno, ma c’è la possibilità di svilupparla maggiormente anche con una campagna di comunicazione esterna, la costruzione di relazioni sul territorio, una iniziativa formativa (da definire se a livello provinciale, regionale, nazionale o mista) che permetta ai nuovi circoli di conoscere la realtà Acli nel suo insieme, di “respirare” l’aria delle Acli e di intravedere che l’affiliazione alle Acli non dà solo alcuni (preziosi) servizi ma anche la possibilità di entrare in una rete ricca di relazioni ed opportunità.
In questo senso ci sembra opportuno anche sperimentare una interlocuzione con le parrocchie e un impegno in collaborazione con i servizi affinché nuove forme di circolo possano nascere anche attorno a presenze di sportelli e servizi o di luoghi di formazione professionale. Non circoli come formali attribuzioni di ruoli ad operatori, ma iniziative che intendono affiancare alla risposta individuale ad una domanda individuale, la proposta di spazi comunitari in cui persone in situazioni simili possano approfondire, confrontarsi, costruire soluzioni, giocare una cittadinanza attiva e compiuta. O dove possono mettere a disposizione il proprio tempo, le proprie competenze per gli altri in un’azione volontaria. Siamo consapevoli che moltissime persone non avranno tempo o non saranno interessate. Ma siamo anche convinti che esistono persone che desiderano e attendono questi spazi e questa opportunità e che spetta a noi provare a sperimentarle anche riempiendo di significato la predisposizione della lista di volontari accreditati e sviluppando un approccio integrato tra Acli Associazione e Patronato Acli (per quello che riguarda i Promotori sociali).
Se la proposta associativa completa resta e deve restare l’opzione principale, per coloro che non lo desiderano o che non sono ancora disponibili, esiste e può essere promossa l’adesione alle Acli in quanto rete associativa con l’offerta di una serie di servizi e strumenti, in parte già in essere ed in parte in via di sviluppo. - La rete orizzontale e la corresponsabilità di tutti
L’Italia è lunga e diversificata e ci sono situazioni molto differenziate per dimensione e modelli di sviluppo associativo (di presenza territoriale, di associazione e servizi). Non ci pare utile attivare una contrapposizione tra territori (nord/sud, grandi/piccoli, città/campagna etc) quanto invece attivare l’idea che la presenza in tutte le province italiane sia interesse di tutti e che uno dei compiti della sede nazionale sia allestire gli spazi ed i modi perché possa avvenire uno scambio orizzontale di pratiche tra territori che permetta di contaminarsi e di mettere in circolo le esperienze e le competenze sia nell’ordinario che nell’accompagnamento e rilancio di territori in difficoltà.