Ringraziamo Marco Carnelos per questo suo testo che ci aiuta a comprendere meglio cosa significhi svolgere il mestiere del diplomatico e il ruolo dell’Ambasciatore...

Il mestiere dell’Ambasciatore è la parte più importante di un mestiere più ampio che è quello del diplomatico, ovvero quel funzionario dello Stato che rappresenta il proprio Paese all’estero sia in un’Ambasciata o in un Consolato o in un’Organizzazione Internazionale.

L’Ambasciatore è al vertice di una piramide di funzionari e svolge il ruolo di Capo Missione nell’Ambasciata italiana in un paese con il quale il nostro Paese intrattiene relazioni diplomatiche.

L’Italia intrattiene relazioni diplomatiche con quasi tutti i Paesi del mondo, ma questo non significa che in tutti i Paesi vi sia una nostra Ambasciata; in alcuni casi viene applicata la formula dell’accreditamento secondario. Vi è l’Ambasciatore in un paese che viene accreditato anche in alcuni paesi limitrofi di minore importanza in cui, per ragioni di bilancio o perché divenuto indipendente solo recentemente, non è possibile o non è stato ancora possibile costituire una missione diplomatica con il relativo personale.

Nonostante l’Italia intrattenga relazioni diplomatiche con quasi tutti i Paesi del mondo il numero di funzionari in servizio nei ruoli della Carriera Diplomatica corrisponde a circa un migliaio. Considerato che un numero considerevole di questi presta servizio presso l’Amministrazione centrale, ovvero il Ministero degli Affari Esteri della Cooperazione Internazionale, e presso altre importanti istituzioni come la Presidenza della Repubblica, la Presidenza del Consiglio e gli altri dicasteri con la funzione di Consiglieri Diplomatici, risulta immediatamente evidente come il numero di diplomatici italiani in servizio nelle Ambasciate all’estero è piuttosto esiguo, in proporzione è inferiore anche a quello di altri Paesi occidentali che vengono percepiti come meno importanti come ad esempio Spagna o Olanda. Tra i membri del G7 l’Italia è il Paese che ha in media il numero più basso tra i diplomatici che prestano servizio all’estero.

Da questa circostanza ne deriva che in moltissime sedi l’Ambasciatore è l’unico diplomatico in servizio che viene assistito da funzionari non diplomatici o staff locale.

La già menzionata esiguità di risorse umane, e anche di bilancio, ovviamente rendono il lavoro degli Ambasciatori e dei loro collaboratori estremamente gravoso.

Questa circostanza si inserisce in un contesto in cui il mestiere del diplomatico è significativamente cambiato negli ultimi decenni. Le relazioni internazionali tra i Paesi sono letteralmente esplose anche a seguito della globalizzazione che ha moltiplicato i dossier con i quali è necessario confrontarsi.

Pertanto, al diplomatico non viene più richiesto, come una volta, di curare gli aspetti essenzialmente politici delle relazioni bilaterali tra due paesi, ma anche un numero di settori che sono cresciuti esponenzialmente: economico, commerciale, finanziario, culturale. A questi aspetti va aggiunta l’assistenza consolare e l’erogazione dei più svariati servizi a milioni di cittadini italiani residenti all’estero e le complesse pratiche per il riconoscimento della cittadinanza italiana ad un numero enorme tra i milioni di italiani oriundi che ogni anno ne fanno richiesta.

Tutto questo ha non solo elevato il numero di competenze richieste, ma anche la mole di lavoro rispetto ad un numero di risorse che è rimasto sostanzialmente invariato nel corso degli ultimi decenni.

Nell’era delle comunicazioni dirette tra leaders e cancellerie e con la possibilità di acquisire un enorme numero di informazioni su qualunque Paese in tempi brevissimi, la funzione del diplomatico potrebbe essere considerata superata, ma non è così. Avere le informazioni non è sufficiente, occorre avere la capacità di selezionare quelle giuste e di trarre da queste le giuste chiavi di lettura che facilitino il miglioramento della comprensione reciproca, delle relazioni tra i due paesi e la loro cooperazione in tutti i settori.

La funzione del diplomatico e in primis dell’Ambasciatore è quindi quella di interpretare il Paese dove è stato assegnato a beneficio della propria capitale, prevenire i problemi laddove si profilino, appianarli quando sono sopraggiunti e per fare questo occorrono tatto e sensibilità, una profonda conoscenza dei temi e, talvolta, un forte autocontrollo. Il diplomatico deve essere allo stesso tempo un fine analista politico, economico, commerciale, culturale e possedere una spiccata capacità, quasi antropologica di calarsi nella mentalità, negli usi e nei costumi del Paese in cui è stato accreditato per coglierne il senso più profondo e per meglio veicolarlo a tutte le istanze italiane nel settore pubblico e privato che ne dovessero fare richiesta ed abbiano la necessità di avvalersene.

Allo stesso tempo il diplomatico, e soprattutto l’Ambasciatore, deve badare a non immedesimarsi troppo nel paese dove è stato inviato, poiché la sua missione primaria è quella di servire gli interessi del proprio paese di origine. È questa una delle ragioni che portano all’avvicendamento periodico dei funzionari diplomatici e dei Capi Missione all’estero, in media ogni quattro anni.

Tra le incombenze del diplomatico e in particolare dell’Ambasciatore figura anche quella di doversi adattare alle mutate circostanze politiche nel proprio paese con l’alternarsi di Governi di colore politico diverso che sovente possono creare diversi problemi nel portare avanti coerentemente gli interessi del Paese, senza mai dimenticare che l’Ambasciatore rappresenta lo Stato ancor più che il Governo di turno.

Nel mestiere del diplomatico incombe anche l’onere di gestire il forte disagio che il suo mestiere può creare nell’ambito della sua sfera personale e famigliare. I frequenti trasferimenti comportano il disagio di traslochi, la necessità di sradicare i figli da situazioni personali e scolastiche che si sono nel frattempo costituite, e creare non pochi problemi al proprio coniuge nel mantenere un’occupazione stabile.

Si tratta certamente di un mestiere ancora affascinante, un lavoro straordinariamente impegnativo, ma anche molto gratificante, che permette esperienze uniche nel conoscere meglio il nostro mondo, ma che presenta anche risvolti che non andrebbero sottovalutati.

 

L'Ambasciatore Marco Carnelos (Roma, 1965), ad oggi fondatore e presidente di MC Geopolicy, per 25 anni nella carriera diplomatica italiana, ha prestato servizio in aree di guerra (Somalia e Iraq), in Australia, e presso le Nazioni Unite a New York. È stato consigliere di tre Presidenti del Consiglio, per i quali si è occupato di Medio Oriente, terrorismo, rapporti con la Russia, promozione economica, G7/G20. Tra il 2012 e il 2015 l'Ambasciatore Carnelos è stato Inviato Speciale per il Processo di Pace in Medio Oriente e la Crisi in Siria. Carnelos ha concluso la sua carriera come Ambasciatore d’Italia in Iraq alla fine del 2017.

IL MESTIERE DELL’AMBASCIATORE https://pop.acli.it/images/ATTANASIO/Imagoeconomica_2089650.jpg Redazione POP.ACLI