Una donna importante, che ha attraversato – nelle ACLI e nel Paese – anni ricchi e inquieti, compagna di viaggio dei “non troppo obbedienti”...

Ho cinquemila battute per raccontare Maria Fortunato, una donna importante, che ha attraversato – nelle ACLI e nel Paese – anni ricchi e inquieti, compagna di viaggio dei “non troppo obbedienti”, come li chiama lei: da Dossetti a La Pira a Giorgio Battistacci, da Carlo Carretto a Tina Anselmi, solo per citarne alcuni. “Una delle maggiori figure della storia dell’associazionismo italiano del dopoguerra e pioniera dell’impegno delle donne nel sociale”, come venne salutata alla sua morte.
Ma chi era Maria Fortunato?

«Sono nata a Napoli il 27 settembre del 1925; la mia fu un’infanzia tranquilla, mio padre insegnante e mia madre, musicista, erano due genitori eccezionali che anteponevano sempre, alla loro affermazione personale, l’educazione dei cinque figli nati dal loro matrimonio.
Vivevamo allora a Bagnoli, zona operaia di Napoli, dove ci eravamo trasferiti da Napoli centro negli anni ’30…
Devo a mio padre l’aver capito durante l’adolescenza l’importanza della democrazia, del rispetto di ogni persona, delle idee diverse dalle mie, della dignità del lavoro, della sostanziale uguaglianza degli uomini e dei loro diritti, del valore della pace…».

Così Maria inizia il suo racconto nel numero di “Profili. Uomini e donne delle ACLI” a lei dedicato.
Siamo a Napoli, con lei, subito dopo la guerra; dopo le “quattro giornate” che lasciarono una città devastata ma “un clima nuovo di libertà”. È una giovane donna, impegnata nella Gioventù Cattolica e nella FUCI, ma più ancora nella campagna elettorale che per la prima volta vedrà le donne al voto.
Con l’Azione Cattolica si trasferisce prima a Milano, poi a Roma, dove – attraverso Antonietta Ravasio, negli anni ‘50 – conoscerà le ACLI: «Le ACLI mi piacquero subito perché erano un movimento unitario, democratico… mi apparivano inoltre le più aggiornate sui problemi del lavoro e le più avanzate nella difesa dei diritti dei lavoratori…».

Rimarrà a Roma, impegnata nel Movimento femminile della Democrazia Cristiana e nelle ACLI: «Iniziai una collaborazione quotidiana con Franca Falcucci, Tina Anselmi, Maria Eletta Martini e più tardi con Rosetta Russo Iervolino, Gabriella Ceccatelli, amiche carissime, rimaste sempre tali, come pure lo fu Sandra Codazzi della Cisl… Nel 1962, dopo il Congresso di Bari, mi trovai eletta segretaria delle donne delle Acli e iniziai a lavorare quotidianamente in via del Monte della Farina 64. Lasciata l'Azione Cattolica, andavo al mattino alla DC e al pomeriggio alle Acli…».

La prima responsabilità di Maria sul livello nazionale non fu senza effetti: al congresso di Roma del 1966 ebbe fine quella che allora si chiamava “specializzazione femminile” e venne inserita la quota del 25% di donne in Consiglio nazionale, una percentuale pari al numero delle iscritte di allora.
Ma Maria Fortunato, che non poteva certo essere definita una “prima donna”, prima donna lo fu, e proprio al congresso del 1966, dove venne eletta vicepresidente nazionale (con Geo Brenna e Marino Carboni). La prima, e l’unica per i trent’anni successivi (la seconda sarà Maria Teresa Formenti, eletta al congresso del 1996).

Il suo grande e innovativo lavoro nel neonato “Settore città”, nato per accompagnare gli amministratori aclisti nell’affrontare i problemi degli enti locali e della “famiglia popolare”, viene interrotto dal congresso di Torino, anticipato al 1969 per le dimissioni del presidente Labor, che passò alla storia come quello che pose fine al “collateralismo” con la DC.
Fu quello il primo tassello che negli anni successivi, con la presidenza di Emilio Gabaglio e dopo il convegno di Vallombrosa del 1970, in cui venne formulata l’“ipotesi socialista”, portò alla deplorazione di Paolo VI nel giugno 1971.
Maria, sin dalla prima “richiesta di chiarimento” da parte della CEI nel 1970, fa parte - con Geo Brenna ed Emilio Gabaglio - della delegazione aclista impegnata nel dialogo con la gerarchia ecclesiastica.

«Io ero la più pessimista dei tre nel valutare i possibili risultati. Loro dicevano: ci stanno ad ascoltare. Ma io dicevo: “Emilio, ci ascoltano, ma non accettano una parola di quello che noi diciamo”. Ci accusavano di dare troppa importanza all'economia. E noi dicevamo: noi non abbiamo mai detto che l'economia è per noi un valore assoluto, però che cos'è che determina la vita delle persone, se non il salario del padre, se non quello che si vive in famiglia; che cos'è che consente a dei genitori di far studiare un figlio o meno?».

Al congresso di Cagliari, Maria – che appoggiava la linea del “socialismo tutto da inventare” di Geo Brenna – si dimette dalla presidenza nazionale.
Nel suo racconto, c’è tutta la sofferenza per la durezza di quegli anni, ma nessun senso di sconfitta e nessuna recriminazione.
Per due anni, dal 1972 al 1973, fu responsabile del commissariamento delle Acli di Terni. Poi, nel 1973 cominciò a lavorare all’Università Cattolica, dove coordinò il nuovo Consultorio familiare voluto da Giuseppe Lazzati.
Alle Acli nazionali tornò nel 1982, su invito di Domenico Rosati, assumendo la responsabilità della Commissione nazionale Coordinamento Donne, che mantenne fino al 1985.

«Alla fine di questa lunga intervista – scrive Maria, nel numero di Profili – alcuni interrogativi mi restano nel cuore: la mia presenza nelle Acli è veramente stata utile? Io, che ho ricevuto tanto dal mondo del lavoro, sono stata capace di farlo conoscere, stimare, amare, da quanti il Signore ha messo sulla mia strada? Il mio servizio alle donne lavoratrici è servito ad arricchirle, farle crescere, renderle maggiormente consapevoli delle loro capacità e possibilità di cittadine nella società civile, e di figlie della comunità ecclesiale?
Se guardo dentro di me, sento che l'ideale della mia vita è stato quello di contribuire ad avvicinare il mondo del lavoro alla comunità cristiana...»

Ho superato le 5.000 battute, e di chi era Maria Fortunato non ho saputo dire, se non – un po’ – di quello che ha fatto…

 

 N. 2 Febbraio 2024

Ma chi era Maria Fortunato? https://pop.acli.it/images/Maria_Fortunato.jpg Redazione POP.ACLI