Il 12 ottobre scorso, il Presidente del CNEL ha consegnato alla Presidente del Consiglio il documento contenente gli esiti dell’istruttoria sul lavoro povero e il salario minimo richiesta da Palazzo Chigi...

Il documento, composto da una prima parte di inquadramento e analisi e da una seconda contenente osservazioni conclusive e proposte, è stato approvato in via definitiva dall’Assemblea del CNEL "a larga maggioranza, con 15 voti contrari", com'è scritto nel comunicato stampa diffuso per l'occasione.

La difficoltà di pervenire ad un documento che non semplifichi la complessità del tema e la diversità delle posizioni in campo è denunciata dallo stesso CNEL:
«Tra le forze sociali e gli esperti si registrano posizioni alquanto diversificate se non contrapposte.
Dieci anni di dibattito pubblico e analisi scientifiche non sono sin qui stati sufficienti per delineare tutti gli aspetti del problema, anche rispetto alle informazioni allo stato disponibili, e trovare punti di convergenza.
Non è dato sapere, per esempio, l’impatto di una eventuale legge in materia di salario minimo sul sistema economico e produttivo e sulla stessa finanza pubblica con riferimento al problema delle esternalizzazioni e degli appalti di servizi nelle pubbliche amministrazioni. Ancora non chiariti – e comunque ampiamente dibattuti – sono i possibili effetti sui singoli lavoratori e sulle dinamiche complessive del mercato del lavoro (disoccupazione, tassi di occupazione regolare, ecc.).
Conseguenza di tutto ciò è l’estrema polarizzazione del dibattito pubblico e del confronto politico tra favorevoli e contrari a un intervento legislativo.
Per evitare di replicare nelle dinamiche interne al CNEL schemi di ragionamento duali – che si prestano a strumentalizzazioni politiche ed eccessi di semplificazione di un problema altamente complesso – i componenti del CNEL concordano sulla importanza di pervenire alla formulazione di un documento finale ampio e inclusivo. Un documento orientato, cioè, a condividere dati, scenari, possibili soluzioni e criticità.
È questa l’unica strada per sviluppare conclusioni e proposte che possano essere realmente utili, una volta portati a conoscenza del Governo e del Parlamento, a contribuire a un avanzamento del dibattito e della conoscenza in materia...».

Ad onta di queste considerazioni, l'approvazione del documento è avvenuta in un clima tutt'altro che pacificato che oltre alla contrarietà di 15 consiglieri (tre di parte sindacale, mentre la Cisl ha votato a favore) ha contato 8 astensioni. L'orientamento ad azioni di rafforzamento e monitoraggio della contrattazione collettiva, piuttosto che all'avvio - anche in via sperimentale - del salario minimo, ha sollevato non poche reazioni negative, anche per la bocciatura dell'emendamento proposto da cinque consiglieri di nomina del presidente della Repubblica volto ad avviare una sperimentazione per le fasce di lavoratori fragili.
Il documento del CNEL assegna dunque centralità della contrattazione collettiva nella fissazione dei trattamenti salariali adeguati e sviluppa una serie di proposte che, oltre a promuovere ulteriormente il ruolo del Consiglio, prevedono la creazione di luoghi, organismi e procedure che certamente non rispondono all'urgenza sociale alla base del dibattito pubblico sul salario minimo.
Su questo in particolare, rinviamo al comunicato stampa diramato dalle ACLI il 13 ottobre 2023: "CNEL e Salario minimo. Acli: famiglie sempre più povere, non c’è tempo per piani pluriennale da Unione Sovietica".

Il documento del CNEL

Salario minimo: il documento del CNEL https://pop.acli.it/images/CNEL_salario_minimo_0.jpg Redazione POP.ACLI