Passione, occhi entusiasti, voglia di fare e di esserci nel futuro contribuendo a rendere questa società più umana: questa è stata l’esperienza formativa de "Il g(i)usto di fare le Acli"...

Passione, occhi entusiasti, voglia di fare e di esserci nel futuro contribuendo a rendere questa società più umana: questa è stata l’esperienza formativa de Il g(i)usto di fare le Acli.

Otto laboratori formativi, 168 ore di formazione, 215 partecipanti da 74 Province, 8 Regioni e 5 Paesi d’Europa, questi i numeri che sintetizzano Il g(i)usto di fare le Acli: un programma di formazione estiva residenziale voluto dalla presidenza nazionale delle Acli per riscoprire insieme quale vocazione ci spinge a fare le Acli e quale stile contraddistingue il nostro agire nella contemporaneità.

In queste appassionate ed appassionanti occasioni di condivisione, in cui si sono alternate fasi di ascolto, silenzio e riflessione, di confronto con l’altro e di co-costruzione di un pensiero comune, si sono avvicendati sette docenti che, da diversi punti di vista, ci hanno fornito un quadro complessivo (economico, sociale, politico, ecclesiale) del “cambiamento d’epoca” che stiamo vivendo. Con l’aiuto di altre tre docenti si è poi lavorato riflettendo sul compito che abbiamo nel mondo d’oggi: la nostra vocazione, il nostro carisma e anche i nodi critici da sciogliere. In conclusione, si è elaborata una riflessione comune sul nostro stile da portare nella società e nella Chiesa. Grazie all’opera e all’arte di 5 tra attrici, attori ed autori abbiamo quindi scoperto insieme l’efficacia del teatro civile come strumento di formazione sociale. Ed infine i luoghi prescelti ci hanno rivelato il loro “genius” divenendo parte essenziale dell’esperienza. Gli otto laboratori si sono infatti svolti a Subiaco, nella valle dell’Aniene, dove i partecipanti hanno potuto lavorare, meditare, contemplare e vivere in modo conviviale tra il Monastero di Santa Scolastica, il Santuario del Sacro Speco, l’Eremo di San Biagio ed il convento di San Francesco, lasciandosi ispirare dalla viva memoria dei patroni d’Italia e d’Europa ma anche dalla santa di Norcia e di suor Maria Pia Giudici, testimoniata dai benedettini, dalle francescane e dalle salesiane che oggi custodiscono questi luoghi.

Cercando di esprimere alcune considerazioni di sintesi come staff formativo (coadiuvato da sette dirigenti territoriali che hanno con noi concorso alla conduzione dei laboratori, in particolare nel moderare i lavori di gruppo secondo il metodo sinodale) ci sentiamo di affermare che essere aclista oggi, nelle sue diverse accezioni (volontario/a, dirigente o collaboratore/rice professionale), implica delle “radici motivazionali” molto forti.
Dal nostro lavoro di ascolto sono emersi in modo evidente sia il sentimento sia la consapevolezza dell’essere eredi di una storia bella ed importante: fatta di pensieri, azioni, lotte, passioni, formazione, convivialità, spiritualità ma soprattutto di donne e uomini impegnati per il bene comune. Una storia fondata su valori solidi e giusti della quale essere grati e riconoscenti con il desiderio di continuare ad esserne testimoni.

L’invito insito dietro il grido “Restiamo Umani” è il fondamento del “fare” aclista, anche i gesti più semplici che lo contraddistinguono hanno un volto, il volto delle persone e delle comunità che si incontrano ogni giorno e che spingono ancora oggi a creare luoghi di sostegno, di cura ma anche di cittadinanza attiva. I circoli, gli sportelli, le associazioni sportive dilettantistiche, i segretariati sociali, “le mille case delle Acli” sono riconosciuti come luoghi a cui accedere con fiducia per esercitare i propri diritti e per espletare i propri doveri.

I luoghi sono fondamentali per sostenere l’appartenenza, la relazione e la partecipazione, nella speranza che essi siamo e rimangano sempre aperti. Nelle Acli si diventa competenti nell’accogliere l’altro. Nelle Acli si può vivere la propria spiritualità in maniera contemporanea, riconoscendo il fondamento della propria fede o della propria ricerca nel valore della comunità. È nel mettersi disinteressatamente al servizio che le persone esprimono la loro più profonda umanità.

Le Acli sono state capaci di trasmettere efficacemente i propri valori con coraggio, ed è riconoscendosi nei valori della propria azione sociale che si genera cambiamento. È con un efficace impegno civile che si possono produrre e generare cambiamenti dal basso influenzando positivamente la società in cui viviamo.

La nostra risorsa più grande in un sistema articolato, complesso e capillarmente presente in tutto il Paese (ma anche con “antenne” in 22 Stati esteri), sono e rimangono le migliaia e migliaia di persone che lo animano. Donne e uomini con tante e diverse competenze, profondamente radicati nelle proprie comunità. Il riconoscere nella persona “un capitale ed un potenziale umano” che può migliorarsi con la formazione, l’incontro con l’altro e la condivisione delle buone pratiche sono un “patrimonio importante” da saper accuratamente valorizzare.

Il sistema tutto può e deve tendere all’armonia, possiamo essere un’orchestra dove ognuno con il proprio ruolo può lavorare bene tendendo a raggiungere il vero bene comune, dove tutti sono importanti e dove, seppur nelle diversità, si è uniti nella fraternità e nella sororità.

C’è tanto gusto giusto nel fare le Acli! https://pop.acli.it/images/formazione_subiaco.jpg Redazione POP.ACLI