La formazione è una delle pratiche più significative per rigenerare e dare un rinnovato significato al nostro essere movimento educativo e sociale.

“Voi pensate: i tempi sono cattivi, i tempi sono pesanti, i tempi sono difficili. Vivete bene e muterete i tempi”.
Sant’Ambrogio

La formazione è una delle pratiche più significative per rigenerare e rigenerarci e dare un rinnovato significato al nostro essere movimento educativo e sociale.

Come si legge nello statuto delle Acli, approvato dal XXVI Congresso Nazionale:“La formazione aclista, nel considerare la trascendente dignità della persona, sostiene processi volti alla maturazione di coscienza critica e all'esercizio di responsabilità in una coerente testimonianza di vita cristiana ecumenicamente aperta al dialogo”. Questo è ciò che vogliamo provare a declinare nell’oggi.

Ci troviamo a vivere in un tempo difficile, ancora purtroppo segnato dalla pandemia e minacciato da spaventosi venti di guerra, che ci chiama in causa e richiede di affrontare il presente con uno sguardo nuovo, con un approccio collaborativo ed una progettualità condivisa e condivisibile. Ma soprattutto oggi diventa indispensabile sostenere e rafforzare la costruzione del senso e del significato del fare associazionismo.

Abbiamo pertanto deciso di concentrarci su temi che possano mettere l’Associazione al centro dell’innovazione in materia di sviluppo sociale, dando priorità al metodo e alla cura dei processi, per indirizzare e gestire sistemi complessi e per essere animatori dei nodi vitali delle reti territoriali.

In questo scenario in trasformazione abbiamo scelto di puntare su un’attività formativa che accompagni la crescita delle persone, che sostenga la costruzione di senso e di significato, che sia uno spazio per riflettere sui contenuti e sull’apprendimento ed un luogo di ascolto e confronto. Una formazione quindi che non può esaurirsi nella trattazione teorica di argomenti ma che diventa occasione di sviluppo e di trasformazione dell’organizzazione e delle donne e degli uomini che la animano.

La formazione nelle Acli in questi anni ha infatti aperto le porte all’ approccio laboratoriale: dove il laboratorio diventa un luogo di trasformazione più che di “saperi certi”, di accompagnamento, dove la priorità è data al processo e non già al prodotto. Non una formazione convegnistica, ove dotte relazioni vengono poste ad un pubblico ascoltatore, ma una formazione caratterizzata da una metodologia attiva che, a fronte di un target definito, ponga delle riflessioni, degli stimoli perché vengano adeguatamente fatti propri, rielaborati e adattati ai contesti di riferimento, attivando processi che facilitano e qualificano, finalizzati a rafforzare le competenze diffuse per fare associazione nella contemporaneità.

Per questo motivo la presidenza nazionale ha deciso di proporre, all’interno di un articolato quadro di attività, un percorso formativo per i suoi dirigenti associativi, “animatori politici” territoriali, con l’obiettivo di promuovere e diffondere buone pratiche di sviluppo sociale comunitario, di individuare nuove chiavi per lo  sviluppo locale (anche alla luce delle misure keynesiane contenute nel Piano nazionale di ripresa e resilienza), di analizzare come trasformare la comunicazione in consenso e farla diventare parte determinante dell’azione politica associativa.

Il laboratorio formativo, che ha visto la partecipazione di 35 giovani dirigenti delle Acli provenienti da tutta Italia, si è articolato in tre sessioni formative itineranti in presenza. Il primo incontro si è tenuto a Roma, il 4-5 marzo 2022. Il tema di questo momento di lavoro è stato l’Amministrazione condivisa ed in particolare la co-programmazionee la co-progettazione tra enti locali e terzo settore.  Il secondo incontro si è tenuto a Brescia, l’8-9 aprile 2022 ed è stato sul tema del lavoro e dello sviluppo locale. Il terzo ed ultimo incontro è stato a Bologna, il 27-28 maggio 2022, sul tema della comunicazione politica.

Il percorso proposto è stato rivolto a presidenti provinciali o regionali al primo mandato, a membri di presidenza o persone indicate dal Presidente provinciale/regionale con spiccate attitudini nei confronti della politica, dell’impegno civile e della cittadinanza attiva. Il genere femminile e la giovane età (entro i 40 anni) hanno costituito i criteri preferenziali per la partecipazione.

Ogni sessione formativa è stata aperta con una riflessione religiosa, per porre la Parola in dialogo fecondo con la nostra ricerca di nuove e migliori forme di impegno civile, ed è terminata con una “buona pratica” di teatro civile, attività che consideriamo privilegiata per sviluppare le soft skills, ovvero le competenze trasversali, dei destinatari delle attività.

Riteniamo infatti che tali competenze siano oggi fondamentali in qualunque contesto ed è per questo che la formazione delle Acli porrà grande attenzione per il loro sviluppo giacché, se ben coltivate, consentono di adattarsi velocemente ai mutamenti in atto nei nostri contesti sociali.

Questo percorso insieme a quello per gli “esperti di Terzo Settore” (già iniziato lo scorso autunno), quello per gli animatori di comunità (dalla storia pluriennale) e il “prossimo venturo” per gli amministratori delle imprese sociali e dei sistemi economici territoriali, rappresentano il tentativo di focalizzare e vedere in maniera prospettica ed integrata i principali compiti e “mestieri” che devono essere affrontati e responsabilmente ed “abilmente” esercitati dai responsabili della nostra rete associativa e di economia civile.

Anche così (ovvero attraverso la formazione) le Acli nazionali intendono rispondere all’attuale momento di crisi della società, puntando sulle persone e formando i dirigenti di oggi e quelli del futuro.

Alzare lo sguardo: la formazione per “animatori politici” https://pop.acli.it/images/articoli/FORMAZIONE_POLITICA_850x450.jpg Webmaster