Abbiamo lasciato alle nostre spalle da pochi giorni il nostro ultimo Incontro Nazionale di Studi (INS). Un nome che ci portiamo appresso ormai da molti anni. Siamo adulti, come persone, dirigenti e come associazione. Ha ancora senso oggi fermarsi, riflettere e studiare?

Imparare e apprendere: perché? Ne abbiamo ancora bisogno? Non sono domande retoriche ma evidenziano la necessità di una ricerca costante di senso sul nostro agire.

Quindi partiamo dall’inizio: abbiamo ancora bisogno di fermarci, riflettere e studiare per apprendere ed imparare? Pur cercando di non offrire una soluzione semplice a problemi complessi mi sento di condividere alcune riflessioni di fondo.

Ognuno di noi, per crescere, ha bisogno di essere accompagnato. Non è una azione necessaria solo durante l’infanzia: ma durante tutto l’arco della vita. Essere accompagnati significa non essere soli. Non dover risolvere tutto in solitudine, ma accanto ed assieme ad altri. È la nostra vocazione relazionale a chiedercelo. È la nostra stessa condizione umana che ci spinge a farlo. Pur essendo consapevoli che crescendo dobbiamo sempre più diventare capaci di arrangiarci - la spinta alla crescita e a diventare autonomi è molto forte in tutti noi - allo stesso tempo sappiamo anche che avremo sempre bisogno degli altri: della famiglia, di affetti, amicizia, solidarietà, comunità, appartenenza. Tutte parole che compongono la costruzione del noi entro cui siamo immersi.

Dentro questa dimensione relazionale contribuiamo a costruire la realtà ma, nello stesso tempo, dentro la realtà abbiamo bisogno di ric/conoscerci per interrogarci sul ruolo nostro e degli altri nel mondo. Questo processo ci aiuta ad orientarci nella vita e ci accompagna nella crescita della nostra identità: ciò ci permette di capire chi sono e perché sono.

Per farlo dobbiamo partire sempre dalla nostra esperienza. Ma anche questa non basta; non è sufficiente se non è accompagnata da un processo di riflessione sull’esperienza, partendo proprio ponendoci domande su ciò che già sappiamo, o che diamo per scontato, per guardare avanti.

Tutto questo diventa imprescindibile in una società a vocazione complessa come la nostra, dove ogni aspetto del vivere risulta complicato e difficile, sia per la sua interpretazione che nella effettiva applicazione nell’agire quotidiano.

Per riflettere è necessario fermarsi e porsi in una condizione aperta agli interrogativi sul già noto, su ciò che già sappiamo, o pensiamo di sapere, per guardare all’oggi che è già domani.

La riflessione richiede tempo, silenzio e studio ma è fondamentale per creare fondamenta certe e sicure all’azione. La comprensione della realtà e della mia partecipazione alla sua realizzazione richiama in causa la responsabilità.

Per ogni adulto e per ogni organizzazione che vuole continuare ad essere protagonista della realtà è necessario dedicare sempre del tempo alla riflessione, allo studio, all’apprendimento proprio per non rischiare mai di scivolare da autore a spettatore della realtà e quindi della vita.

Per queste ragioni, la formazione, lo studio, la riflessione condivisa e partecipata sono ancora oggi momenti importantissimi per la vita personale e comunitaria. Per le Acli sono state ed ancora sono spazi accoglienti, valorizzanti ed ascoltanti: luoghi che attengono allo spirito, in senso pieno del termine, ancora prima che alla politica. Perché rinunciarci?

INS, abbiamo ancora bisogno di riflettere e studiare? https://pop.acli.it/images/INS_SALA_CONVEGNO-compressed.jpg Redazione POP.ACLI