Lavorare insieme nella Chiesa, una chiamata al servizio e un’avventura...

Nel tessuto sociale del nostro Paese, la strada verso l’equità di genere nel rivestire posizioni apicali è ancora lunga ed in salita. 

I rapporti sull’equità di genere fanno luce su una realtà che, sebbene abbia mostrato segnali di miglioramento, è ancora molto lontana dall’essere paritaria e nonostante piccoli e grandi successi personali purtroppo questo progresso non si riflette in una distribuzione equa delle donne e degli uomini nei ruoli di leadership ed il percorso verso il rispetto dei diritti delle donne risulta essere ancora molto ostacolato. 

L’impressione è che troppo spesso sfugga di vista che lo sviluppo del Paese, di cui tutti noi abbiamo un bisogno urgente e disperato, sia fortemente legato alla valorizzazione dei talenti delle donne. La sfida che accogliamo ogni giorno dentro e fuori le nostre Acli è quella di impegnarci per creare un ambiente favorevole di pari opportunità per tutte le donne e per tutti gli uomini e di partecipazione condivisa di idee e pratiche, perché la ricchezza dell’uno possa rappresentare anche la ricchezza dell’altro, e così, di tutti. 

Sullo sfondo di alcune domande segue la preziosa testimonianza di una donna tra gli uomini; suor Nathalie Becquart, nominata nel 2021 da Papa Francesco come sottosegretaria del Sinodo dei vescovi, consiglio permanente che ha il compito di aiutare il pontefice nel governo della Chiesa cattolica. La sua nomina rappresenta una pietra miliare perché per la prima volta una donna ha acquisito il diritto di voto nel Sinodo dei vescovi, che, da quando è stato istituito da Papa Paolo VI nel 1965, aveva visto votare soltanto i vescovi.  

È chiaramente una nuova apertura alle donne ed ai talenti delle donne da parte di Papa Francesco, di cui vogliamo rendere testimonianza attraverso questa intervista nata dalla voglia delle Acli, del Coordinamento donne e di Enaip, di realizzare un percorso formativo rivolto alle figure femminili delle Acli e dei servizi territoriali che desiderano acquisire una formazione strutturata per rivestire ruoli di responsabilità all’interno del sistema, e, nella scelta degli interventi formativi abbiamo chiesto a suor Nathalie Becquart di condividere con noi la sua personale esperienza 

Ringraziamo di cuore il nostro accompagnatore spirituale Padre Giacomo Costa per averci messo in contatto con la Sala Stampa della Santa Sede. 

Cosa potremmo fare noi donne, quale cambiamento di approccio sarebbe utile da parte nostra per arrivare a ricoprire ruoli di responsabilità? 

La sfida consiste nel formarsi a vicenda, nell'aiutarsi ad andare avanti, nell'essere pronti, nell'incoraggiare le iniziative, nel contribuire al necessario cambiamento di mentalità e nello sperimentare nuovi modi di fare che includano le donne in ruoli di responsabilità. 

Lavorando su ciò che è di nostra competenza, ognuna di noi può fare qualcosa, soprattutto se lo facciamo insieme. 

Inoltre, potremo progredire solo se ci alleeremo anche con gli uomini che vedono la necessità di questi cambiamenti, perché tutti gli studi (nel mondo economico, imprenditoriale, del volontariato, ecc.) in tutto il mondo dimostrano che quando uomini e donne sono insieme in team di governance, siamo sempre più bravi, prendiamo decisioni migliori guardando le cose da angolazioni diverse, e tutti ci guadagnano, non solo le donne ma anche gli uomini. 

Esiste uno specifico femminile nell’esercizio delle responsabilità, nell’interpretare ruoli di autorità, di potere? 

È difficile individuare ciò che è specificamente femminile e dobbiamo diffidare di un approccio che essenzializzi (cioè congeli) le qualità degli uomini e delle donne. Tuttavia, in generale troviamo che le donne hanno spesso un rapporto diverso con il potere rispetto agli uomini e sono più attente alla dimensione delle relazioni nell'esercizio dell'autorità. In generale, il loro stile di leadership è molto più collaborativo e meno autoritario. È di questo stile di leadership sinodale, una leadership di servizio che implica ascolto, consultazione, discernimento insieme in uno spirito di corresponsabilità e lavoro di squadra, di cui abbiamo particolarmente bisogno oggi. 

Ǫuindi dobbiamo trovare le strade per affrontare e vivere l'alterità/differenza tra uomini e donne in un altro modo che non è il modo patriarcale della dominazione maschile sul femminile; perché come Figli e figlie di Dio siamo Uguali ma diversi. Per questo abbiamo bisogno di sviluppare nella società e nella chiesa una cultura dell'ascolto e del dialogo, una cultura dell‘ «incontro». E soprattutto fare Un cammino di conversione e riconciliazione tra uomini e donne nella Chiesa. 

Possiamo provare a dire in che cosa consiste lo specifico femminile, senza cadere in visioni riduttive o ideologiche, e soprattutto rispettando tutta l'irriducibile varietà di ciò che le donne sono e fanno? 

È bene evitare la formula “la donna” (peggio ancora se con le maiuscole) ed essere attenti a nominare le donne al plurale, così da non veicolare l’idea che le si possa ridurre a una categoria univoca e atemporale, o che il femminile possa essere esaustivamente definito da alcuni tratti (recettività, emotività, dolcezza, cura, interiorità…), dai quali poi deriverebbero ruoli fissi, validi sempre e in ogni contesto. Gli studi antropologici e sociologici, nel pluralismo culturale del mondo globalizzato, hanno svelato gli stereotipi, ormai insostenibili, che concorrevano a definire “la donna”; in particolare, la sensibilità contemporanea si oppone frontalmente alla gerarchia dei sessi, logica ancora presente in Balthasar con l’affermazione di un primato permanente del maschile e con la riconduzione del femminile al responsoriale. Inoltre, oggi si è consapevoli che il femminile e il maschile non sono categorie perfettamente definibili e delle quali occorre considerare la presenza in ogni individuo, uomo o donna. 

Luca Castiglioni, «Discepoli, donne e uomini, per una Chiesa sinodale» in «Smaschilizzare la Chiesa»? Confronto critico sui «Principi» di H.U. VonBalthasar, Castiglioni Luca, Vantini Lucia, Pocher Linda.

L’importante mi sembra sia di sottolineare che uomini e donne sono chiamati a vivere tra loro una reciprocità e mutualità perché io divento più donne nel rapporto con gli uomini, io approfondisco la mia identità quando sono in relazione di mutualità con gli altri, con gli uomini. 

È necessario valorizzare la capacità di relazione e di dono, e che gli uomini comprendano meglio la ricchezza della reciprocità che ricevono dalle donne, per recuperare quegli elementi antropologici che caratterizzano l'identità umana e, con essa, quella della donna e il suo ruolo nella famiglia e nella società, di cui è ancora il cuore pulsante". Papa Francesco, udienza ai partecipanti all'Assemblea Generale dell'Unione Mondiale delle Donne Cattoliche (UWCWO), 13.05.2023.

Se un numero rilevante di donne assumesse ruoli di responsabilità nelle imprese, nella politica, nella società a suo parere cambierebbe qualcosa? Che cosa in particolare? 

Papa Francesco ci ricorda spesso che se vogliamo costruire la pace e un mondo migliore, dobbiamo coinvolgere maggiormente le donne in ruoli di responsabilità nelle imprese, nella politica, nella società perché "lo vedo in Vaticano: ogni volta che nomino donne in posizioni di responsabilità, le cose funzionano meglio". Nel mondo complesso e mutevole di oggi, dobbiamo promuovere la diversità nei team di governance, perché quando possiamo guardare le cose da angolazioni diverse, analizzare le sfide e discernere le decisioni da prendere con lenti diverse, abbiamo una migliore percezione della realtà e delle questioni in gioco, e quindi prendiamo decisioni migliori. 

Da credenti ci sta a cuore il cammino delle donne nella chiesa e per la chiesa. Può offrirci la sua riflessione? 

Il cammino sinodale è un grande dono che aiuta la Chiesa a fare passi avanti e riguarda la questione delle donne. Possiamo leggere nella relazione di sintesi dell’assemblea del Sinodo dei Vescovi di Ottobre 2023 

  • RS 9C b) In Cristo donne e uomini sono rivestititi della medesima dignità battesimale e ricevono in ugual misura la varietà dei doni dello Spirito (cfr. Gal 3,28). Uomini e donne sono chiamati a una comunione caratterizzata da una corresponsabilità non competitiva, da incarnare a ogni livello della vita della Chiesa. Come ci ha detto Papa Francesco, insieme siamo «Popolo convocato e chiamato con la forza delle Beatitudini». 
  • RS 9C g) Quando nella Chiesa si ledono la dignità e la giustizia nei rapporti tra uomini e donne, risulta indebolita la credibilità dell’annuncio che indirizziamo al mondo. Il processo sinodale mostra che c’è bisogno di un rinnovamento delle relazioni e di cambiamenti strutturali. In questo modo saremo in grado di accogliere meglio la partecipazione e il contributo di tutti – laici e laiche, consacrate e consacrati, diaconi, preti e Vescovi – quali discepoli corresponsabili della missione. 

La sfida è veramente quella di aprire strade in modo che gli Uomini e le donne possono collaborare insieme per la missione. Voglio dire di rispondere alla chiamata forte venuta da tutto il mondo tra le sintesi nazionali della consultazione sinodale di lavorare sulla questione della partecipazione piena e paritaria delle donne. 

Una donna tra gli uomini. Intervista a suor Nathalie Becquart https://pop.acli.it/images/GIUGNO/suon_nathalie_becquart.jpg Redazione POP.ACLI