Presentata il 4 aprile scorso dall'ISTAT l'analisi sul mercato del lavoro e sui redditi, realizzata a partire dall’integrazione di informazioni sullo stato occupazionale con le informazioni sui redditi provenienti...

Nel 2022 – ci fa sapere l’ISTAT – il mercato del lavoro continua la ripresa avviata l’anno precedente, dopo il crollo registrato nel 2020 a causa della crisi pandemica. Le precisazioni che seguono sono però meno confortanti: il tasso di occupazione è migliorato in modo apprezzabile a seguito della diminuzione – per ragioni di carattere demografico – della popolazione di 15-64 anni e ha interessato soprattutto l’occupazione dipendente a tempo indeterminato, in particolare quella osservata nel quinto di reddito centrale (cioè quello più ricco).

I risultati principali:
ISTAT MdL redditi 4apr2024 2

I quinti di reddito equivalente più poveri
, caratterizzati strutturalmente da tassi di occupazione più bassi, hanno mostrato aumenti più elevati tra il 2019 e il 2022 (+2 p.p. nel primo quinto e +1,7 p.p. nel secondo) associati a una contrazione relativamente più netta del tasso di disoccupazione (-5 p.p. nel primo e -2,9 p.p. nel secondo).
Il Mezzogiorno, pur caratterizzato da tassi di occupazione più bassi, pari al 46,7% nel 2022, registra, rispetto al 2019, un aumento del tasso relativamente più elevato (+1,9 p.p.). L’aumento riguarda in particolare il quinto più povero (+2 p.p.). In controtendenza la variazione del tasso di occupazione nei due quinti più ricchi del Nord-ovest (-0,9 p.p. e -0,4 p.p.) e nel penultimo quinto del Nord-est (-1,3 p.p.).
La quota di dipendenti a tempo indeterminato cresce all’aumentare del reddito: nel primo quinto, è pari al 15,1% degli individui con 15-64 anni e progressivamente sale al 57,1% nel quinto più ricco (contro il 39,8% in media). I dipendenti a termine invece sono relativamente più presenti nel secondo e nel terzo quinto (circa il 10% a fronte di un valore medio dell’8,1%): la discontinuità dei rapporti di lavoro tende infatti a comprimere i redditi familiari.
Vulnerabilità. In funzione dell’andamento dei propri redditi da lavoro nel medio periodo (2015-2021), tra le categorie di occupati più fragili emergono i giovani, gli stranieri e i residenti nelle regioni meridionali.
La differenza di genere a favore degli uomini nei tassi di occupazione si riscontra lungo tutta la distribuzione del reddito ed è più marcata nei quinti più poveri: nel primo quinto gli uomini hanno un tasso del 48,4% (+ 20,5 p.p rispetto alle donne), mentre nel quinto più ricco il tasso degli uomini è 81,9% (+7,3 p.p. rispetto alle donne).

Il Report

ISTAT. Mercato del lavoro e redditi: un’analisi integrata https://pop.acli.it/images/ISTAT_MdL_redditi_4apr2024_1.jpg Redazione POP.ACLI