È la prima volta che un Papa entra in un tempio ebraico.

«È da tempo - afferma il pontefice nel suo discorso in sinagoga - che pensavo a questa visita. In verità, il Rabbino capo ha avuto la gentilezza di venire ad incontrarmi, nel febbraio 1981, quando mi recai in visita pastorale alla vicina parrocchia di San Carlo ai Catinari. Inoltre, alcuni di voi sono venuti più di una volta in Vaticano, sia in occasione delle numerose udienze che ho potuto avere con rappresentanti dell’Ebraismo italiano e mondiale, sia ancor prima, al tempo dei miei predecessori, Paolo VI, Giovanni XXIII e Pio XII. Mi è poi ben noto che il Rabbino capo, nella notte che ha preceduto la morte di Papa Giovanni, non ha esitato ad andare a Piazza san Pietro, accompagnato da un gruppo di fedeli ebrei, per pregare e vegliare, mescolato tra la folla dei cattolici e di altri cristiani, quasi a rendere testimonianza, in modo silenzioso ma così efficace, alla grandezza d’animo di quel Pontefice, aperto a tutti senza distinzione, e in particolare ai fratelli ebrei.
L’eredità che vorrei adesso raccogliere è appunto quella di Papa Giovanni, il quale una volta, passando di qui - come or ora ha ricordato il Rabbino capo - fece fermare la macchina per benedire la folla di ebrei che uscivano da questo stesso Tempio. E vorrei raccoglierne l’eredità in questo momento, trovandomi non più all’esterno bensì, grazie alla vostra generosa ospitalità, all’interno della Sinagoga di Roma».

Chiarissima, nel discorso del rabbino Toaff, la consapevolezza che si trattasse di un avvenimento storico di grande valore simbolico in grado di capovolgere le relazioni tra le due Comunità: «Come Rabbino Capo di questa Comunità, la cui storia si conta ormai in millenni, desidero esprimerLe la viva soddisfazione per il gesto da Lei voluto e da Lei oggi compiuto di venire per la prima volta nella storia della Chiesa in visita ad una Sinagoga, gesto destinato a passare alla storia. Esso si ricollega all'insegnamento illuminato del suo illustre predecessore Giovanni XXIII, il primo Papa che in una mattina di sabato si fermò a benedire gli ebrei di Roma che uscivano da questo Tempio dopo la preghiera, e si inserisce della scia del Concilio Vaticano II che, con la Declaratio "Nostra Aetate...", ha prodotto, nei rapporti della Chiesa con l'Ebraismo quella rivoluzione che ha reso possibile la Sua odierna visita.
Ci troviamo dunque di fronte ad una vera e propria svolta della politica della Chiesa, che guarda ormai verso gli ebrei con sentimenti di stima e di apprezzamento...».

13 aprile 1986. Giovanni Paolo alla Sinagoga di Roma https://pop.acli.it/images/GP_II_Sinagoga_Vaticano.jpg Redazione POP.ACLI