Riportiamo il testo della prefazione scritta dalla moglie di Luca, Zakia Seddiki, per il libro "Luca Attanasio. Storia di un ambasciatore di pace"...

Pensare a Luca, ricordarlo con i suoi pregi e i suoi difetti, è sempre una ferita che si riapre. Ma devo farlo, perché tanti giovani possano prendere esempio dalla sua vita. Avrei il desiderio, qui, di parlare di lui al presente e non al passato perché il mio amore non è mai andato via. È sempre con me, è sempre con noi. Ma so che la realtà, spesso dura e crudele, va affrontata e accettata.

Luca era un modello di giovane italiano, entusiasta, cresciuto come un ragazzo qualunque, legato alla famiglia, agli amici e con tante passioni, con l’amore per il calcio. Luca era l’ambasciatore che ha ben rappresentato l’Italia e il corpo diplomatico nel suo impegno di tutti i giorni.

Il suo nome è diventato famoso, purtroppo, dopo quel maledetto 22 febbraio: era con Vittorio, il giovane militare educato e dolce e Mustapha, il congolese che non era mai sicuro di tornare a casa.

Questo libro nasce perché la sua morte possa essere come un fiore che sboccia per tanti altri che vorranno seguire il suo esempio, per aprire la curiosità di chi vuol conoscere meglio la vita di questo giovane ambasciatore che era il figlio, il padre, l’amico, il marito.

Chi era Luca? Era un sognatore che guardava il mondo come un bel giardino, sempre con grandi motivazioni che gli hanno permesso di raggiungere i propri obiettivi, molto serio e preciso al lavoro: nonostante il viso d’angelo, si arrabbiava molto se le cose non erano fatte con correttezza e onestà. Ma allo stesso tempo era un uomo che aveva la capacità di offrire un ambiente sereno per lavorare in una grande squadra.

Era spontaneo e tanto goffo come un bambino, portava gioia ovunque passasse: simpatico e sempre pronto a fare una battuta. Il sorriso, insomma, non lo abbandonava mai. Aveva davvero un cuore giovane e questo riusciva a farlo trasparire. Una volta in un negozio, in fila davanti alla cassa, io e Luca avevamo dietro a noi una signora con una bellissima bambina di cinque/sei anni. La piccola a un certo punto si è messa davanti a mio marito e la mamma le ha detto: «Lascia passare il signore…». La dolce risposta della bimba è stata: «Mamma, ma non è un signore, è un ragazzo!».

Aveva tante passioni, il mio Luca, e amava in particolare l’arte: quando ha smesso di dipingere per mancanza di tempo si era interessato all’arte africana tanto da aver pensato di fare un catalogo.

Un sogno che sarà realizzato da me e da chi gli voleva bene. Perché Luca è vivo in ogni persona che crede al suo percorso, che lo prende come esempio e che porta avanti i suoi sogni con umanità e amore. Luca, mio dolce “Tintin”, grazie per quello che hai lasciato nel cuore delle persone che hai incontrato. Grazie d’avermi dato l’occasione di vivere come in una favola, da raccontare alle nostre tre principesse. Grazie per la nostra storia d’amore, intensa, piena di risate, di difficolta. Solo l’amore poteva risolvere qualunque cosa.

Grazie per tutte le avventure che abbiamo vissuto, per tutto ciò che abbiamo condiviso insieme.

Rimarrai nel mio cuore per tutta la vita. Ti amerò per sempre.

La tua Zakia

 

Tratto da Fabio Marchese Ragona, Luca Attanasio. Storia di un ambasciatore di pace, Piemme, Milano 2022

Pensare Luca https://pop.acli.it/images/ATTANASIO/Imagoeconomica_1849597.jpg Redazione POP.ACLI