Le Acli hanno avviato un percorso di approfondimento sulle fonti energetiche alternative per aumentare le conoscenze su un tema che interesserà tutti nell'immediato futuro
Le Acli hanno di recente avviato un percorso di approfondimento sulle fonti di energia alternative, a partire dalla Comunità Energetica Rinnovabile (CER), ritenendo fondamentale aumentare le conoscenze intorno ad un tema che sarà decisivo per la popolazione tutta nel prossimo futuro.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili si possono definire come un’aggregazione spontanea di individui appartenenti ad una stessa comunità territoriale che aderiscono ad un progetto di produzione e autoconsumo di energia elettrica. Rappresentano, quindi, la concreta possibilità per i cittadini di non essere più soltanto semplici consumatori (consumer) di energia elettrica ma diventarne anche produttori/consumatori (prosumer), e di farlo con una forte spinta al rinnovamento del mercato energetico passando da energia prodotta da fonti fossili a energia prodotta da fonti rinnovabili.
Le CER sono uno strumento importante per una corretta transizione energetica verso la decarbonizzazione e per il raggiungimento dell’obiettivo 7 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni. Nuovi modelli socioeconomici caratterizzati dalla circolarità sono indispensabili per ridurre l’impatto ambientale, contrastare lo spreco energetico, diminuire notevolmente le emissioni di gas ad effetto serra e mitigare il cambiamento climatico.
Le CER, in particolare, sono modelli di cittadinanza attiva e un primo passo verso l’energia come bene comune. Il cittadino non più semplicemente e passivamente consumatore di energia recupera una responsabilità individuale che si esercita in termini sociali e comunitari, forse l’aspetto più significativo di questo modello di autoproduzione. Da questo punto di vista le comunità energetiche sono un prezioso strumento di cittadinanza attiva, utile a dar forza e vitalità alla società civile. A ciò si aggiunge la valorizzazione del territorio con le sue risorse naturali, portando ulteriore risparmio energetico facendo coincidere nello stesso luogo produzione e consumo. Più in generale, le CER contribuiscono a socializzare tutti gli attori sociali a stili di vita sobri, contribuendo in tal modo a superare gli atteggiamenti consumistici e il dispendio inutile delle risorse.
Nel tempo le CER possono diventare anche un importante sostegno al reddito dei propri membri grazie alle incentivazioni economiche sull’energia prodotta e consumata. Di certo possono portare alla comunità e al suo territorio benefici ambientali, economici e sociali senza generare profitti finanziari. Avendo la Comunità la possibilità di scegliere dove investire i ritorni economici derivanti dall’autoproduzione di energia, la scelta può ricadere su un impegno di solidarietà nei confronti delle persone più fragili anche attraverso attività socialmente rilevanti e di supporto alla quotidianità dei singoli membri. La Comunità è anche occasione per valorizzare “saperi” e professionalità utili alla realizzazione e gestione della propria CER, oltre ad offrire servizi di consulenza, formazione, supporto anche all’esterno.
In altre parole, la CER mira non solo e non tanto ad ottenere un risparmio in bolletta, quanto piuttosto a promuovere un modello energetico comunitario. Si tratta di una comunità che interpreta i bisogni delle persone e del territorio e che se ne fa interprete. Un sistema energetico fondato su processi partecipativi e rigenerazione dell’economia locale, che può garantire vantaggi interni per i soci e promuovere l’interesse generale della comunità.
Da questo soprattutto nasce l’interesse delle Acli nei confronti delle comunità energetiche: intendiamo queste ultime non come una esperienza da avviare immediatamente, ma piuttosto come un lungo processo di costruzione di legami, che punti a realizzare iniziative bottom up e non calate dall’alto, per dare forza alle comunità territoriali. In questa ottica, immaginiamo le nostre realtà locali come soggetti attivi operanti nel territorio in questo ambito. È nostra intenzione, infatti, affrontare il tema in modo complessivo e organico. Oltre alle comunità energetiche, ci sono anche altre pratiche che possono essere messe utilmente in campo allo scopo di produrre e/o risparmiare energia e risorse. Si tratta, dunque, di sensibilizzare ad ampio raggio le persone e le comunità su stili di vita meno impattanti sull’ambiente, promuovendo tra i cittadini la familiarità con le fonti alternative e rinnovabili di energia, in cui la scelta di partecipare ad una CER rappresenta una delle opzioni possibili.
Non pensiamo che le CER siano la soluzione a tutti i problemi energetici del nostro Paese, né che possano essere una soluzione adatta a tutti e in ogni luogo. Ma ci piacerebbe che quella che pare un’ottima idea non fosse limitata da norme inutilmente complicate e contradditorie e che magari si accelerasse l’emanazione del decreto attuativo contenente i dettagli sugli incentivi alla produzione e consumo di energia all’interno delle comunità, che di fatto renderebbe completamente operative le stesse secondo i nuovi requisiti previsti dal D.Lgs. 199/2021, per poter dare una valutazione più oggettiva e su larga scala dei possibili benefici delle CER.
Come Acli intendiamo sviluppare un percorso formativo su tutto il territorio nazionale in grado di trasferire conoscenze e buone prassi in materia di comunità energetiche delineando l’iter da seguire per la loro costituzione, nonché di promuovere reti di collaborazione con altri soggetti interessati alla loro realizzazione. Allo scopo è stato già costituito un gruppo di lavoro allargato e trasversale sul tema, per seguirne gli sviluppi e favorire il processo di democratizzazione energetica. Un primo incontro per mettere meglio a fuoco limiti e opportunità delle CER si è svolto in modalità mista il 10 febbraio u.s. e ha visto la presenza di Adele Prosperoni (Capo Servizio Ambiente ed Energia, Dipartimento Politico Sindacale – Confcooperative) in veste di esperta. All’incontro erano presenti i responsabili delle deleghe nazionali direttamente coinvolte, i rappresentanti dei diversi enti appartenenti alla rete associativa e dei servizi delle ACLI e gli esponenti locali interessati al tema.
Anche così sentiamo di rispondere a quanto emerso dalla Settimana Sociale di Taranto, ritenendo, da cristiani, che lo strumento delle CER sia un’occasione importante per affrontare insieme due istanze dell’ecologia integrale: la questione ambientale e quella sociale. Esse permettono di allargare il bacino di produzione di energia da fonti rinnovabili e “pulite” e contemporaneamente offrono possibili soluzioni a contrasto della povertà energetica, che colpisce numerose famiglie in Italia. Nelle CER intravediamo quel germoglio capace di fecondare la rete sociale sul territorio e renderla palestra di solidarietà pronta a dare risposte comunitarie ai problemi individuali.