Pubblicato il 26 ottobre successivo, il documento vieta il matrimonio fra cittadini italiani e individui di razza “non ariana” e l’ingresso in Italia di ebrei stranieri...

85 anni fa, l'approvazione della "Dichiarazione della razza", due mesi dopo la pubblicazione del "Manifesto della razza", e un mese dopo il regio decreto "per la difesa della razza nella scuola fascista", da' il via ad una lunga serie di provvedimenti - annunciati esplicitamente a Trieste il 18 settembre da Benito Mussolini - razzisti e antisemiti.

Di seguito, pubblichiamo l'incipit del documento:

«Il Gran Consiglio del Fascismo, in seguito alla conquista dell’Impero, dichiara l’attualità urgente dei problemi razziali e la necessità di una coscienza razziale. Ricorda che il Fascismo ha svolto da sedici anni e svolge un’attività positiva, diretta al miglioramento quantitativo e qualitativo della razza italiana, miglioramento che potrebbe essere gravemente compromesso, con conseguenze politiche incalcolabili, da incroci e imbastardimenti. Il problema ebraico non è che l’aspetto metropolitano di un problema di carattere generale
Il Gran Consiglio del Fascismo stabilisce:
a. il divieto di matrimoni di italiani e italiane con elementi appartenenti alle razze camita, semita e altre razze non ariane;
b. il divieto per i dipendenti dello Stato e da Enti pubblici – personale civile e militare – di contrarre matrimonio con donne straniere di qualsiasi razza;
c. il matrimonio di italiani e italiane con stranieri, anche di razze ariane, dovrà avere il preventivo consenso del Ministero dell’Interno;
d. dovranno essere rafforzate le misure contro chi attenta al prestigio della razza nei territori dell’Impero.
[...]».

6 ottobre 1938. Il Gran Consiglio del Fascismo approva la “dichiarazione sulla razza” https://pop.acli.it/images/TS_discorso_duce_1938.jpg Redazione POP.ACLI