Il 3 ottobre di 10 anni fa, un barcone con circa 500 migranti - per lo più somali ed eritrei - prende fuoco a largo dell'Isola di Lampedusa. I morti saranno 368. "La più grande tragedia dell'immigrazione", titola l'Ansa...

Proprio quell'isola, l'8 luglio 2013, sarà meta del primo viaggio del pontificato di papa Francesco (iniziato il 13 marzo di quello stesso anno) per denunciare la "globalizzazione dell'indifferenza".

Già nel 2011 e nel 2012 era cresciuto inarrestabilmente il numero delle persone morte, molte attorno alle coste italane, nel tentativo di raggiungere le frontiere europee.
Nel novembre del 2012, fece il giro del mondo l'appello lanciato dalla neo-sindaca di Lampedusa, Giusi Nicolini, "Quanto deve essere grande il cimitero della mia isola?":
«Sono il nuovo Sindaco delle isole di Lampedusa e di Linosa. Eletta a maggio, al 3 di novembre mi sono stati consegnati già 21 cadaveri di persone annegate mentre tentavano di raggiungere Lampedusa e questa per me è una cosa insopportabile. Per Lampedusa è un enorme fardello di dolore. Abbiamo dovuto chiedere aiuto attraverso la Prefettura ai Sindaci della provincia per poter dare una dignitosa sepoltura alle ultime 11 salme, perché il Comune non aveva più loculi disponibili. Ne faremo altri, ma rivolgo a tutti una domanda: quanto deve essere grande il cimitero della mia isola?...».

I tentativi di sbarco e le morti in mare sono continuati senza sosta (le stime parlano di oltre 26.000 morti nel mediterraneo dal 2013 al 2023...).

Ma da allora, ogni 3 ottobre si celebra la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione, istituita nel nostro Paese il 21 marzo del 2016, con la legge n. 45: «La Repubblica riconosce il giorno 3 ottobre quale Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione, di seguito denominata "Giornata nazionale", al fine di conservare e di rinnovare la memoria di quanti hanno perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro Paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria...»