Un percorso laboratorio per una politica pubblica partecipata a partire dai temi della coprogrammazione e coprogettazione...

La cooperazione sociale promossa o che collabora con le ACLI si è ritrovata in questi anni in un lavoro di collaborazione e rete leggera denominato “Su la testa!”. Un percorso nel quale insieme a molte cooperative e territori ACLI si è ritessuta una trama di rapporti, idee e collaborazioni. Ne è venuto fuori, grazie a un lavoro collettivo, una visione strategica e di rinnovato impegno comune. Una visione che è un invito ad alzare lo sguardo insieme oltre le fatiche quotidiane, soprattutto per superare la forte pressione esterna che spinge spesso a lavorare al massimo ribasso. Una spinta al ribasso che è una delle sbandate del sistema Paese che lo rendono in parte ostaggio di un’economia di bassa qualità professionale e umana, spesso sommersa o, peggio, che strizza l’occhio a speculazioni e malaffare.

Su la testa per tornare a convocare e rimettere al lavoro le comunità, per interpretare il cooperare come esperienza di mutualità e democrazia vissuta, capace di creare e non subire il mercato e di richiamare le istituzioni a non smobilitare per ritagliarsi solo ruoli marginali, ma a ritessere insieme un disegno comune di libertà e giustizia sociale.

Su la testa per fare del sociale, della cultura, dell’ambiente e della democrazia principi dello sviluppo, sue condizioni determinanti, e nel contempo suoi obiettivi, risultati da raggiungere, perché sia uno sviluppo autentico e non insostenibile per le persone e per l’ambiente.

Da un lavoro di ricerca su come le cooperative avevano affrontato la pandemia lo scorso anno si è riflettuto sul fatto che “«…soprattutto oggi che povertà, diseguaglianze e vulnerabilità toccano strutturalmente nel profondo lo stesso lavoro sociale, e non solo le tante fragilità sociali di cui esso da sempre si occupa e cerca di prevenire, questi fronti (ci) chiedono un riscatto di un proprio originario agire politico, non solo per non essere spazzati, ma affinché tanta domanda di giustizia largamente diffusa non resti inevasa o diventi preda di derive autoritarie» (dalla conclusione del report “Il lavoro sociale è politico”).

Ecco allora che nel 2023 ci si è dati un nuovo percorso, in collaborazione con le Acli Milanesi e le Acli Lombardia. Il titolo è “Una nuova politica pubblica partecipata a partire dai temi della coprogrammazione e coprogettazione”, iniziato a Milano il 26 giugno. In totale, si tratta di tre incontri in presenza e tre online, con chiusura il 6 novembre 2023 (per i materiali andare su https://www.acli.it/cooperazione-acli-su-la-testa/)

Infatti le nuove norme sul Terzo settore hanno consentito di aprire appieno lo spazio dell’Amministrazione condivisa, prevedendo non semplicemente che si possa coinvolgere il Terzo settore, ma che si debba coinvolgerlo già in fase di programmazione sui diversi temi che riguardano le sue attività di interesse generale, ovvero diversi ambiti del welfare, ma non solo: l’ambiente e altro ancora.

Sulla pace stessa e sulla cooperazione internazionale o la difesa dei diritti umani le nuove regole impongono allo stesso Governo italiano (per ora invano) di coprogrammare con il Terzo settore quali interventi e quali modalità di realizzazione scegliere in merito a tanti scenari di guerra e di oppressione.

L’approccio ai temi nel percorso proposto è formativo e laboratoriale, non solo tecnico, ma orientato, nello spirito di Su la testa, a riscoprire una capacità di azione politica tesa a convocare le comunità, anche attraverso l’approccio dell’Amministrazione condivisa, alla partecipazione alla definizione delle politiche pubbliche, per dare spazio alle ragioni e alla promozione di una maggiore giustizia sociale e ambientale.

C’è sicuramente una necessità di conoscere aspetti e procedure amministrative specifiche, ma c’è anche da approfondire le metodologie e gli approcci migliori per far sì che non si tratti solo di un modo diverso di lavorare, ma si guardi anche a come si possa rimettere in pista una nuova alleanza tra istituzioni e società nel creare una nuova politica pubblica costruita insieme re-istituendo il senso stesso dell’essere insieme comunità e il ruolo delle istituzioni.

Per questo il percorso vuole farsi anche laboratorio di proposte politiche, di un modo di interpretare l’Amministrazione condivisa che rimetta in campo una politica pubblica inedita. Il tempo anch’esso inedito che stiamo vivendo ci chiama a ritessere la democrazia come una trama quotidiana nella società e nell’economia. Nella determinazione che una nuova coscienza popolare fondata sul “nessuno si salva da solo” sorga e si affermi laddove invece rischiamo un pianeta dove ognuno cerca di salvarsi da solo e scapito degli altri.

Madri e padri costituenti sapevano bene come la lotta per la libertà e la giustizia sociale dovesse trovare (rifacendosi al discorso di Aldo Moro nell’Assemblea Costituente intitolato “I tre pilastri”) nei suoi primi tre articoli, architrave di tutto il disegno democratico, come pilastri fondamentali quelli “ ..della libertà della persona, dell'autonomia delle formazioni sociali, della democraticità e socialità dello Stato..”. L’antifascismo stesso, la lotta contro ogni autoritarismo e per un futuro di libertà e giustizia sociale necessitano del ruolo di tutti tre, diversamente la democrazia e la convivenza tra i popoli perdono di respiro.

"Sulatesta" per una nuova politica pubblica partecipata https://pop.acli.it/images/sulatesta.png Redazione POP.ACLI