Continua il percorso, nato dal laboratorio formativo e di impegno sociale “Generi e generazioni”, avviato in marzo a Roma...

Sii paziente verso tutto ciò / che è irrisolto nel tuo cuore e… / cerca di amare le domande, che sono simili a / stanze chiuse a chiave e a libri scritti / in una lingua straniera. / Non cercare ora le risposte che possono esserti date / poiché non saresti capace di convivere con esse. / E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora. /Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga, / di vivere fino al lontano / giorno in cui avrai la risposta.

Rainer Maria Rilke 

Il percorso, che nasce dal laboratorio formativo e di impegno sociale “Generi e generazioni” avviato lo scorso marzo a Roma, continua a Bologna dove i giovani delle Acli e gli anziani e pensionati della FAP si sono incontrati per condividere le loro esperienze territoriali e rilanciare progettualità future.

È possibile promuovere il dialogo intergenerazionale? Si possono immaginare e ripensare i nostri luoghi con momenti di incontro e confronto fra vecchie e nuove generazioni? Sono queste le domande vissute dall’inizio del nostro percorso, siamo stati in grado di coltivare la pazienza, la capacità di ascoltare e abbiamo atteso gli avvenimenti, raccogliendo risposte inaspettate.

È indispensabile immaginare quali politiche promuovere in una società dove a fronte di una corposa presenza di anziani si registra un numero sempre minore di giovani, è necessario creare nuovi spazi di dialogo, nuove proposte educative, formative e sociali e soprattutto assumere prospettive di reciprocità e interdipendenza positiva tra generazioni.

Ma alla base di tutto occorre creare le condizioni necessarie perché questo avvenga partendo dalla consapevolezza che il dialogo intergenerazionale è un esercizio non prioritario e quindi pratica non diffusa nelle società che ha bisogno di cura e accompagnamento, strumenti e attenzioni inedite.

Assumere come priorità il dialogo intergenerazionale è una sfida che ha aperto sentieri progettuali inediti sono così nate esperienze teatrali, animazioni territoriali, scuole di formazione alla cittadinanza attiva e all’amministrazione consapevole che affondano le proprie radici nella collaborazione di diverse generazioni sul filo della memoria e dell’impegno di grandi figure della democrazia italiana.

I partecipanti del laboratorio formativo “Generi e generazioni” dopo otto mesi dal primo incontro di Roma sono stati accolti a Bologna, in luoghi significativi della vita civile e sociale della città.

Siamo partiti dall’esperienza delle case di quartiere, definite come luoghi del possibile, aperti alle diverse forme di socialità e alla sperimentazione di nuovi servizi di prossimità. Il loro insieme costituisce un’infrastruttura civica diffusa che supporta e accoglie le iniziative e la partecipazione dei cittadini e delle cittadine valorizzando lo scambio intergenerazionale ed interculturale per generare coesione sociale.

Abbiamo vissuto la bellezza dell’arte della Raccolta Lercaro e delle stanze del palazzo comunale affacciato su Piazza Maggiore, riconoscendo il valore degli spazi urbani come spazi abitabili, valorizzando i racconti di chi li vive ogni giorno attraverso l’impegno associativo. In particolar modo abbiamo conosciuto il progetto di “Adotta un nonno” promosso dalle ACLI di Bologna assieme alla Diocesi, che dalla pandemia ad oggi vede coinvolti i bambini e gli anziani in relazioni di affetto, scambio, racconti di vita.

È anche attraverso i luoghi che si incarna l’esperienza concreta, è qui che ogni partecipante si è potuto raccontare nelle criticità vissute e ha potuto riconoscere gli apprendimenti insiti dietro il processo di costruzione delle progettualità territoriali.  Grazie all’accompagnamento dell’Istituto di Ricerche educative e formative delle Acli (IREF) con gli studenti del corso di laurea in Sociologia per la sostenibilità e analisi dei processi globali dell’Università Sapienza di Roma, abbiamo sperimentato l’importanza della ricerca sociale applicata, come metodo di valorizzazione delle storie di vita.

Applicando il metodo delle interviste abbiamo sperimentato l’emozione della conoscenza reciproca e abbiamo concluso il laboratorio con un’intervista ad uno dei più importanti testimoni del nostro tempo, Don Luigi Ciotti, che ha dialogato con noi sui temi della nostra attività formativa e sulle sue prospettive future.

Rosario Cavallo e Simone Romagnoli nel tirare le fila degli apprendimenti di questi intensi mesi hanno concordemente affermato la volontà di replicare in altri territori una sperimentazione che ha dato prova di essere generativa per la nostra associazione.

 

 N. 1 Gennaio 2024

Dialogo tra generazioni, un’utopia concreta https://pop.acli.it/images/ACLI_Generi_e_Generazioni.jpg Redazione POP.ACLI