Quali sono le motivazioni profonde del nostro agire sociale? Quale ruolo e quali tratti distintivi avere nella costruzione di un mondo migliore? A queste domande risponderanno 7 laboratori formativi con aclisti provenienti da ogni territorio...

Viviamo in un tempo non solo segnato da grandi cambiamenti ma da un vero e proprio cambiamento d’epoca (come ci ricorda Papa Francesco). Davanti a questa incertezza e alle molte impegnative sfide che la storia ci pone davanti crediamo giusto interrogarci sulla nostra capacità di suscitare ancora nuovi entusiasmi, di collaborare con le realtà vicine a noi, di coinvolgere i soci e di affrontare da protagonisti temi cruciali per il presente e per il futuro.

Il nostro movimento non vuole e non deve rinunciare a giocare il proprio piccolo ma significativo ruolo nella consapevolezza del valore dell’azione sociale, senza nascondere le proprie fragilità, ma riscoprendo quale vocazione ci muove e quale stile contraddistingue il nostro agire nella contemporaneità.

Quante volte presi dal fare abbiamo dimenticato il gusto ed il giusto di quello che quotidianamente facciamo e la possibilità di essere attrattivi per le persone che abbiamo intorno. Quante volte abbiamo perso di vista la comune missione tra l’associazione ed i servizi.

Per mettersi in questa prospettiva la formazione può essere uno strumento utile, può dare un contributo al riappassionamento associativo e creare relazioni feconde e creative tra le persone. Può essere il modo e l’opportunità per mettere insieme persone impegnate nelle Acli a vario titolo (presidenti di circolo, componenti dei consigli e delle presidenze provinciali e regionali, direttori o operatori o promotori sociali volontari del Patronato, direttori o operatori o volontari del sistema Caf, presidenti di ASD o dirigenti dell’US Acli, dell’ENAIP, della cooperazione e delle associazioni specifiche e professionali) per farle interagire e riflettere insieme su quale sia lo stile che le Acli vogliono portare avanti e con il quale intendono contraddistinguersi nell’oggi e nel domani.

A partire da tutte queste considerazioni, su mandato della presidenza nazionale, abbiamo progettato un laboratorio formativo esperienziale di tre giorni. Per dare la possibilità al maggior numero possibile di persone di partecipare proporremmo questo laboratorio in sette date diverse durante la stagione estiva dal 19 giugno al 9 settembre, in una località ricca di storia, immersa nella natura quale è Subiaco, dove vivere un tempo fatto di luoghi, silenzi, parole, riflessioni e discernimento e proprio per questo abbiamo deciso di chiamare questa proposta “Il G(i)usto di fare le Acli”.

Il metodo che useremo è quello suggerito dal Papa nella Evangelii Gaudium che aggiorna il nostro antico “Vedere, Giudicare, Agire”. A corredo di ciò potremo contare sugli “ancoraggi” che il luogo ci offre. Saremo infatti dove Benedetto da Norcia scrisse la sua regola (Ora et Labora) e dove fondò, insieme alla sorella Scolastica, l’ordine monacale che fu capace di cambiare il corso della storia della nostra “casa comune”: Benedetto ed i suoi confratelli e le sue consorelle sono lì a ricordare che “i semi della ricostruzione possono essere piantati anche nel peggior momento possibile quando prevale la violenza, quanto i tempi sono segnati da migrazioni di massa, guerre…” – così scriveva Paolo Rumiz e quante assonanze ci sono con l’oggi e con il “grande compito” che abbiamo davanti!

Qui visse anche san Francesco e il contesto è appropriato anche per comprendere il valore dell’ecologia integrale e di quanto nella natura tutto sia intimamente connesso.

Insieme a relatrici e relatori di spessore, facendoci ispirare dal luogo e mettendoci in discussione proveremo a ricercare il nostro desiderio di giustizia e di bellezza, il nostro carisma ed il nostro stile.

La sfida è impegnativa ed anche ambiziosa, ma soprattutto è un impegno che dobbiamo affrontare per il bene del nostro movimento e perché questo possa essere ancora significativo nelle nostre comunità.

Vogliamo far nascere e riconoscere i germogli nascosti nei nostri territori e lo dobbiamo fare nello spirito della “perfetta letizia”. Scriveva a tal proposito il presidente nazionale nella sua relazione ad Assisi nell’ultimo incontro di studi: “è perfetta letizia quando ci poniamo davanti alla storia consapevoli di dover giocare un ruolo; lo è quando davanti alle storie dei nostri fratelli possiamo tendere una mano. Quando, di fronte alle difficoltà di questo nostro tempo complesso andiamo al di là delle denunce, oltre la rabbia e sappiamo costruire nuovi legami”.

Nel cambiamento d’epoca c’è il G(i)usto di fare le ACLI https://pop.acli.it/images/formazione_Acli_Gusto.jpg Redazione POP.ACLI