Presentati dall’ISTAT l’8 aprile scorso i dati sulla formazione degli adulti relativi al 2022. In evidenza, il ritardo rispetto ai principali Paesi europei…

Nel 2022, poco più di un terzo degli individui tra i 25 e i 64 anni ha partecipato ad attività di istruzione e formazione.
Il confronto internazionale mostra come l’Italia sia in ritardo rispetto ai principali Paesi Ue: tra gli adulti di 25-64 anni, il tasso di partecipazione alle attività di formazione (formali o non formali) è pari a 35,7% (quasi 11 punti percentuali sotto il valore medio europeo) e colloca il nostro Paese al 21° posto nel ranking Ue27. Sono dunque lontani gli obiettivi del Consiglio europeo per il 2025 che, per i 25-64enni, fissano un minimo per il tasso di partecipazione alle attività di istruzione e formazione pari al 47%.

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La partecipazione degli adulti a percorsi di istruzione e formazione risulta molto legata alle caratteristiche socio-demografiche
come l’età, il livello di istruzione, il background familiare, la condizione occupazionale e professionale.
L’età, in particolare, gioca un ruolo determinante poiché la partecipazione alle attività di apprendimento – sia formali sia non formali – mostra un andamento decisamente decrescente con il passare degli anni. Le attività di apprendimento formali, infatti, risultano pressoché nulle dopo i 35 anni (in Italia solo l’1,3% degli ultra-trentacinquenni segue un corso formale)…
In Italia il 10,2% dei giovani tra i 18 e i 24 anni, nel 2022, non è più inserito in un percorso formativo pur avendo raggiunto al più un titolo secondario di I grado.
All’aumentare del livello di istruzione cresce la partecipazione alle attività formative formali e non formali; l’evidenza viene confermata anche depurando il confronto dall’effetto dell’età, tenendo cioè conto del fatto che la popolazione più anziana possiede in generale livelli di istruzione meno elevati.
Analogamente, all’aumentare del livello di istruzione dei genitori cresce la partecipazione alla formazione continua (dal 25,6% nel caso i genitori abbiano un basso livello di istruzione al 66,3% di chi ha almeno un genitore con titolo terziario) e si riduce drasticamente, per i 18-24enni, il rischio di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione (dal 24% se i genitori hanno al più un diploma di scuola secondaria di I grado al 3% se almeno uno dei genitori possiede un titolo terziario)…
La distanza con l’Europa si riduce tra coloro che svolgono lavori ad alta qualifica: tra i dirigenti, imprenditori e liberi professionisti, l’incidenza di partecipazione in Italia è pari al 63,1%, valore di appena 5,6 punti percentuali inferiore alla media europea (68,7%)…
Le differenze territoriali in termini di partecipazione ad attività formative, formali e non formali, sono evidenti: oltre 11 punti percentuali separano il Nord-est dal Sud (39,7% e 28,3% rispettivamente), anche per effetto della diversa struttura per età della popolazione e della situazione occupazionale…

Il Report

ISTAT. La formazione degli adulti https://pop.acli.it/images/ISTAT_formazione_adulti_8apr2024_1.jpg Redazione POP.ACLI