Più di tremila tra cardinali, arcivescovi, vescovi e superiori di famiglie religiose (mai così tanti!) sfilano in Piazza San Pietro per l'apertura solenne del Concilio Vaticano II...

«... Quanto al tempo presente, la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore; pensa che si debba andare incontro alle necessità odierne, esponendo più chiaramente il valore del suo insegnamento piuttosto che condannando. Non perché manchino dottrine false, opinioni, pericoli da cui premunirsi e da avversare; ma perché tutte quante contrastano così apertamente con i retti principi dell’onestà, ed hanno prodotto frutti così letali che oggi gli uomini sembrano cominciare spontaneamente a riprovarle, soprattutto quelle forme di esistenza che ignorano Dio e le sue leggi, riponendo troppa fiducia nel progressi della tecnica, fondando il benessere unicamente sulle comodità della vita. Essi sono sempre più consapevoli che la dignità della persona umana e la sua naturale perfezione è questione di grande importanza e difficilissima da realizzare. Quel che conta soprattutto è che essi hanno imparato con l’esperienza che la violenza esterna esercitata sugli altri, la potenza delle armi, il predominio politico non bastano assolutamente a risolvere per il meglio i problemi gravissimi che li tormentano...».

Così, papa Giovanni nel solenne discorso di apertura "Gaudet Mater Ecclesia", emozionante sin dal "titolo"...

Ma in quella giornata le emozioni non erano affatto finite.

Un momento scolpito nella storia e nella memoria collettiva di quella giornata è infatti il saluto che, la stessa sera, Giovanni XXIII volle rivolgere ai fedeli assiepati in Piazza San Pietro. Parole a braccio, spontanee, che passano alla storia come “il discorso della Luna”. La folla tra le luci di oltre 100 mila fiaccole è una scena che commuove il Pontefice, che decide di affacciarsi alla finestra. Ai suoi più stretti collaboratori riferisce che si affaccerà solo per una benedizione. Ma poi, in quel momento così eccezionale per la vita della Chiesa, pronuncia un discorso estemporaneo che tocca il cuore di tutti:

«Cari figliuoli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero; qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata, stasera – osservatela in alto! – a guardare a questo spettacolo... Stamattina è stato uno spettacolo che neppure la Basilica di San Pietro, che ha quattro secoli di storia, non ha mai potuto contemplare... Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare. Fate qualcosa, dite una parola buona. Il Papa è con noi specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza».

E le ACLI?
Come riportato su Azione Sociale del 7 ottobre 1962, «i lavoratori cristiani delle ACLI hanno vissuto intensamente la fase preparatoria del Concilio Ecumenico» in centinaia di riunioni di base promosse a tutti i livelli...

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Ad una settimana dall'apertura del Concilio, Papa Giovanni XXIII decide di recarsi in pellegrinaggio in treno a Loreto e Assisi
, a quasi un secolo dall'ultima uscita fuori dai confini del Lazio di un Pontefice, avvenuta il giorno della breccia di Porta Pia.

«Alla vigilia del Concilio Vaticano II, ecco l'umile Successore di Pietro aggiungersi con gesto discreto ai molti che l'hanno qui preceduto. L'odierna peregrinazione apostolica a questo antico e venerato santuario vuol porre suggello alle supplicazioni che in tutti i templi del mondo, di oriente e di occidente, e nei sacri recessi del dolore e della penitenza, si sono elevate a Dio per il felice svolgimento della grande assise ecumenica; e vuol simboleggiare altresì il cammino della Chiesa verso le conquiste di quella spirituale dominazione, fatta nel nome di Cristo, che è luce delle genti; dominazione che è servizio ed amore fraterno, sospiro di pace, ordinato e universale progresso...»
(Discorso del Santo Padre Giovanni XXIII presso il Santuario di Loreto, 4 ottobre 1962)

 «Venerabili Fratelli, diletti figli,
stamane la Madre di Gesù e nostra Ci ha accolto benigna nel suo santuario di Loreto. Là si commemora il mistero della Incarnazione, che al primo tocco della campana dell'Angelus Domini solleva un'onda di commozione in tutto il mondo.
Sulle porte di Assisi sta, dunque, non soltanto la raffigurazione degli spiriti beatissimi, che sono sempre al cospetto della Trinità Augusta e fanno corona alla Madre di Dio, ma anche di tutti gli altri, che la bontà misericordiosa del Signore ha deputati alla nostra custodia, e alla protezione dei passi di ciascun uomo e di ciascuna pagina della storia umana.
Oh! Maria, regina Angelorum! Di qua, tu ci mostri la via del Paradiso, che questo colle raffigura mirabilmente ; ed accendi il comune entusiasmo per la celebrazione del Concilio Ecumenico, che vuol essere una vera e grande festa del cielo e della terra; degli angeli, dei santi e degli uomini...»

(Discorso del Santo Padre Giovanni XXIII ai fedeli riuniti presso la Basilica inferiore di San Francesco d'Assisi, 4 ottobre 1962)

 

Le immagini riprodotte sono tratte da Azione Sociale del 7 e del 14 ottobre 1962, le cui copie sono custodite presso l'Archivio storico delle ACLI.

11 ottobre 1962. Papa Giovanni XXIII apre il Concilio Vaticano II https://pop.acli.it/images/AS_concilio_14ott1962_interna_alta.jpg Redazione POP.ACLI