Sono passati oltre cento anni dalla lettera che papa Benedetto XV scrisse ai capi dei popoli belligeranti nel pieno della Prima guerra mondiale, di cui fu fermissimo oppositore, e che definì una “inutile strage”...

Sono passati oltre cento anni da quella lettera, ma non sembra affatto, nello scenario di guerra che stiamo vivendo. Di seguito, ve ne proponiamo alcuni stralci:

«Fino dagli inizi del Nostro Pontificato, fra gli orrori della terribile bufera che si era abbattuta sull' Europa, tre cose sopra le altre Noi ci proponemmo: una perfetta imparzialità verso tutti i belligeranti, quale si conviene a chi è Padre comune e tutti ama con pari affetto i suoi figli; uno sforzo continuo di fare a tutti il maggior bene che da Noi si potesse, e ciò senza accettazione di persone, senza distinzione di nazionalità o di religione, come Ci detta e la legge universale della carità e il supremo ufficio spirituale a Noi affidato da Cristo; infine la cura assidua, richiesta del pari dalla Nostra missione pacificatrice, di nulla omettere, per quanto era in poter Nostro, che giovasse ad affrettare la fine di questa calamità, inducendo i popoli e i loro Capi a più miti consigli, alle serene deliberazioni della pace, di una "pace giusta e duratura"...

Il punto fondamentale deve essere che sottentri alla forza materiale delle armi la forza morale del diritto. Quindi un giusto accordo di tutti nella diminuzione simultanea e reciproca degli armamenti secondo norme e garanzie da stabilire, nella misura necessaria e sufficiente al mantenimento dell'ordine pubblico nei singoli Stati; e, in sostituzione delle armi, l'istituto dell'arbitrato con la sua alta funzione pacificatrice…».

1° agosto 1917. "Una pace giusta e duratura": lettera di Benedetto XV ai capi dei popoli belligeranti https://pop.acli.it/images/BenedettoXV_lettera_belligeranti.jpg Redazione POP.ACLI