La presenza di Ipsia, Istituto Pace Sviluppo Innovazione Acli, nelle principali fratture dell’oggi: i conflitti, le crisi ambientali e le migrazioni

Ipsia Acli è l’Ong nata su iniziativa delle Acli nel 1985. Attualmente sono 16 le organizzazioni di terzo settore a carattere nazionale o provinciale socie di Ipsia e 7 sono i Paesi in cui l’Ong promuove e gestisce progetti di cooperazione allo sviluppo.

Lo sviluppo del suo acronimo resta la prospettiva e la sfida dell’organizzazione: Istituto Pace Sviluppo Innovazione Acli. Parole dense che richiedono una quotidiana azione di ridefinizione se collocate nella prospettiva dei cambiamenti impetuosi e imprevedibili dell’oggi. Alla luce di questo continuo lavorio di studio, sperimentazione e confronto aver denominato l’Ong delle Acli “Istituto”, lungi da un’accezione strutturale e predeterministica, è stato indubbiamente profetico, così come aver voluto tenere insieme la pace con lo sviluppo attraverso la trasformazione del mondo.

Per quanto riguarda l’impegno nel settore della cooperazione internazionale due sono le linee di attività principali, l’impegno sulla Balkan Route, attraverso interventi di sostegno a favore delle persone in transito e dei contesti di accoglienza, e gli interventi di sviluppo di impresa e di comunità nell’ambito delle filiere agroalimentari in Africa. Altra esperienza concreta di cooperazione che ha caratterizzato il 2021 è stata la raccolta fondi a favore all’Ucraina realizzata con le Acli, a seguito del confronto diretto con l’associazione Damo Radu di Lviv, convenzionata con il Patronato Acli, e con l’oblast’ di Lviv che si è conclusa al momento con la donazione e l’allestimento di tre ambulanze per due ospedali della città (per ulteriori informazioni vedi “Bilancio Sociale 2021” http://www.ipsia-acli.it) .

Tre linee di intervento che confermano la presenza di Ipsia sulle principali fratture dell’oggi: i conflitti, la crisi ambientali e le migrazioni. Tre linee di azioni strettamente interconnesse con la crisi di un modello di sviluppo che un trentennio fa aveva illuso di assicurare crescita economica, aumento dei tassi di democrazia e pace attraverso lo scambio sempre più veloce e libero di merci, informazioni e modelli culturali. Prima l’aumento delle disuguaglianze, poi le crisi ambientali causate anche e in buona parte dal sistema di produzione e di consumo predominante, infine la crisi del modello democratico con l’aumento dei conflitti a livello mondiale stanno a dimostrarci il fallimento del modello di sviluppo meramente economicistico cresciuto smodatamente a seguito della caduta del muro di Berlino e alimentato dall’acritica illusione che con esso sarebbero cadute anche le ragioni più profonde dei conflitti che avevano segnato quello che fu definito il “Secolo breve”.

Oggi siamo tutti più consapevoli dell’interdipendenza fra processi economici e ambientali, quotidianamente ne sperimentiamo le conseguenze, con facilità possiamo accedere ad informazioni e studi, eppure nonostante tutto cerchiamo le risposte all’ansia e alla paura conseguenti ai cambiamenti in atto e all’angoscia di fine festa del modello di sviluppo esclusivamente in risposte locali e identitarie o nell’inutile difesa dello status quo. Purtroppo, se le ideologie nel definire blocchi contrapposti tendevano ad unire e ad individuare modalità di risoluzione dei conflitti, le identità dividono nel tentativo continuo di essere riconosciute, come confermano la maggioranza dei circa 60 conflitti in corso, di cui 30 di grandi dimensioni, a cui andrebbero aggiunte le centinaia di tensioni violente che attraversano il mondo odierno.

Fra paradossi e fratture sta quindi ancora, nel suo piccolo, la sfida e la prospettiva di Ipsia: continuare a gestire in maniera efficace progetti di cooperazione internazionale per incidere sulle cause delle disuguaglianze e aumentare in Italia le occasioni di conoscenza delle dinamiche internazionali, proponendo anche occasioni concrete di conoscenza di quanto avviene in luoghi sempre più vicini a noi attraverso esperienze di volontariato. In quest’ultimo alveo si ascrive il progetto “Terre e Libertà”, di cui quest’anno si celebra il venticinquesimo anniversario, che proporrà ancora nel periodo estivo dei campi di volontariato internazionale nei Paesi in cui Ipsia sta operando (cfr. www.terreliberta.org).

Ipsia da 37 anni in prima linea per la pace, lo sviluppo e l’innovazione https://pop.acli.it/images/IPSIA_TL.jpg Redazione POP.ACLI