Una iniziativa delle ACLI per abbattere l’economia dei muri...

 “Indovina chi viene a cena! Contro l'economia dei muri” prende spunto dal titolo di un famoso film per ricordare quanto sia importante essere una società aperta e solidale, dove nessuno si senta scartato.

L’intento è quello di incontrare la gente e le comunità in momenti conviviali, perché oggi la socialità, il senso di comunità, la cura delle relazioni interpersonali non sono più un fatto scontato, anzi pandemia e rapporti sociali sempre più virtuali stanno nettamente trasformando la struttura delle relazioni, spesso indebolendole. Grazie a un clima sociale sempre più pesante e sfiduciato è spesso nella quotidianità delle nostre esistenze che si erigono muri.

C’è una dimensione delle crisi che stiamo attraversando che è appunto la crisi della socialità, che non è un aspetto tra i tanti, ma il sistema circolatorio attraverso il quale si veicola tutto il resto, economia e democrazia incluse. Senza relazioni non vive nulla e come nel corpo umano il corpo sociale, senza una regolare circolazione, in alcune parti può andare in necrosi. Aspetti e attività come la ricreazione sociale, che svolgono tanti nostri circoli, gruppi e associazioni specifiche o locali, il semplice mettere insieme, far conoscere, creare relazioni e anche mediazione tra persone e famiglie, cessano di essere secondari. Diventano anzi, sempre più importanti e fondamentali. Lo stare insieme e il riconoscersi parte di una comunità, in modo aperto, sono sempre più essenziali per la vita democratica e il tessuto civile dei nostri territori e non solo.

Ma a questo intento si affianca quello di aiutarci insieme ad assumere maggiore coscienza, riflettere e confrontarsi con e su tante dimensioni di esclusione e di separazione che si affermano nel mondo partendo dal prepotente ritorno nella storia della guerra e delle guerre, di quella che Papa Francesco definisce una guerra mondiale a pezzi, e che sembra sempre più diffondersi, con l’invasione dell’Ucraina e con altri scenari di conflitto spesso dimenticati, e coinvolgere le nostre vite.

Riflettere e confrontarsi entrando in contatto con persone ed esperienze che stanno cercando, a partire da tante iniziative e progetti delle Acli, come quelli di Ipsia, la nostra ong, ma non solo, di abbattere questi muri ed affermare la necessità e la possibilità di costruire un’economia diversa e una società inclusiva: equa, solidale e sostenibile.

In questi giorni (soprattutto grazie al lavoro di animazione di https://azionesociale.acli.it/) si stanno raccogliendo e rilanciando iniziative le più differenti e colorate che arrivano da circoli e realtà dei nostri territori.

Certamente dopo aver lanciato questa iniziativa, il pensiero purtroppo va all’ennesima strage consumatasi a Cutro sulla riva del nostro mare. Tragedia sulla quale vedremo se vi siano eventuali responsabilità di mancato soccorso, ma vi è un sempre più forte interrogativo e dissenso politico che si rivolge all’avere, come Europa ed Italia, gestito e cercato di tamponare l’arrivo di chi fugge da guerre, dittature e povertà, spesso con il concorso di poco edificanti accordi con dittature e paesi che non rispettano i diritti umani.

Questa volta abbiamo visto i corpi e i volti di tanti, ci siamo accorti che sono persone, ma migliaia sono le vittime invisibili e sconosciute, anche di torture e di tanti altri orrori. Sono migliaia anche bambini, i morti nel nostro mare e in altre rotte, come quella balcanica.

Quasi 100 milioni di persone sono in fuga. Un popolo molto più grande della Germania. Abbiamo come Paese evitato di affrontare fenomeni complessi e storici, che sicuramente reclamano una politica lungimirante e di portata europea e internazionale, rifugiandosi dietro a muri che hanno anche il compito di non farci vedere, di proteggere e coccolare la nostra indifferenza globale. Muri che ci permettono di girarci dall’altra parte.  Muri che andrebbero invece eretti contro i flussi finanziari che arrivano da tanti paradisi fiscali, zone franche in cui sovente si moltiplicano e consolidano potere e ricchezze di guerre, dittature, corruzione e mafie, comprese quelle di chi traffica in esseri umani.

Ma non sono solo quelli i muri da abbattere, pensiamo a tante situazioni di fragilità, a chi faticava già prima di questi tempi grigi a vedersi riconoscere i propri diritti, a trovare per esempio forme di inclusione lavorativa non estemporanee. Situazioni che vedono tanto Terzo settore, e non solo, impegnato a creare e osare un’economia di tipo diverso, “civile” perché tesa proprio a ridare un tessuto di valori, diritti e umanità all’efficienza economica. “Civile” perché portatrice di quella nuova civiltà planetaria che il mondo attende.

Che sia un pranzo, un aperitivo o una bicchierata ecco allora che “Indovina chi viene a cena! Contro l'economia dei muri” vuole essere un’occasione di incontro con l'altro e con gli altri, con esperienze di azione concreta per cementare le relazioni, combattere l’isolamento e rinsaldare quel senso di comunità autentica che è alla base della nostra democrazia. E di un futuro che crediamo possa ancora osare dirsi migliore per ogni persona e per la nostra vita insieme nel mondo.

Indovina chi viene a cena https://pop.acli.it/images/chi_viene_cena_Acli.png Redazione POP.ACLI