Il quotidiano fu organo del Partito popolare (1923-1925), della Democrazia Cristiana (1944-1994) e di nuovo del Partito Popolare (1994-2003).

Nacque come organo di stampa del Partito Popolare Italiano di Don Luigi Sturzo. La linea di Donati fu improntata a mettere gli elettori cattolici in guardia dal fascismo e a mostrarne l'impronta eversiva. L'antifascismo del quotidiano si acuì in seguito al delitto Matteotti (10 giugno 1924).

Preso di mira dal regime, nel 1925 Il Popolo fu costretto a sollevare il direttore dal suo incarico. Giuseppe Donati partì per un volontario esilio a Parigi. Le pubblicazioni ripresero il 4 luglio sotto la guida del caporedattore Giuseppe Margotti ma il quotidiano continuò ad essere oggetto di nuovi e ripetuti sequestri. Il 19 novembre 1925 fu costretto a sospendere le pubblicazioni fino a tutta la durata del regime fascista. La testata fu ripresa il 1º ottobre 1943, nella Roma occupata dai nazisti.

Furono pubblicati in clandestinità 14 numeri, fino al 18 maggio 1944. In giugno, dopo la Liberazione di Roma, Il Popolo divenne l'organo ufficiale della neonata Democrazia Cristiana, con la direzione di Guido Gonella.
Nel 1994, sciolta la DC, divenne giornale del nuovo Partito Popolare di Mino Martinazzoli. Nel 1995, con la scissione all'interno del partito fra l'ala di Rocco Buttiglione, che auspicava l'intesa con le forze di destra, e quella di Gerardo Bianco, che invece auspicava l'ingresso nella coalizione di centrosinistra, il giornale fu affidato alla seconda.

Ha cessato le pubblicazioni nel 2003, con la nascita del nuovo quotidiano de La Margherita, Europa...

5 aprile 1923. Esce il primo numero del quotidiano "Il Popolo" https://pop.acli.it/images/Il_Popolo_2.jpg Redazione POP.ACLI