Perché il Natale ci affascina e ci seduce? Perché suscita in noi caldi e dolci affetti? Perché Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi?

Queste domande sono un invito a immergerci in un evento imprevisto: Dio che si fa uno di noi. Un evento che ci piace perché un Dio vicino ci rende felici, non ci fa sentire soli su questa terra, schizzo di materia che gira come una trottola nell’universo immenso che si espande sempre più.

E’ un Dio che si prende cura di noi, è un Dio che genera vita nell’amore. Il Dio biblico è un Dio che si intromette in punta di piedi, ma con risoluto amore, nelle nostre vite per sorreggerle nella fragile libertà che ci è donata. Non è il Dio motore immobile della filosofia greca, ma è colui che ha liberato con braccio potente un popolo dalla schiavitù affinché diventasse testimone davanti agli altri popoli della terra della cura di Dio per la vita che ha generato con abbondanza.

Gesù non era previsto né dagli uomini in generale, né da Maria in particolare e nemmeno da Giuseppe. E’ la sorpresa più grande della storia, perché inaspettata. La sua nascita è una storia piena di svolte inattese, di promesse incredibili: genererai un figlio pur non conoscendo uomo, sarà il Salvatore, Figlio di Dio, eppure uomo come noi.

Maria e Giuseppe acconsentono alla proposta di Dio accogliendo le inattese parole di Dio e appena nato Gesù devono fuggire in Egitto per l’invidia di Erode. Eventi successivi ci faranno comprendere come Gesù sarà il Salvatore, fino alla morte in croce e alla resurrezione. Gesù, uomo di fede, ha vissuto per testimoniare come la vita viene generata da un Dio che non è autocentrato su di sé, ma è generatore di vita in sé e fuori di sé: il Padre.

E tutto questo ci commuove, perché è il senso della nostra vita: generati alla vita per generare vita, relazioni, amore, solidarietà, giustizia. A Natale i mali del mondo sono momentaneamente messi da parte, le famiglie si riuniscono per festeggiare insieme la loro origine, non solo fisica ma anche spirituale, per riconoscere in quel bambino appena nato il principio che ci consente di vivere come fratelli di un unico Padre.

Una parte significativa della cultura dominante ci vuol far credere che per essere felici dobbiamo essere persone che godono di sé stesse. Il Dio di Gesù non è un individualista che gode di sé stesso, ma è un Dio che genera e fa nascere e crescere l’altro: il Figlio nello Spirito, il cosmo e l’umanità.

I regali di Natale sono un piccolo segno della cura dell’altro, per renderlo felice con qualcosa che lo faccia crescere nella capacità di generare vita. Se ci riduciamo a consumatori che spendono per sé e così si isolano dagli altri, il Natale ci prende per mano e ci riporta alla nostra verità di donne e uomini in relazione che si sostengono gli uni gli altri nelle vicende della vita.

Il Natale porta alla riflessione, alla contemplazione, al riposo, al sottrarsi alla frenesia della vita moderna, al presente che elimina il tempo e la storia, per aprirsi all’origine di tutto e per guardare alla fine di tutto, quando tutta la storia dell’umanità sarà riconsegnata trasfigurata dal Figlio al Padre.

Godiamoci con spirito rinnovato questo Natale con i nostri cari e accogliendo chi è solo.

 

logo_POP.webp  N. 11-12 novembre-dicembre 2023

Natale: festa della generazione imprevista https://pop.acli.it/images/natale_avvento.jpg Redazione POP.ACLI