105 anni fa, nasceva il Partito Popolare, fondato da Luigi Sturzo che ne fu segretario fino al 1923...

Ispirato alla dottrina sociale della Chiesa cattolica, il PPI rappresentò per i cattolici italiani il ritorno organizzato alla vita politica attiva dopo lunghi decenni di assenza a causa del non expedit conseguente alle vicende dell'unificazione nazionale.
Le direttive programmatiche del nascente partito furono esposte nell′"Appello ai liberi e forti":
«A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà. E mentre i rappresentanti delle Nazioni vincitrici si riuniscono per preparare le basi di una pace giusta e durevole, i partiti politici di ogni paese debbono contribuire a rafforzare quelle tendenze e quei principi che varranno ad allontanare ogni pericolo di nuove guerre, a dare un assetto stabile alle Nazioni, ad attuare gli ideali di giustizia sociale e migliorare le condizioni generali, del lavoro, a sviluppare le energie spirituali e materiali di tutti i paesi uniti nel vincolo solenne della “Società delle Nazioni”...».
Come scrive Francesco Occhetta su "la Civiltà Cattolica": «Quando quel 18 gennaio 1919 veniva dif­fuso l’«Appello ai liberi e forti», la Grande guerra si era appena conclusa, l’Italia stava piangendo i suoi circa 600.000 caduti e curando quasi un milione di feriti. La vita media della popolazione italiana – allora circa 37 milioni di persone – non superava i 31 anni per gli uomini e i 32 anni per le donne, mentre l’analfabetismo toccava punte del 70% della popola­zione in regioni come la Basilicata e la Calabria. Le politiche liberali e conservatrici del Governo avevano colpito il ceto medio e privato di qualsiasi riferimento politico l’elettorato cattolico, ancora condizionato dal non expedit della Chiesa, che gli impediva l’impegno diretto in politica.
In quel particolare contesto storico, il colpo d’ala di Sturzo fu quello di creare un partito laico, democratico e di ispirazione cri­stiana, con una precisa piattaforma programmatica: difesa della fa­miglia e libertà di insegnamento, lavoro inteso come diritto e re­ferendum locali, centralità delle autonomie territoriali e forme di previdenza sociale, rappresentanza proporzionale e voto alle donne, libertà della Chiesa e costruzione di un ordine mondiale nuovo...»
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Il PPI ricevette nelle elezioni del 1919 il 20,6% dei suffragi ed elesse 100 deputati. Alle elezioni del 15 maggio 1921 il PPI confermò la sua forza elettorale con il 20,4% dei voti e 108 deputati.
Dopo la marcia su Roma (28 ottobre 1922), il PPI accettò, contro il parere di don Sturzo che alcuni suoi uomini entrassero nel governo Mussolini. Al IV Congresso del Partito (Torino, 12-14 aprile 1923), Luigi Sturzo fece prevalere la tesi dell'incompatibilità fra la concezione "popolare" dello Stato e quella totalitaria del fascismo. Il 10 luglio si dimetterà da segretario del Partito.

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18 gennaio 1919. Don Luigi Sturzo fonda il Partito Popolare Italiano https://pop.acli.it/images/Sturzo2_benecomune.jpg Redazione POP.ACLI