La Federazione Acli Internazionali, attraverso un evento online, lancia un appello al voto e presenta alla politica le proprie proposte per gli italiani all’estero

Metodo, collaborazione, azione. Siamo partiti da queste tre parole per dare un contributo costruttivo al dibattitto politico italiano rispetto ai bisogni degli oltre cinque milioni di italiani che risiedono all’estero senza contare i tantissimi che abitano il mondo ma rimangono residenti in Italia. Una mobilità che non si ferma considerato che le iscrizioni all’anagrafe estera sono quasi raddoppiate negli ultimi cinque anni ma che, al contrario di quello che appare anche in campagna elettorale, ci colloca tra i paesi con un saldo negativo tra chi arriva e chi parte.

Cinque milioni di persone che potranno esercitare il proprio diritto di voto ma che hanno subito, nella legislatura appena terminata, un taglio della propria rappresentanza parlamentare che la Federazione delle ACLI Internazionali aveva già stigmatizzato nelle sedi politiche e istituzionali. Divisi in quattro circoscrizioni anche pluricontinentali come nel caso di quella che include Asia, Africa e Australia, saranno eletti dodici parlamentari. Se tutto fosse proporzionato al rapporto cittadini-eletti che si utilizza per chi è residente fuori dall’Italia il nostro parlamento sarebbe composto da 144 parlamentari. Un taglio che ha conseguenze non solo sulla rappresentatività degli italiani all’estero ma anche sulle dinamiche democratiche che cambiano radicalmente nel momento in cui, come succede per il Senato in tutte le circoscrizioni, ne viene eletto solo uno con buona pace per il pluralismo tanto citato ma poco applicato.

Proprio il metodo, ovvero come dare una rappresentanza piena ai nostri connazionali, è il primo punto del nostro manifesto “L’Italia che vogliamo essere nel mondo” partendo da un chiaro NO a nuovi contenitori di rappresentanza, ma dando risorse e strumenti a quelli che ci sono già e hanno dato un contributo importante in questi anni: il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ed i Comites. Riteniamo che, aldilà delle oggettive difficoltà degli ultimi due anni, su questi luoghi di partecipazione si deve investire perché ogni scelta che riguarda gli expat abbia una lettura multidisciplinare e possa coinvolgere soggetti di natura diversa. Per fare questo ci vogliono risorse e metodo, appunto. La sfida sarà da una parte di armonizzazione di questo sistema di “penultime” voci e dall’altra quello di farle uscire dalla autoreferenzialità mettendo a disposizione risorse e prassi di coinvolgimento delle associazioni e delle comunità del territorio. Strumenti innovativi ce ne sono tantissimi: ad esempio per quello che riguarda l’animazione delle comunità da tantissimi le nostre associazioni all’estero ospitano ragazzi che svolgono un anno di servizio civile con risultati straordinari per la loro crescita personale, per le comunità che partecipano alle iniziative sociali promosse dalle associazioni grazie ai ragazzi e alle istituzioni che hanno colto la potenzialità di questa esperienza.

Per fare cosa? Una nuova governance si deve porre obiettivi ambiziosi in tre ambiti: sui diritti di cittadinanza intanto con una riforma che dia risposta in termini di accoglienza, formazione e inserimento lavorativo nei nuovi contesti territoriali di approdo con una rete di sostegno in cui la rete consolare e gli enti di assistenza lavorano coordinati e riaprire una nuova stagione di accordi sulle materie di protezione sociale con i paesi di nuova emigrazione. Dall’altra parte, soprattutto per quello che riguarda lo spazio europeo, sostenere il riconoscimento dei titoli professionali per rendere la mobilità più semplice e circolare. Anche se, purtroppo, la circolarità è un concetto che si concretizzerà solo se il nostro Paese diventerà attrattivo e quando rimetterà in funzione l’ascensore sociale, fermo e fuori dai radar della compagna elettorale.

Noi diamo il nostro contributo, intanto, perché gli italiani all'estero uniscono all’amore per il proprio paese uno sguardo lucido su come l’Italia possa e debba essere un luogo più dinamico e giusto, protagonista nelle sfide del nuovo millennio.

8 settembre 2022. L’Italia che vogliamo essere nel mondo: l'appello al voto della FAI https://pop.acli.it/images/FAI_voto.jpg Redazione POP.ACLI