Il mistero Pasquale è un evento di rivelazione mai compiuto definitivamente, che richiede di tornare e ritornare a viverlo periodicamente...

La fede cristiana è la relazione di fiducia-affidamento al Dio manifestato da Gesù Cristo con l’annuncio della vicinanza del Regno di Dio e testimoniato con la sua fede nel Dio della creazione e della storia che lo ha resuscitato da morte.

La passione, morte e resurrezione di Gesù – il mistero Pasquale – è un evento di rivelazione mai compiuto definitivamente, che richiede di tornare e ritornare a viverlo periodicamente, per approfondirlo in sé e nel confronto con la vita vissuta da ciascuna e ciascuno di noi.

La liturgia è quel luogo e tempo simbolico che mette in comunicazione la comunità credente con il mistero Pasquale con tutta la persona: ascolto, vista, gusto, tatto, parola, intelligenza, sensibilità, emozione. Sia con i sensi materiali che con quelli spirituali. Le celebrazioni liturgiche, se celebrate con sensibilità, ci fanno entrare in comunione con il Signore, colui che ha creato l’universo e se ne prende cura chiedendoci di farci suoi compagni di cura della vita che ci è data da vivere con gli altri.

I quaranta giorni della quaresima richiamano il digiuno di Gesù nel deserto e il suo aver respinto le tentazioni del diavolo prima di annunciare: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1,15).

La vicinanza di Dio in Gesù è la buona novella, il vangelo dell’amore gratuito di Dio che ci chiede la conversione alla nostra vera umanità a sua immagine e somiglianza, cioè ad una vita di amore gratuito come quello che abbiamo ricevuto. Gesù, inviando i dodici in missione, affida loro il compito: «Strada facendo, predicate, dicendo che io regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,7-8).

La quaresima rimanda anche ai quant’anni in cui il popolo ebreo uscito dalla schiavitù d’Egitto giunge alle soglie della terra promessa, terra dove vivere secondo giustizia, libertà e fraternità non solo all’interno del popolo, ma anche con tutti i popoli che vi si trovano. Un tempo in cui il Signore ha cercato di educare il desiderio del popolo attraverso il dono di una legge di vita, il decalogo, che inizia con l’autopresentazione di Dio come colui che dà la vita: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile» (Es 20,2).

 La liturgia quaresimale ci fa rivivere alcuni momenti significativi della vita di Gesù

Nella prima domenica riviviamo come Gesù ha vinto nel deserto le tentazioni del diavolo, così che anche noi possiamo vincerle con lui nello Spirito, riconoscendo la nostra figliolanza con il Padre fedele alla vita che ci ha donato e rifiutando l’inganno del tentatore.

Nella seconda domenica Gesù, nella trasfigurazione, si rivela come colui che compie il disegno di Dio rivelato nella vicenda di Israele.

Nella terza domenica Gesù di presenta come il nuovo tempio in cui adorare Dio, non più un edificio materiale, ma una relazione che dà vita, un pozzo di acqua viva che disseta il nostro desiderio di vita buona e giusta.

Nella quarta domenica è in questione la conversione della nostra vista: siamo chiamati a passare dalla cecità del nostro modo di vedere e immaginare Dio, a vedere Dio all’opera come colui che ridà la vita tramite il suo amore gratuito che si manifesterà definitivamente nel mistero Pasquale.

Nella quinta domenica contempliamo Gesù che ridona la vita a coloro che l’hanno persa: Lazzaro (anno A), lui stesso (anno B), il figlio prodigo (anno C).

Nella domenica delle palme accogliamo e benediciamo “Colui che viene nel nome del Signore» (Mt 21,9), dopo averlo accompagnato nella sua vita pubblica durante la quale ha annunciato il regno di Dio.

Giungiamo così preparati a rivivere con Gesù il mistero Pasquale: il forte e tenero amore di Dio che non si vendica su coloro che fanno il male, ma offre ancora una volta, e per sempre, una possibilità di vita nuova secondo il disegno originario della creazione: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza» (Gen 1,26), chiamati a un dominio mite e fecondo.

La conversione a questo progetto originario di Dio non è mai finita ed è per questo che di anno in anno torniamo a rivivere con più intensità, nel tempo quaresimale, la comunione con Gesù, secondo le parole illuminanti di mons. Pino Colombo:

«Vivere l'esistenza umana come l'ha vissuta Gesù Cristo non è la vocazione/il destino/la predestinazione riservata a pochi eletti — i santi, i religiosi, i cristiani —, ma è la vocazione comune rivolta a tutti gli uomini, senza eccezione o discriminazione: ogni uomo ha solo questo destino e solo in questo destino può trovare il senso della sua esistenza.

Immediatamente è da correggere l'idea che Gesù Cristo abbia vissuto l'esistenza umana in modo troppo alto, o correlativamente l'idea che all'uomo comune sia impossibile vivere l'esistenza umana come l'ha vissuta Gesù Cristo. Contro tutte le possibili obiezioni, sta il fatto pregiudiziale e incontestabile che ogni uomo è creato precisamente per vivere l'esistenza umana come l'ha vissuta Gesù Cristo e senza alternative. E a superare tutte le obiezioni, è da precisare che se è impensabile riuscire a vivere come Gesù Cristo da soli, con le proprie capacità e debolezze, in realtà questo non è richiesto a nessuno; ciò che è proposto a ogni uomo è invece di vivere con Gesù Cristo e solo conseguentemente come Gesù Cristo. In altri termini, la possibilità di vivere come Gesù Cristo deriva agli uomini da Gesù Cristo stesso: egli, infatti, comunica loro il suo Spirito, lo Spirito Santo, così che, principio ai vita in lui, diventi principio di vita — il medesimo principio — anche in loro. Dallo stesso principio non può che fluire la medesima vita» (Giuseppe Colombo, L’ordine Cristiano, Glossa 1993).

Buon cammino quaresimale a tutte e a tutti.

 

N. 2 Febbraio 2024

Prepararsi a contemplare il mistero Pasquale https://pop.acli.it/images/quaresima.jpg Redazione POP.ACLI