I ragazzi del Servizio civile nei paesi di emigrazione impegnati in un progetto per far conoscere la storia della presenza aclista nel mondo...

La FAI ha iniziato a intraprendere un percorso di memoria delle attività e dell’impegno delle Acli a servizio degli italiani emigrati all’estero.

All’interno di questo cammino, ha chiesto a chi svolge il servizio civile universale attualmente in servizio in Stati Uniti, Francia, Svizzera, Inghilterra e Belgio di realizzare una pubblicazione che da una parte faccia conoscere sinteticamente la storia di questi paesi e la presenza delle Acli, dall’altra racconti – tramite interviste a testimoni aclisti – la memoria viva di quanto è accaduto nella comunità degli italiani in quei paesi di emigrazione.

Cogliendo l’opportunità della presenza di questi giovani a Roma per la formazione prevista all’interno dei loro percorsi di servizio civile, lo scorso 14 febbraio a Casa Acli si è svolto un pomeriggio formativo (in collaborazione con l’Area Cultura della sede nazionale) su come raccogliere e organizzare la memoria di una storia ricca di persone e di eventi.

“Occorre fare memoria della storia passata per non commettere gli stessi errori”. Questa frase è vera solo se al ricordo si accompagna una riflessione che produce un agire diverso da quello del passato. Senza una conversione dell’azione la storia non è sufficiente per essere “maestra di vita”.

I ricordi di quanto avvenuto a livello personale o collettivo sono strettamente legati alle emozioni che li hanno accompagnati, siano esse positive o negative, e che li rendono vivi anche a distanza di molti anni.

A motivo di questo intreccio tra memoria ed emozioni, per fare memoria – sia personalmente che collettivamente – occorre attivare una riflessione sull’esperienza vissuta, sapere che intervistando i testimoni si incontrano uomini e donne in carne e ossa con i loro vissuti personali di cui avere particolare cura.

La cura e il rispetto delle persone e delle esperienze di cui si vuole fare memoria, è importante per valorizzare il passato così da poter vivere il presente e progettare il futuro con maggiore consapevolezza, e non per manipolare la storia in modo ideologico, come è accaduto e forse accade ancora oggi.

In questo momento formativo – tramite due esercitazioni pratiche – hanno sperimentato e utilizzato la ricchezza delle fonti istituzionali, documentali, ecclesiali, associative, nonché artistiche (film, racconti, canzoni, ecc.) cui possono accedere per raccontare la storia degli aclisti all’estero. Inoltre, hanno provato a raccontarsi reciprocamente a coppie, con delle brevi interviste, la loro esperienza di servizio civile.

Le giovani e i giovani in servizio civile hanno accolto questa richiesta della FAI con entusiasmo e partecipazione. Saranno accompagnati in questo lavoro dai formatori con cui hanno lavorato e dall’Archivio storico della sede nazionale.

Attendiamo quindi con fiducia il frutto del loro lavoro, che sarà condiviso alla fine della loro esperienza di servizio civile a settembre di quest’anno.

Recuperare la memoria delle Acli all'estero https://pop.acli.it/images/servizio_civile_estero_20231.jpg Redazione POP.ACLI