Rileggiamo oggi l’attualità del secondo censimento dei circoli Acli...

In occasione del XXII congresso Acli, nel 2004, è stato realizzato da IREF (nello specifico da Alessandro Serini e Danilo Catania) quello che è stato chiamato “Nodi, comunità e reti: secondo censimento dei circoli”. 

Per contestualizzare il periodo, nel 2004 non c’era ancora un vero programma di tesseramento online che permetteva di rileggere ed analizzare in tempo reale tutti i dati di tutti i circoli, e non era ancora stato introdotto nemmeno il modello EAS (entrambe le introduzioni sono del 2009) per le rilevazioni fiscali. Né tantomeno, ovviamente, c’erano le norme sul Terzo Settore.  

Nelle premesse si legge che: Le ipotesi di fondo che attraversano in filigrana questa ricerca affondano nella capacità delle Acli di mobilitare e risvegliare la coscienza e la dignità dei cittadini italiani, nel loro essere animali politici, ovvero costruttori instancabili di pòlis: reti, orizzonti, appartenenze. La tesi è che tutto questo non sarebbe: è. Le dimensioni che si è scelto di fotografare sono un tentativo, una scelta appunto, di verificare quanto questa mobilitazione sia presente nelle cellule vitali del corpo associativo, ovvero nelle strutture di base e nei circoli delle Acli. 

L’attività di promozione sociale, nelle diverse tonalità di formazione civica e promozione del lavoro, socialità e vita cristiana e, per ultima, l’attività che si fa di giorno in giorno più urgente e necessaria, a fronte dei cambiamenti drammatici cui stiamo assistendo: cogliere le sfide globali che si presentano e rilanciarle sulla traiettoria di una solidarietà globale. Il mondo è mia patria. 

L’altra faccia del mondo aclista è rappresentata dalla sua capacità di produrre servizi alla cittadinanza, all’interno di un quadro storico e giuridico che vede le organizzazioni intermedie (corpi sempre sospesi tra lo Stato e la società civile) in prima linea nel garantire al cittadino ogni condizione perché costui conduca un’esistenza libera e dignitosa. Un circolo Acli, che promuova o rinvii a servizi di questo tipo, condivide la visione e l’orizzonte dell’Associazione. 

Mobilitare il tessuto sociale e vivificarlo, attraverso i servizi, comporta inoltre la capacità di costruire relazioni con il territorio. Rappresentare la cittadinanza nei confronti delle istituzioni pubbliche; disegnare - assieme alle associazioni di categoria – profili lavorativi dal volto umano; collaborare con altre organizzazioni civili per costruire reti di inclusione sociale. Questi sono i fili di una stessa trama, che lega attivismo civico, servizi ed embeddedness ad uno stesso disegno. 

I principi, i fondamenti e le chiavi di lettura, quindi, appaio ancora molto attuali.  

L’indagine è stata realizzata attraverso un questionario che ha ottenuto risposte per 2100 circoli. Purtroppo, il report finale di restituzione non ci offre una lettura di dettaglio di tutte le interessanti dimensioni che il questionario esplora. Magari in futuro sarà possibile recuperare anche altro. Ciò che ora è interessante rileggere, con gli occhi del 2024, è che anche allora emergevano ricchezze e fragilità. Nello specifico queste erano state lette e ricomposte in un quadro che ricostruiva in una proporzione di un terzo ciascuna, tre diverse dimensioni:  

  • Circoli Nodi fragili (in cui la fragilità era desunta dalla scarsità di iniziative e legami, ma anche dalla scarsità di dotazione tecnologica).  
  • Circoli Poli comunitari (in cui il tratto principale è aggregativo e di socializzazione, con limitata offerta di servizi e di iniziative di formazione ed approfondimento e con una scarsa presenza di donne).   
  • Circoli Reti polivalenti (capaci di organizzare approfondimenti su temi di interesse nazionale, di costruire reti stabili sia con altri attori territoriali che con altri soggetti di sistema Acli, capaci inoltre di offrire una ampia gamma di servizi e di esprimere amministratori locali).  

Ciò che forse sarebbe interessante approfondire nel dibattito attuale è la lettura del ciclo di vita del circolo Acli che 20 anni fa vedeva tutte tappe in crescita e arrivava alla lettura dell’età adulta, senza prevedere il successivo arrivo più problematico di una età anziana.  

La cittadinanza attiva è sì figlia di un bagaglio fatto di capacità umane, proposte ideali, dotazioni e servizi, ma è anche figlia del tempo, e in esso matura e cresce. L’orologio della partecipazione civica scandisce tuttavia i secondi in anni e ciò significa che le tante formiche sociali che operano nei circoli dissodano e seminano oggi un terreno sapendo che, presumibilmente, altri parteciperanno all’opera della mietitura. La raccolta dei frutti del capitale sociale, in altre parole, avviene pienamente nella stagione adulta dei circoli, quando i tratti costitutivi dell’Associazione (attivismo pro-sociale e politico, radicamento territoriale, integrazione di servizi), sono sbocciati. 

Non si tratta di esprimere un giudizio su allora (qui l’analisi parte solo dall’esame del report di ricerca, una riflessione più critica può sicuramente essere avvenuta negli organi ed in altri contesti) ma si tratta di scegliere, per il nostro presente, un approccio maggiormente sostenibile, cioè capace di guardare a cosa le scelte dell’oggi determinano sul domani.  

 

Nodi, comunità e reti https://pop.acli.it/images/GIUGNO/Foto_Censimento_1.png Redazione POP.ACLI