Il Coordinamento donne delle Acli assieme alla presidenza nazionale riflette su come aiutare i violenti ad uscire dalla loro condizione

Il Coordinamento Donne delle Acli assieme alla presidenza nazionale, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ha organizzato il 26 novembre l’incontro Perché la violenza è arrivata a questo punto? (leggi il comunicato stampa).

Il Coordinamento Donne da tempo riflette e lavora sul fenomeno della violenza sulle donne: dal femminicidio, alle violenze domestiche fino alle vittime di guerre e migrazioni. Alcune componenti dell’organo sono professioniste attive in prima linea assieme alle reti di aiuto e sostegno per le donne vittime di violenza. In questa occasione ha voluto accendere un faro sugli inizi promettenti di come aiutare gli uomini violenti ad uscire dalla loro condizione.

Ne sono emersi alcune nuove consapevolezze significative che possano aiutare a fare dei passi in avanti per comprendere meglio questo fenomeno e per introdurre iniziative e collaborazioni più mirate ad uscire da questa spirale di violenza.

Una prima consapevolezza è che la violenza sulle donne da parte degli uomini esiste da sempre: è, purtroppo, un fatto strutturale di tutte le culture in tutto il mondo. Se le reti e gli interventi di protezione delle donne, da parte soprattutto di donne, sono presenti e molto attive, anche se insufficienti per arginare e invertire la rotta, solo da pochi decenni esistono centri di sostegno agli uomini che usano violenza. È una novità importante, perché si inizia a lavorare sul secondo attore, quello attivo di questa specifica violenza: i maschi.

Una seconda consapevolezza è che lo strumento giuridico è utile ma è solo l’ultimo atto di una violenza iniziata ben prima, che ha un suo ciclo di fasi acute e remissioni e che non è stato pensato per risolvere conflitti tra chi ha una relazione intima con un’altra persona, ma piuttosto per dirimere controversie tra sconosciuti.

Una terza consapevolezza è che il movimento femminista ha fatto passi da gigante in questo secolo di vita, mentre il movimento maschile (non maschilista) ha iniziato solo da pochi anni una riflessione su come si può essere maschi in una relazione più paritaria su diversi piani: economico, di gestione familiare, di educazione dei figli, di status sociale, ecc.

Una quarta consapevolezza è che la separazione tra chi compie violenza e chi la subisce, pur necessaria nelle fasi acute e di crisi, è sempre un momento difficile che si vive su un filo sottile, che necessita di accompagnamenti tempestivi e adeguati alle diverse situazioni a livello psicologico, giuridico, di ambienti protetti, di sicurezze economiche, ecc… Spesso l’azione giuridica ha tempi lunghi, mentre la vita delle donne e dei figli ha necessità di nuovi inizi in tempi immediati, o brevi, che sono difficili da gestire.

Una quinta consapevolezza è la dimensione educativa più complessiva che coinvolge tutta la società, dove la promozione di stili di vita, di lavoro, di realizzazione di sé deve incoraggiare più la cooperazione che la competizione, più la cura della relazione che la cura individuale della propria realizzazione: perché “siamo tutti nella stessa barca” ed è meglio provare a uscirne insieme che da soli.

La violenza è uno strumento di dominio sull’altro, non solo un’azione patologica di una persona. È ridurre l’altra a cosa, a oggetto, disumanizzarla, perché solo così si può fare violenza. È accaduto nelle guerre e nei genocidi: se l’altro è una persona come me non posso ucciderla, se è una cosa non c’è nessun problema, tranne quando si ritorna in sé e si capisce il male compiuto.

La violenza contraddice la natura della persona. Tutti siamo chiamati a vivere secondo giustizia, cioè a promuovere la vita dell’altro come della propria contemporaneamente. È il volere il bene dell’altro che ci qualifica come uomini e donne giusti. E se in questo le donne hanno più esperienza, dall’altra gli uomini possono imparare, perché ne fanno esperienza quotidiana a partire dalla loro famiglia.

Come aiutare gli uomini a non essere violenti? https://pop.acli.it/images/donne_violenza.png Redazione POP.ACLI