Attraverso la propria rete le Acli approfondiscono le attività svolte dalle realtà locali

Metter su famiglia è il sogno di tanti. Ma si sa: i sogni non sempre si avverano. Infatti, sono sempre più numerose le coppie costrette a rinviare o rinunciare alla genitorialità a causa della propria difficile condizione economica e sociale, peggiorata con la pandemia, anche se il desiderio di avere figli è sempre diffuso nella popolazione.

In realtà, le famiglie italiane da tempo si dibattono tra problemi crescenti e scarsi sostegni provenienti dalle politiche pubbliche e dal welfare. Le questioni legate al lavoro, alla conciliazione dei tempi, all’accesso ai servizi, ecc. hanno progressivamente indebolito i nuclei familiari e la loro capacità di resilienza, mettendo in crisi la funzione di rete di supporto informale che – in un regime a stato sociale debole – hanno sempre svolto.

A seguito della crisi del 2008 le condizioni materiali per molte famiglie sono peggiorate. Povertà e disuguaglianze si sono diffuse e il reddito familiare si è ridotto specie per le fasce centrali della popolazione, segno evidente che la crisi ha colpito il ceto medio assottigliandolo e ampliando la forbice con il gruppo sociale più abbiente. Inoltre, la distribuzione del reddito ha continuato a sfavorire le generazioni giovani, che sarebbero deputate a formare nuove famiglie ma che sostengono il carico maggiore della flessibilità.

Su questo stato di cose si è abbattuta la pandemia. Provate dalla crisi precedente, le famiglie si sono trovate ad affrontare l’emergenza sanitaria in un quadro di redditi disponibili e di consumi fortemente ridotti, vedendo rapidamente peggiorare le proprie condizioni economiche, specialmente nelle aree del Paese più fragili, e, in molti casi, vedendo aggravarsi le condizioni di povertà economica ed educativa in cui già versavano. Il combinato disposto delle recenti crisi impatta sul ruolo di ammortizzatore sociale svolto dalla famiglia, che potrebbe venire seriamente messo in discussione dalla nuova fase di recessione, con un avvitarsi della situazione che resterà più difficile per i gruppi sociali svantaggiati.

Come le Acli sostengono da tempo, la famiglia rappresenta un bene pubblico e il motore della ripartenza solo se riconosciuta e valorizzata come risorsa. Bisogna guardare alle quotidiane difficoltà e fragilità della famiglia, sostenendola attraverso interventi che superino un modello di stato sociale frammentato, disarticolato e di breve respiro, quindi poco efficace, mettendo in campo delle politiche familiari sistemiche strutturate e strutturali. Da ciò dipende il favore con cui le Acli hanno accolto la nuova misura dell’Assegno unico universale per i figli, ma senza dimenticare che esso rappresenta solo il primo passo nella direzione di un sostegno più organico e complessivo rivolto ai nuclei familiari, che contempla la piena realizzazione del Family Act e di servizi efficienti ed integrati per le famiglie.

Nella logica di migliorare l’offerta di servizi e di supporto alle famiglie e di adattarla al nuovo contesto anche le Acli Nazionali – attraverso la Delega Famiglia – hanno voluto aggiornare il proprio quadro di riferimento, conducendo un approfondimento sulle attività che le realtà locali dell’associazione svolgono a favore della famiglia, in primo luogo attraverso la rete dei Punto Acli Famiglia (PAF).

Come è noto, infatti, la rete dei Punto Acli Famiglia rappresenta il principale sistema Acli di supporto integrato alle famiglie. Si tratta di luoghi di ascolto, aggregazione, orientamento e (in)formazione, che forniscono accompagnamento e Servizi non solo alla famiglia, ma anche con la famiglia. Specie dopo la pandemia, che ha messo a dura prova la rete di relazioni delle famiglie, il Punto Acli Famiglia può configurarsi come un luogo di animazione territoriale e una possibilità nuova di fare circolo.

Uno dei punti di forza che caratterizza i Punto Acli Famiglia, infatti, risiede nella capacità di creare legami, mettendo a disposizione dei nuclei familiari spazi, risorse, competenze umane e professionali, nell’intento di valorizzare le loro capacità di autotutela e mutuo-aiuto e di agevolare l’incontro tra le generazioni e tra le culture. Luoghi, dunque, dove le famiglie trovano i servizi necessari per affrontare le difficoltà quotidiane, contrastando l’isolamento e l’esclusione, ma anche opportunità di crescita e di scambio su aspetti relazionali, sociali, economici e psicologici della vita in famiglia, e occasioni per sperimentare il protagonismo familiare.

La Delega Famiglia ha voluto ripartire da un serrato confronto con i territori e dalle idee che ne sono scaturite per verificare la ricchezza di esperienze, azioni e persone che operano sul territorio nel servizio alle famiglie. E per rintracciare le migliori soluzioni per sostenere queste iniziative e metterle in grado di rispondere sempre di più e sempre meglio alle esigenze emergenti delle famiglie di oggi.

Mediante un questionario semplice ma piuttosto articolato si è puntato a ricostruire lo stato dell’arte delle attività per la famiglia presenti nel territorio, evidenziandone le caratteristiche e le modalità di esecuzione, e mettendone in luce i punti di forza, senza trascurare le eventuali aree di miglioramento. Il questionario era rivolto a tutti i dirigenti, responsabili e coordinatori delle Acli territoriali che si occupano della Famiglia nel suo multiforme manifestarsi, e ai dirigenti e responsabili/coordinatori dei Punto Acli Famiglia.

La rilevazione è alle sue battute conclusive ma già è possibile cogliere alcuni spunti da quanto emerge, che sarà prossimamente presentato e discusso. L’andamento della rilevazione è positivo: allo stato attuale sono pervenute risposte da circa una cinquantina di realtà locali su tutto il territorio nazionale, quasi tutte con Punto Acli Famiglia attivo. Molteplici risultano essere le attività svolte e i tipi di famiglia cui si indirizzano (giovani/adulte, italiane/straniere, con figli/senza figli, ecc.). In caso di presenza del PAF, quasi sempre la struttura è aperta due o più giorni a settimana, a segnalare una presenza viva e costante nel territorio.

Un dato incoraggiante riguarda il fatto che la maggior parte dei PAF ha visto nel tempo ampliarsi il ventaglio delle proprie attività: un segnale delle accresciute necessità familiari ma anche della capacità dei Punto Acli Famiglia di adattarsi e di rintracciare nuove soluzioni per corrispondere alle richieste. Molti hanno istituito una rete di relazioni con gli attori sociali e istituzionali del contesto territoriale in cui sono inseriti.

Una volta chiusa definitivamente la rilevazione, analizzando i risultati, si potranno trarre elementi importanti per avviare un percorso di rilancio, in un’ottica di rete e di condivisione tra tutti, e avere un quadro nazionale che valorizzi e diffonda la conoscenza delle azioni più brillanti e innovative realizzate, messe a fattor comune a vantaggio di tutti. Uno scrigno delle esperienze che possa fungere anche da riserva cui attingere per un’idea di sviluppo e miglioramento oppure di avvio di una nuova azione associativa sui territori, dove risiede molta della ricchezza delle Acli.

La famiglia ha bisogno di una messa a punto https://pop.acli.it/images/punto_famiglia_festa.jpg Redazione POP.ACLI