Verso una nuova “economia con l’anima”, l’obiettivo dell’evento The Economy of Francesco in programma ad Assisi dal 22 al 24 settembre...

L’evento The Economy of Francesco attende da oltre due anni di ritrovarsi in presenza e finalmente il 22 settembre potrà celebrare un ritorno ad Assisi. Papa Francesco, infatti, ha invitato ad un impegno concreto di azione e riflessione giovani studiosi, imprenditori e change-maker con meno di 35 anni e provenienti da tutto il mondo nel 2019, quando ancora, di fronte a noi, non si era scatenata quella che, a oggi, possiamo definire come una vera e propria tempesta perfetta.

L’obiettivo posto dal Papa è quello di gettare le basi per costruire un’economia più giusta, inclusiva e solidale. Un nuovo paradigma che possa dare soluzioni e speranze a tutti, contrastando la logica del profitto senza limiti, della cultura dello scarto (Evangelii Gaudium) e dell’esclusione dei più fragili. Tornare semplicemente al “modello economico di ieri”, non farebbe altro che acuire le enormi distanze che separano oggi intere fasce della popolazione mondiale. In breve, bisogna pensare ad un’economia che, come ha detto lo stesso Pontefice, non sia un’economia che governa, bensì un’economia al servizio degli uomini. Tutto questo, dunque, ancor prima che la pandemia globale da Coronavirus si diffondesse, rendendo più che evidenti i propri effetti socioeconomici a livello mondiale, e ancor prima che il conflitto in Ucraina approfondisse, ancora una volta, le evidenti diseguaglianze che contraddistinguono il nostro sistema economico.

Dati recenti hanno confermato questa connotazione, ovvero che l’attuale paradigma socioeconomico si regga, ormai da decenni, su di una struttura che affonda le radici nella diseguaglianza. Il caso italiano, per esempio, ci dice come la retribuzione media dei primi 10 top manager del nostro Paese sia stata, nel 2020, ben 649 volte lo stipendio medio annuo di un operaio. Si tratta, in questo senso, di uno dei molti elementi di distorsione, che ben raffigurano lo stato della nostra economia e che immortala, in modo plastico, gli squilibri che danno forma alle dinamiche non solo economiche, ma   anche sociali, relazionali e umane.

La diseguaglianza, come detto, non è frutto della crisi pandemica prima e internazionale poi; bensì, è il cascame di una serie di processi avviati da tempo che le due hanno soltanto reso ancor più evidenti. Con la fine dei Trente Glorieuses, il trentennio dell’immediato secondo dopoguerra durante il quale gli Stati hanno saputo distribuire i benefici del capitalismo in via di globalizzazione, le diseguaglianze hanno cominciato ad aggravarsi rapidamente, investendo ogni ambito della vita umana: dall’economia all’educazione, dalla possibilità di fruizione culturale alle relazioni sociali. È più accurato, quindi, parlare di diseguaglianze al plurale.

In quest’ottica, l’economia di Francesco vuol intervenire. Il lavoro di riflessione e condivisione per la nascita di un nuovo paradigma per il quale, con “coraggioso impegno”, contribuiscono i partecipanti di The Economy of Francesco, vuole ripensare la strada che abbiamo intrapreso decenni fa per condurre a un’economia in grado non solo di essere maggiormente inclusiva, ma anche di garantire una dimensione prettamente umana dello sviluppo, che sia in armonia con il Creato e che assicuri una vita dignitosa e piena anche per le generazioni future.

È chiaro, dunque, che la sola convinzione che la libertà del mercato sia il toccasana per il nostro mondo e per le nostre comunità non possa di per sé raggiungere gli obiettivi di un’economia più equa e giusta. Occorre compiere uno sforzo che ci porti a guardare al nostro sistema economico non esclusivamente con l’attenzione rivolta ai meri valori quantitativi, come ad esempio l’aumento del Pil pro capite o l’andamento dell’export. Serve guardare anche all’aspetto qualitativo dell’economia, di come essa si rapporta con le persone e di come queste, in un determinato sistema, vivano la propria quotidianità.

Questa è la direzione verso la quale, insieme agli altri partecipanti della prima edizione di The Economy of Francesco, mi sono mosso e mi muoverò. Nel village (villaggio, ossia nel gruppo di lavoro) Work and Care, infatti, il nostro impegno si è concentrato e si concentrerà sulla dignità del lavoro e sul buon lavoro – senza trascurare la “cura”, appunto -, traduzione tanto pratica quanto necessaria oggi più che mai nel nostro Paese, dove anche la nostra Costituzione indica perentoriamente la necessità di garantire ai lavoratori e alle loro famiglie “un’esistenza libera e dignitosa”.

In Italia, la situazione attuale del mondo del lavoro apre un dibattito che non può non far parte della più grande riflessione per un nuovo modello economico più inclusivo e giusto. Oltre 3 milioni e mezzo di lavoratori, prevalentemente giovani e donne, ricevono una retribuzione al di sotto della soglia di povertà, con tutte le conseguenze sociali, relazionali ed educative che ciò comporta.

Immaginare di riesumare il sistema economico che ci ha portati sin qui è evidentemente la risposta più semplice – ma sbagliata – a un problema complesso. Dar vita a un nuovo modello, a una “economia con l’anima”, è senz’altro più faticoso e complicato. Ma è, oggi, l’unica vera soluzione per costruire un futuro migliore e, per farlo, serve l’impegno di tutti.

The Economy of Francesco: un processo, un patto, un impegno https://pop.acli.it/images/Economy_of_Francesco_2022.jpg Redazione POP.ACLI