A Varese il Festival delle eccedenze e del “cibo giusto per tutti” alla sua seconda edizione dopo quella di Roma del 2021

Viviamo in un’epoca di iperconsumismo. Mai nella storia dell’umanità si erano registrati livelli di consumo così elevati e diffusi. “Compro, ergo sum”, al punto tale che, erroneamente, i consumi definiscono spesso l’identità delle persone e la capacità di accesso agli stessi la qualità della democrazia.

Questo perverso meccanismo crea montagne di prodotti di ogni tipo che ancor prima di aver finito il loro ciclo vitale – quindi ancor funzionanti o utili – finiscono in discarica, generando altrettante montagne di rifiuti.

Lo scarto meno accettabile è quello del cibo. Secondo l’ultimo Food Waste Index Report 2021, a livello mondiale mediamente ogni persona spreca 74 kg di alimenti l’anno; in Italia il dato è lievemente al sotto della media globale, con 67 kg di cibo pro-capite gettato.

Il consumo, in effetti, non crea solo ricchezza, come spesso ci viene fatto credere; al contrario, produce scarto sociale, povertà e inquinamento.

Nel mondo, secondo gli ultimi dati FAO, oltre 3 miliardi di persone, ovvero il 40% della popolazione, non ha accesso ad un’alimentazione sana e nutriente. In Italia la disuguaglianza aumenta, non solo nella distribuzione, ma anche nella dimensione.  Secondo i dati più recenti, sono indigenti 5.600.000 persone; vuol dire che un decimo della popolazione - anche quella lavorativa - non ce la fa.

I dati sull’inquinamento sono altrettanto preoccupanti. Gli attuali sistemi alimentari, che per inerzia politica e sete di guadagno stentano a cambiare, producono un terzo delle emissioni di gas serra globali e sono causa dell’80% della deforestazione tropicale, provocando degrado del suolo, desertificazione, siccità e perdita di biodiversità. Gettare del cibo ancora commestibile non significa solo sprecare l’alimento in sé, ma sciupare anche tutte le risorse che sono state investite per la sua produzione: l’acqua che è servita per irrigare le coltivazioni o per i processi industriali, l’energia che è stata impiegata per la produzione, il carburante per i macchinari e per il suo trasporto, il suolo che è stato utilizzato per i campi o per gli impianti produttivi.

Come invertire la rotta? Con un’azione di breve/medio periodo, redistribuendo le eccedenze (alimentari, farmaceutiche e di ogni altro genere) e con una di lungo periodo riducendo la fame di consumo e quindi la produzione incontrollata di merci. Questo è quello che tentano di fare da anni le Acli con il Progetto Vettore Eccedenze che prevede un’azione politica, sociale e educativa.

E’ in questa cornice che si inserisce l’iniziativa “EcceDiamo. Il Festival del cibo giusto per tutti”, alla sua seconda edizione dopo quella di Roma (2021), che si è svolta a Varese il 21/22 ottobre 2022. In questi due giorni ha avuto una rilevanza particolare la dimensione educativa, rivolta ai bambini/ragazzi, consumeristi in erba. In particolare, sono stati coinvolti circa 200 giovani di diverse scuole e grado che hanno avuto l’opportunità di vedere un film di animazione sul tema e discuterlo con il regista e un’esperta ambientale. Durante la mattinata i ragazzi hanno anche presentato e commentato i lavori realizzati a scuola. Gli interventi sono stati molto sentiti e di alta qualità, indice di un’elevata sensibilità ambientale, senso della giustizia e volontà d’impegno anche nella vita quotidiana.

Durante il Festival è stato poi organizzato un incontro pubblico, volto a presentare l’esperienza delle Acli sulle eccedenze, in cui sono stati resi noti, tra le altre cose, gli aspetti di premialità fiscale e convenienza economica (risparmio sulla TARI) nell’adottare comportamenti virtuosi rispetto allo spreco.

Nell’ultimo giorno c’è stato infine il convegno nazionale, a cui hanno partecipato l’on. Gadda, prima firmataria della legge 166/2016 e il Direttore della Caritas Italiana, Don Marco Pagniello. All’incontro hanno partecipato molti portatori di interessi, in modo particolare gli enti locali, che potrebbero diventare per dimensione e specificità il volano del Progetto stesso, proprio perché le Acli sono fermamente convinte che, per raggiungere risultati concreti, sia necessario lavorare con la comunità e con chi la comunità l’amministra. In quell’occasione l’Associazione ha concordato con ALI (Autonomie Locali Italiane) un atto di indirizzo da inviare a tutti i comuni afferenti alla rete, affinché le azioni di raccolta e redistribuzione delle eccedenze siano co-progettate fra Terzo settore ed enti locali in un’ottica di collaborazione e dialogo continuo fra i principali attori dell’economia circolare.

L’obiettivo più ampio è quello di creare un’azione politica nazionale e locale, per modificare il quadro normativo generale e per elaborare, nei diversi territori, misure innovative e sperimentali, capaci di alleviare le disuguaglianze attualmente esistenti, rigenerando - in modo sostenibile – il tessuto sociale. Le Acli pensano, infatti, che ogni azione sociale interseca quella politica e che la progettualità sociale raggiunga il suo pieno compimento quando diventa anche progetto politico.

Come superare il paradosso degli sprechi https://pop.acli.it/images/acli_-_eccediamo202_-_POST.jpg Redazione POP.ACLI