A partire dalla metà degli anni Cinquanta in Italia si assiste ad un costante aumento del costo della vita, per arginare il quale il governo decide di adottare provvedimenti ritenuti in grado di attenuare il costo dei prodotti di prima necessità...

Tra questi, alla fine del 1958, viene approvato il cosiddetto “decreto catenaccio” che abolisce l’esclusiva che detengono i mercati generali per il commercio dei prodotti ortofrutticoli, delle carni e dei prodotti ittici. Da allora in poi tale commercio sarebbe stato libero e si sarebbe potuto svolgere sia nei mercati generali, sia al di fuori di essi. Lo scopo, in linea di principio, è quello di avvicinare il prodotto al consumo, eliminando le dannose trafile degli intermediari che fanno aumentare i prezzi anche oltre il 100%.
La vignetta – pubblicata da Azione Sociale nel numero del 26 ottobre 1958 – descrive efficacemente il percorso di una pera dal produttore al consumatore.

Dopo quasi 70 anni purtroppo le speculazioni, lungo la filiera che porta il prodotto dal campo allo scaffale, non sono diminuite e alle proteste dei consumatori si sono aggiunte quelle dei produttori del settore agroalimentare, costretti a vendere la merce a prezzi imposti dal mercato che, spesso, non consentono di coprire i costi di produzione sempre più alti.

Le vignette “storiche” delle Acli https://pop.acli.it/images/APRILE/AS_n43_26_OTT_1958.jpg Redazione POP.ACLI