E' uscito il nuovo numero della rivista "Civic. I Quaderni di Fondazione Italia Sociale" che fa il punto sui giovani che non studiano né lavorano...

In Italia la percentuale di giovani che hanno abbandonato precocemente gli studi, ottenendo al massimo la licenza media e decidendo poi di non frequentare la scuola superiore o altri percorsi di formazione, è del 12,7 per cento. Il numero di Early leavers from education (Elet) è di tre punti più alto rispetto alla media europea. Per intendersi, si tratta di 517 mila ragazzi e ragazze. Con una prevalenza dei maschi (14,8 per cento) rispetto alle femmine (10,5), e con un consistente e purtroppo non inedito divario territoriale tra sud e isole (16,6 per cento), nord (10,7) e centro (9,8).
Di questi Elet solo uno su tre, una volta abbandonato il sistema scolastico, trova lavoro. Ecco come nascono i Neet (Neither in employment nor in education and training), ovvero quell’ampio insieme di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano né lavorano, in una percentuale (23,1) che è molto più alta rispetto alla media UE (13,1), con l’Italia in ultima posizione, staccata di parecchi punti percentuali dalla Grecia (17,3) e dalla Spagna (14,1) in questa scoraggiante graduatoria...

A questo tema è dedicato l’approfondimento di questo numero dei Quaderni della Fondazione Italia Sociale, con l’intento di portare l’attenzione su una vera e propria emergenza sociale di cui ci si ricorda saltuariamente. Un’emergenza rilevante non soltanto per i suoi effetti immediati ma soprattutto per quelli oggi invisibili e che si paleseranno nel futuro. Quando, sommando il declino demografico del Paese, sempre più vecchio, alla espulsione dai circuiti della formazione e del lavoro di quasi un quarto dei sempre meno numerosi giovani che popolano l’Italia, il quadro fosco non sarà più la previsione allarmata di qualche cassandra, ma un dato di fatto ormai impossibile da correggere perché troppo sarà il ritardo accumulato...

Quaderni di Fondazione Italia Sociale | Num. 9 (Gennaio 2023)