Lo abbiamo sperimentato con dieci giovani e dieci anziani provenienti da cinque regioni differenti che hanno vissuto tre giorni di formazione a Roma nel laboratorio “Generi e generazioni” che li vedrà impegnati fino a novembre prossimo...

E’ possibile promuovere il dialogo intergenerazionale? Si possono immaginare e ripensare i nostri luoghi con momenti di incontro e confronto fra le vecchie e nuove generazioni? In questo tempo di incertezze, abbiamo immaginato uno spazio, sospeso tra la memoria dei sogni passati e il tempo presente, dove l’incontro con l’altro si è fatto luogo concreto di speranza per il futuro delle nostre comunità.

Sono molte le ragioni per le quali è importante fare memoria oggi, le generazioni mature sono indotte a pensare che i punti di riferimento che le hanno sorrette nell’impegno siano tali anche per le nuove generazioni ma non è così. Come ci insegna Giovanni Bianchi, la memoria deve essere organizzata per non disperdersi e svanire.

Ci siamo quindi messi in gioco interrogati dalla silenziosa domanda di chi ci stava di fronte, abbiamo abbattuto quel muro di diffidenza e indifferenza e abbiamo riconosciuto insieme che è indispensabile trasmettere di generazione in generazione un racconto di vita in cui inserirsi per creare un’identità narrativa e relazionale forte.

Dedicarsi a se stessi e agli altri attraverso l’incontro e il servizio è un prenderci cura necessario che non possiamo rimandare al domani, mai perdendo il filo della memoria e della storia alla quale oggi più che mai è necessario rivolgere domande di futuro: su dove stiamo andando, su cosa fare e su come farlo.

Il nostro essere associazione popolare, permette a un gran numero di persone di avvicinarsi e viverla secondo le proprie inclinazioni, desideri e bisogni, spesse volte, però senza tener conto “dell’altro accanto a noi” che opera e agisce nel suo quotidiano. Per questo la Federazione Anziani e Pensionati ha deciso di mettersi in dialogo con i Giovani delle Acli, guidati metodologicamente dalla Funzione formazione delle Acli Nazionali per provare a tessere trame generative di incontro tra generazioni.

Il progetto sperimentale che è stato pensato, mettendo assieme sinergie inedite, si è concretizzato lo scorso 10-12 marzo a Roma, dove 10 giovani e 10 anziani si sono incontrati per avviare il laboratorio formativo e di impegno sociale “Generi e generazioni”.

I luoghi cardine del percorso sono densi di significato e ricchi di storia e memorie da ripercorrere: partendo dal Convento di Santa Maria Sopra Minerva, sede di fondazione delle Acli, passando per le vie del quartiere ebraico e nella Chiesa del Gesù abbiamo cercato di raccontare le storie e l’impegno di uomini e donne, religiosi e laici che hanno agito e stanno agendo per il bene comune riconnettendo i fili della memoria e della democrazia italiana con la realtà attuale.

L’obiettivo principale è quello di avviare processi di incontro che, come ci esorta Papa Francesco, possano costruire un popolo capace di raccogliere le differenze.
E’ il Papa a fornirci la prospettiva da assumere per un lavoro che viaggia sul filo dell’incertezza, del dubbio e della fatica invitandoci ad utilizzare lo strumento del discernimento per procedere nel dialogo con cautela, senza perdere la rotta e vivendo il rischio e la paura dell’incontro.

Riconoscere, interpretare e scegliere (EG. n.51), questi i tre passaggi fondamentali che ci dona Papa Francesco come stile da assumere nell’analizzare e vivere i nostri tempi e che noi abbiamo utilizzato per accompagnare ogni partecipante nell’esercizio di mettersi in relazione con l’altro.

Simone Romagnoli, coordinatore di Giovani delle Acli, in dialogo con Rosario Cavallo, segretario della federazione Anziani e Pensionati, ha aperto la tre giorni con un invito che vuole essere richiesta esplicita all’altra generazione: mettersi con coraggio e partecipazione all’interno del confronto provando ad immaginarci o ricordare il nostro essere giovani, adulti e anziani come consegna generativa per tutti, soprattutto per le nostre comunità.

Con l’aiuto e l’esperienza del professor Ivo Lizzola, ordinario di Pedagogia sociale e di Pedagogia della marginalità, del conflitto e della mediazione presso il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università di Bergamo e che vede tra le sue ultime pubblicazioni proprio il libro “Di generazione in generazione”, abbiamo raccolto e riletto le storie e le esperienze di ogni partecipante chiedendo ad ognuno di condividere una foto o un oggetto che rappresentasse speranze e sogni ricavati da un’esperienza del passato e dall’attesa del futuro.

E’ cosi che ci siamo riconosciuti e abbiamo riconosciuto L’ALTRO, partendo dalle nostre radici, dal desiderio di camminare all’interno di una storia già iniziata, consapevoli che con il nostro contributo potremmo renderla nuova e forse migliore.

Attraverso attività informali e momenti di formazione specifica abbiamo consegnato ad ogni partecipante la cassetta degli attrezzi per progettare insieme momenti di condivisione e di pensiero nei luoghi fulcro della nostra associazione, i circoli.

Abbiamo affidato il racconto delle nostre cinque “figure guida” a Franco Passuello e Eva Martucci che con grande passione ci hanno raccontato la storia di Teresio Olivelli, Tina Anselmi, Maria Federici, Aldo Moro e Giorgio La Pira. Credenti e con una visione avanzata della società, attenti e fedeli alla giustizia sociale ed alla costruzione della pace, saranno loro ad accompagnare i cinque territori coinvolti per la prima attività che li vedrà collaborare insieme a partire dal prossimo 25 aprile realizzando attività laboratoriali, incontri pubblici e visite ai luoghi simbolo della resistenza. Queste attività li vedranno impegnati fino a novembre quando avranno modo di incontrarsi nuovamente per raccontarsi e confrontarsi sulle prassi e sulle posture assunte in questi mesi insieme.

Ci auguriamo che questo sia il primo tassello di una generatività diffusa sui nostri territori per nuove e buone prassi portate avanti da donne e uomini di coraggio.

Dialogo tra generazioni…si può? https://pop.acli.it/images/generazioni_giovani_anziani.jpg Redazione POP.ACLI