E' iniziata la prima sessione del percorso  di formazione delle Acli nazionali.

Il 20 e 21 ottobre ha preso avvio a Roma la prima sessione del percorso formativo “Aprirsi al cambiamento”, in una sede importante e cara per noi aclisti: il convento di Santa Maria sopra Minerva, luogo in cui, nell’agosto del 1944 è stata fondata la nostra associazione.

Informazioni, conoscenze, categorie interpretative, sguardo e senso critico, idee progettuali, buone prassi, indicazioni metodologiche, testimonianze di vita, accurata scelta dei luoghi, capacità di esprimersi, di emozionare e di emozionarsi: questi gli ingredienti che abbiamo ricercato per strutturare il nuovo percorso di formazione delle Acli nazionali.

Cercando di attingere alle nostre convinzioni più sincere ed alle nostre migliori intenzioni sul domani che vorremmo per le Acli e per la società ma anche sul dopodomani (perché compito della formazione è anche quello di seminare in vista di tempi lunghi e coltivando pensieri lunghi), abbiamo provato a “mettere dentro” questo percorso le nostre passioni e la nostra sete di un futuro più giusto e più liberante.

Abbiamo deciso di denominare il percorso aprirsi al cambiamento, poiché queste sessioni di formazione si propongono di essere dei momenti di riflessione e di cambiamento prospettico che evidenzino la necessità e l’importanza oggi di investire sulle donne e sui giovani in Italia e nella nostra associazione, in quanto rappresentano i veri protagonisti del futuro

Il percorso consta di tre sessioni formative residenziali e vede la partecipazione di 30 dirigenti provenienti da 15 regioni (per due terzi under 40 e per due terzi donne) che hanno deciso di mettersi in gioco per divenire “formatori per l’innovazione” ovvero di prendersi l’impegno, una volta terminato il cammino di apprendimento e di confronto, di agire sui propri territori per “aprirsi e aprire al cambiamento”. Quale? Quello che renda maggiormente protagonisti i giovani e le donne nella nostra realtà sociale ma anche in quella associativa.

Le diverse sessioni formative rappresentano le tappe che portano a questo cambiamento: Consapevolezza, potere, cultura della cura.

“Ogni cambiamento nasce da una consapevolezza” a questo passaggio cruciale abbiamo dedicato i lavori delle prime due giornate. La consapevolezza è il vero momento decisivo per qualsiasi azione e reazione. Consapevolezza della condizione attuale del nostro Paese e della condizione giovanile e femminile ma anche consapevolezza delle nostre possibilità e consapevolezza di quello che vogliamo essere poiché soltanto essendo consapevoli della nostra vulnerabilità ma anche delle nostre potenzialità e dei nostri desideri possiamo essere in grado di immaginare nuove prospettive e di dare vita a processi di cambiamento.

Ogni sessione formativa è articolata in diversi momenti: siamo partiti, come da sana e feconda tradizione, con una riflessione spirituale capace di “impastare insieme la Parola e le scelte di vita”. Abbiamo affidato questo momento a suor Simona Cherici della Fraternità della Visitazione della Diocesi di Fiesole, che ci ha stimolati sull’importanza essenziale di andare alla ricerca dei nostri desideri più profondi per comprendere cosa vogliamo costruire. A lei abbiamo affiancato la testimonianza di una giovane donna, Sarah Brizzolara, attivista ambientale protagonista dei Fridays for Future, la quale è stata una testimonianza importante sul potere di azione che tutti noi, anche i più giovani, possiamo avere per essere quella porta che si apre per cambiare il mondo. Abbiamo quindi proseguito ascoltando e discutendo due interventi di scenario e di focalizzazione del tema. La storica Elena Riva dell’Università Cattolica di Milano ci ha sollecitati a trovare parole nuove per descrivere il cambiamento, ad avere il coraggio di osare e di indignarci ed in ultimo ha evidenziato come oggi la politica deve diventare cura dell’altro evidenziando come ognuno, nel suo piccolo, può fare la differenza. Il presidente nazionale Emiliano Manfredonia ha quindi concluso la mattinata con delle sollecitazioni importanti per noi aclisti chiedendoci realmente quanto siamo disposti ad essere protagonisti di queste fatiche che portano al cambiamento, poiché è necessario cambiare il modello sociale e promuovere l’importanza di avere cura. In ultimo ha evidenziato come il tema delle donne e dei giovani non siano dei semi che devono rimanere chiusi in una scatola, ma semi che dobbiamo far germogliare.

I lavori del pomeriggio poi sono stati strutturati con focus di approfondimento sul tema della sessione formativa con dei testimoni privilegiati esterni ed interni all’organizzazione: Sabina Siniscalchi già presidente di Oxfam Italia, Michela Francesca Di Stefano di The Economy of Francesco, Silvia Maraone di Ipsia e Raffaella Dispenza presidente delle ACLI di Torino, i quali ci hanno messo in evidenzia, con la loro testimonianza, di come ognuno di noi è responsabile di ciò che ci accade intorno e dell’importanza di costruire un pensiero nuovo. Quindi, al termine della prima intensissima giornata, abbiamo chiesto a Paola Vacchina, presidente di Forma, di sviluppare - nel corso di una cena in un luogo molto significativo in termini di consapevolezza di ciò che si consuma - quattro passaggi intorno alla parola chiave “riconoscere/si”.

La seconda giornata è stata invece dedicata al rafforzamento di alcune competenze trasversali, necessarie per esercitare al meglio la nostra attività sui territori, sempre però correlato e coniugato con gli argomenti trattati nel corso del giorno precedente. In questo percorso abbiamo deciso di sperimentare un laboratorio fotografico che, anche attraverso incursioni urbane (quella Romana si è svolta a Testaccio, un quartiere interessato da significative opere ed azioni di rigenerazione architettonica e sociale), prova a trasmettere l’importanza di educare il nostro sguardo alla bellezza dell’impegno sociale e ad un uso consapevole ed efficace delle immagini nel nostro fare associazione, poiché la fotografia è lo sguardo sul mondo che richiede una relazione, nonché sulla capacità di abbinare sapientemente ed appropriatamente parola e suggestioni visive. La conduzione e l’animazione di questi momenti sono affidate a due affermati professionisti Elena Galimberti e Daniele Cametti Aspri con i quali abbiamo coprogettato, in modo “sartoriale”, l’intervento.

Dal punto di vista strettamente metodologico abbiamo ritenuto opportuno intervallare gli interventi formativi con dei momenti di riflessione individuale. E al termine di ogni prima giornata formativa abbiamo voluto dedicare un tempo per lasciar depositare le molte parole ascoltate, per lasciarle sedimentare e per provare a “cristallizzarle” in piccoli gruppi in modo che possano anche creare delle risonanze utili al prosieguo del percorso. 

In filigrana, inoltre, in tutto il percorso abbiamo deciso di tenere e di tessere il tema della pace: intesa come teoria e prassi della nonviolenza attiva ovvero come gestione dei conflitti a tutti i livelli nel segno della giustizia sociale e nel rispetto per l’ambiente.

La prossima tappa del percorso si svolgerà a Caserta ed indagherà il tema del necessario cambio di paradigma nell’esercizio del potere.

La consapevolezza di aprirsi al cambiamento https://pop.acli.it/images/acli_-_APRIRSI_AL_CAMBIAMENTO_-_3_page-0001.jpg Redazione POP.ACLI