Un tempi di “visione” e di periferie che turba i potenti della terra...

Natale è tempo della “visione”: angeli che fanno la spola tra il cielo e la terra, una stella lucente che guida e conduce…
Ma è anche il tempo delle “periferie”: un bambino che nasce in un piccolo, “insignificante” pezzetto di mondo; pastori, cioè gente considerata impura e senza potere, che ha visioni di angeli, stranieri che arrivano sul dorso di un cammello (ma in alcune antiche immagini arrivano proprio sui dei barconi) per portare i loro doni.

Natale è lo spazio di sconfinamento tra il cielo e la terra, il celeste e il terrestre, il grande e il piccolo.
I potenti sono turbati dall’arrivo di un bambino e come Erode scatenano guerre e stragi di innocenti. E proprio quando sulla terra la guerra infuria gli angeli portano una lettera raccomandata rivolta al mondo con sopra scritta la parola Pace. Natale è un “Manifesto” poetico e politico, una lettera raccomandata rivolta all’umanità.

Possiamo immaginare i capoversi di questa lettera urgente:
- avere una visione: grande, sinfonica, dilatata nello spazio e nel tempo. Una visione di mondo come spazio aperto, libero, solidale, non escludente,
- abolire per sempre la guerra. Stabilire una volta per tutte
che non potrà mai esistere una “guerra santa”, una “guerra giusta”. Convertire le spese per gli armamenti in pane, salute, scuole belle e desiderabili,
- proclamare l’aria, l’acqua, gli alberi patrimonio universale della Terra. Togliere qualsiasi autorità politica a chi inquina, disbosca, ferisce la Terra,
- recuperare l’arcobaleno di Noè e metterlo al braccio del mondo: perché siano tutelate le differenze, e nessuno sia condannato a morte o all’ergastolo della discriminazione per la propria diversità,
- mettere in salvo il bambino come fece Giuseppe avvisato dall’Angelo. In salvo dagli abusi troppo spesso tenuti nascosti, anche nella Chiesa. Essere preoccupati più per le persone, per la verità e la giustizia, che per salvaguardare il proprio
“buon nome”,
- togliere il velo dalle proprie teste, per non sottomettersi ad una logica patriarcale e violenta. Il velo reale e quello introiettato, simbolico che ancora troppe donne sono costrette a portare non solo in Iran, ma in tutti i pezzetti di terra e di città di istituzione in cui vige la legge del padrone.

Natale è la Costituzione più rivoluzionaria dei Diritti Umani.
Il divino scende per sempre nell’umano.
Nella pupilla del bambino risplende la divina bellezza.

Le donne del Novecento, come Hannah Arendt e Maria Zambrano ci hanno ricordato che non siamo solo “essere mortali” come ci hanno ricordato alcuni pensatori, ma che siamo prima di tutto “ esseri natali”. E se nasciamo in un’ora precisa del giorno e della notte, possiamo rinascere ogni volta che la vita ce lo chiede. Anche dentro la notte più oscura.
Questo era, possiamo immaginare, il “post scriptum” della lettera arrivata dal cielo e recapitata al mondo “Ricordatevi: siete Esseri natali!".
Buon Natale…

Natale: lettera alla Terra https://pop.acli.it/images/candela_natale.jpg Redazione POP.ACLI