L’Unione Sportiva Acli: una associazione visionaria e moderna che ha contribuito alle politiche sociali del Paese...

Sessant’anni con una visione chiara del ruolo dell’attività sportiva all’interno delle politiche pubbliche del Paese. Oggi lo chiamiamo “welfare”, ma nei primi anni Sessanta, più precisamente nel 1963, anno di fondazione dell’Us Acli, era il “benessere” e già si parlava all’interno dell’ente della necessità di uno sport che fosse centrale per il miglioramento della vita dei cittadini.

Questo lo spirito con il quale l’Us Acli ha festeggiato i suoi sessant’anni, consapevole di esser stata visionaria e moderna, quando molti dei protagonisti dell’attuale riforma dello sport, forse, nemmeno erano nati. Ma le nostre origini risiedono nelle Acli e nei loro circoli, dove lo sport si praticava come dopo lavoro. Lì nacquero le prime sezioni sportive, mentre solamente nel 1963 arrivò l’autonomia amministrativa e statutaria, pur sempre nel rispetto di una comunità di intenti tra Acli e Us Acli.

La forza del nostro ente, oltre quella di aver sempre avuto una visione chiara di come lo sport potesse contribuire alle politiche sociali del paese, è stata quella di avere la capacità di calarsi sempre al centro del dibattito delle politiche sportive.

Il riconoscimento da parte del Coni nel 1974 ne è un primo esempio.

L’Us Acli, dunque, ha avuto un ruolo centrale nello sviluppo delle politiche sportive, basate su quell’attività sociale e di sport per tutti che ancora oggi caratterizza il nostro lavoro. Non abbiamo paura di dire che, tra tutti gli enti di promozione sportiva, siamo quelli con la vocazione maggiore di sport sociale.

Un concetto portato avanti nel tempo e che abbiamo ribadito in occasione dei nostri sessant’anni in un evento che ha visto susseguirsi momenti di informazione, tavole rotonde e anche di racconto della nostra storia attraverso la narrazione dei presidenti e dirigenti che negli anni si sono succeduti.

Nello scrivere il libro con la storia dei nostri sessant’anni ci siamo addirittura imbattuti in un documento di metà degli anni ’50 (quindi precedente alla nascita dell’Us Acli). Uno studio, quando ancora non c’era l’autonomia statuaria, che richiamava la necessità che lo sport fosse uno strumento di politiche pubbliche, quello che oggi è il welfare da raggiungere attraverso l’attività sportiva e che si sta verificando con la riforma sportiva e non solo.

Insomma, dei precursori dei tempi moderni. Con il 2023 che ha rappresentato anche l’anno in cui l’attività sportiva ha fatto il suo ingresso nella Costituzione. Lo ha fatto attraverso l’articolo 33, cambiando così la percezione della politica e dell’opinione pubblica dello sport nei confronti del suo ruolo nello Stato:  «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme», recita la Carta.

Quello per il quale l’Us Acli, con i suoi dirigenti e tesserati, si è sempre battuto. Uno sport che sia di tutti e per tutti, senza barriere di qualsivoglia forma: economiche, sociali, di genere, etnia o religione.

 

 N. 1 Gennaio 2024

Sessant’anni al fianco dello sport https://pop.acli.it/images/sport_bambini.jpg Redazione POP.ACLI