Già dal momento della sua inaugurazione, avvenuta il 15 maggio del 1939 alla presenza di Benito Mussolini, lo stabilimento di Mirafiori mostrerà il suo carattere e sarà teatro di proteste e resistenze che resteranno – quelle sì – nella storia del Paese…

La F.I.A.T. viene fondata l'11 luglio 1899 a Torino. La costruzione del suo primo e – fino ad allora – più importante stabilimento, il Lingotto, inizia del 1916. Sarà la fabbrica più grande d'Europa, simbolo dell'industria automobilistica italiana ed una delle immagini più note della città di Torino.
Ma l’innovazione tecnologica corre, e già all’inizio degli anni Trenta, comincia la progettazione di un nuovo e più grandioso impianto, in grado di introdurre in Italia le più avanzate esperienze di organizzazione industriale.
Così, nella primavera del 1937, circa 5.000 operai - provenienti in gran parte dal Veneto e dalla Sicilia - iniziano a lavorare alla realizzazione del complesso industriale progettato dall’ingegner Bonadé Bottino, nella zona sud di Torino, Mirafiori, da cui prenderà il nome.
Un'area di un milione di metri quadri, 20 chilometri di linee ferroviarie e 11 chilometri di strade sotterranee che collegano tra loro i vari capannoni, in grado di ospitare 22.000 operai su due turni (sui 55.000 dipendenti totali della Fiat).
Il progetto, proprio per il suo “gigantismo”, non fu visto di buon occhio dal Duce, preoccupato dalla vulnerabilità dell’opera in caso di guerra e, ancor più, dalla straordinaria concentrazione operaia in uno stesso luogo.
Ma la costruzione proseguì e il 15 maggio del 1939, Mussolini fa tappa a Torino per inaugurare la fabbrica, nella speranza che l’incontro diretto potesse conquistare “a fondo, appieno e senza riserve, l’anima delle maestranze della Fiat”.

Nonostante i titoli de “L’Italiano. Gazzetta del Popolo della sera”, che a metà degli anni ’20 passò sotto il controllo del regime fascista, «50.000 operai inneggiano al Duce», la visita a Mirafiori passa alla storia come un momento di rottura tra il regime e i lavoratori della Fiat.
L’episodio è riportato anche da La Stampa che, nell’edizione del giorno seguente a quello della visita, mette in luce "l’accoglienza fredda e limitata delle maestranze della Fiat, dove egli sarebbe stato calorosamente applaudito soltanto da un migliaio di operai, mentre il rimanente, circa 50 mila, sarebbero rimasti a braccia conserte" (Fonte: Torino 1938 – 1945. Luoghi della memoria)

Mirafiori è stata poi teatro di una delle più celebri proteste che la storia dell'industria italiana ricordi: lo sciopero del 5 marzo 1943, il primo episodio della lunga serie di proteste contro il regime fascista.
Le agitazioni operaie a Mirafiori continuano infatti anche nei mesi successivi e nel 1944 si costituiscono all’interno della fabbrica le prime cellule di azione clandestina (le Sap) collegate con il movimento partigiano, che oltre a sabotare la produzione diffondevano materiale di propaganda, volantini e pubblicazioni clandestine.
Il 18 aprile Mirafiori partecipa allo sciopero generale indetto dal Cln e il 25 aprile gli operai occupano lo stabilimento per difendere il patrimonio industriale e il suo trasferimento, come già nel 1944 da parte delle truppe tedesche.

Il mito industriale di Mirafiori riprenderà dopo la guerra, contribuendo al “miracolo economico” italiano negli anni Sessanta, e tornando – appena un decennio dopo – ad essere la fabbrica simbolo delle lotte operaie.

15 maggio 1939. 85 anni fa veniva inaugurata a Torino la fabbrica della resistenza e delle lotte operaie: Fia https://pop.acli.it/images/MAGGIO/Mirafiori_WPcommons_veduta.jpg Redazione POP.ACLI