Per ripartire bene dopo la pandemia occorre riconnettersi ai territori valorizzando le reti...

 “In Italia c’è un’allergia alla legalità” sosteneva Francesco Saverio Borrelli. E’ vero: nel nostro paese le mafie sono sempre più diversificate, persuasive e pervasive. La cultura dell’illegalità non riguarda solo la mentalità della criminalità organizzata, ma ha un’accezione molto più ampia che si può riassumere nella negazione delle regole sociali a favore di quelle private e familistiche. Tale comportamento distorce dunque il rapporto pubblico-privato e rappresenta una seria minaccia per la democrazia e lo sviluppo sociale ed economico del Paese.

Dopo questi difficili anni di pandemia, in cui le mafie non si sono fermate, ma hanno trovato nella disperazione delle persone terreno ancor più fertile, le Acli pensano che, per ripartire e ripartire bene, sia necessario sollecitare e riconnettere i territori sul tema della legalità, in relazione alla corresponsabilità, valorizzando le reti con cui l’Associazione collabora da diversi anni su differenti fronti (Libera, Mettiamoci in gioco, Avviso Pubblico). A tal fine, per sollecitare il nostro territorio, l’Associazione ha organizzato un percorso di approfondimento, suddiviso in quattro giornate, intitolato Legalità e corresponsabilità, due valori trasversali. Un tema, un incontro, un impegno. L’obiettivo era di implementare, con proposte politiche e di azione sociale nuove, quanto già facciamo all’interno del nostro sistema, insieme ad altre organizzazioni della società civile, per affermarci come soggetto significativo all’interno delle reti di cui facciamo parte.

Nel primo incontro, intitolato “Memoria e impegno, Acli e Libera insieme”, si è tentato di fare un ragionamento per rafforzare a livello locale l’opposizione a tutte le mafie. Infatti, esse hanno radici così antiche e multiple da insinuarsi ovunque, con il rischio che i cittadini non si accorgano neanche più della loro presenza. Tenere viva la memoria di chi ha perso la vita è dunque molto importante per contrastarle, ma non è sufficiente. Occorre che la memoria, ampliandosi, diventi collettiva, per essere poi trasformata in impegno comune.

Il secondo, “Presentazione della ricerca Iref Al di là dei muri”, ha avuto luogo nella Casa Circondariale di Busto Arsizio. Le Acli, attive su molti fronti con le sue diverse articolazioni nei mondi della detenzione, ritengono importante approfondire il ruolo economico, sociale, culturale, nonché politico del Terzo settore nel carcere, non una tantum, ma attraverso un’analisi cadenzata e regolare, capace di monitorare negli anni la sua presenza e di individuare piste di lavoro sull’importante tema della re-entry.

I percorsi di umanizzazione del carcere e di reinserimento post-carcere sono due attività complementari, perché una detenzione che non si riduca ad abbrutimento e disumanizzazione rende possibile l’apertura ad un percorso di speranza che deve essere supportato al di là di un clima generalizzato che si esprime nell’orribile slogan “buttiamo via la chiave”.

Il terzo, dal titolo “Prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo – Acli e Mettiamoci in gioco si incontrano”, ha voluto sottolineare il lavoro delle Acli sul gioco d’azzardo, soprattutto in termini sociali e di prevenzione, tanto a livello nazionale, quanto a livello locale. Non è un caso che a Bologna, dove il 30 novembre si è festeggiato il decennale della Campagna Mettiamoci in gioco, le due priorità emerse per il futuro sono state: rafforzare l’alleanza tra i diversi soggetti e le reti che si battono per ridurre i rischi del gioco d’azzardo e sollecitare Regioni e Comuni a chiedere al governo una normativa per il settore. Il gioco d’azzardo non è solo una questione di legalità, ma anche di valore che si vuole attribuire alle attività ludiche e di svago. Per questo motivo è stato attivamente coinvolto nell’organizzazione dell’evento anche l’US Acli.

L’ultimo incontro, “Amministrare per la legalità - Acli e Avviso Pubblico si incontrano”, ha previsto un approfondimento sulla legalità nelle amministrazioni pubbliche. Secondo un recente articolo del Sole24ore, fra il 2017 e il 2021 le frodi contro lo Stato, pari a 34 miliardi, hanno pesantemente impoverito il nostro Paese, non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto sociale. Il denaro pubblico è cioè stato risucchiato da un manipolo (neanche troppo ridotto, visto che in 5 anni per mazzette e appalti truccati sono state denunciate 18.952 persone!) di intrallazzatori, tangenti, appalti manipolati e funzionari pubblici compiacenti. Informare e formare su questi temi è di dirimente importanza per immaginare una ripresa del Paese, soprattutto in vista degli ingenti finanziamenti a cui l’Italia, attraverso il Pnrr, avrà accesso.

La strada per contrapporre alla diffusa cultura dell’illegalità quella della legalità e del rispetto delle istituzioni richiede dedizione e costanza. Il messaggio che ci hanno lasciato i massimi oppositori del sistema mafioso è positivo, ma non scevro da difficoltà. Come disse Giovanni Falcone “la mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine” ma “l’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna”... gli ha fatto eco Paolo Borsellino.

Legalità: reti e declinazioni https://pop.acli.it/images/Acli_legalit.jpg Redazione POP.ACLI