Salute e prevenzione sono priorità che non possono essere trascurate, nemmeno in tempo di crisi: così la pensano le Acli e la Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), che a Natale hanno promosso un accordo per donare visite preventive gratuite a persone in disagio socio-economico.

Già prima dell’avvento dell’epidemia di Covid-19 per molti connazionali la possibilità di provvedere alla propria salute non era scontata. Il diffondersi del coronavirus, le restrizioni e la crisi economica innescata da quella sanitaria hanno ulteriormente peggiorato le condizioni, specie della popolazione più fragile.

Secondo l’ultimo rapporto del Banco farmaceutico, sono circa 600.000 le persone povere che nell’ultimo anno non hanno potuto acquistare i medicinali di cui avevano bisogno per ragioni economiche, con un incremento del 37,6% in un anno. L’acquisto dei medicinali rappresenta per le famiglie povere il 62% della spesa sanitaria, un valore molto più alto rispetto alle famiglie non povere (43%).L’incremento delle famiglie (e delle persone) che hanno cercato di limitare le spese sanitarie rinunciando alle cure si deve quasi interamente alle famiglie povere.

Ma le difficoltà sono diffuse e non riguardano solo gli indigenti: in generale la spesa pro-capite mensile sanitaria delle famiglie è scesa complessivamente del 7,2% in un anno, dell’8,8% per i soli medicinali. Il 15,7% delle famiglie italiane (4 milioni 83mila famiglie, pari a 9 milioni 358mila persone) ha risparmiato sulle cure, limitando il numero delle visite mediche e degli accertamenti periodici o facendo ricorso a centri diagnostici e terapeutici più economici. Ha adottato una di queste strategie una famiglia povera su tre e 14 famiglie non povere su 100. Tra le strategie indicate, peraltro, la diminuzione delle visite è proprio la più praticata (in 3 casi su 4).

L’attuale situazione sanitaria, con gli ospedali sotto pressione a causa della pandemia, accentua la difficoltà di accedere alle cure sanitarie, sia ordinarie che di prevenzione: già nel 2020 a causa della pandemia, almeno 173mila poveri non sono riusciti a chiedere aiuto a un centro di assistenza, e si stima che almeno 1 povero su 2 non abbia potuto curarsi attraverso gli enti che forniscono gratuitamente cure e medicine e sia rimasto ancor più deprivato della necessaria protezione sociale. Secondo il recente Rapporto di Cittadinanzattiva, un paziente su due dichiara che con la pandemia sono aumentate le criticità nell’accesso alla diagnosi e cura per la propria patologia. Il 40% circa dei cittadini dichiara che ora è più difficile effettuare una visita specialistica, ottenere prestazioni diagnostiche o ricoveri.Con costi privati in aumento: un italiano su due afferma che quelli sostenuti per la gestione della propria patologia sono aumentati, mentre uno su cinque è stato costretto a rinunciare ad alcune cure perché non poteva sostenere le spese relative.

Il panorama internazionale e nostrano mostra che tutti gli squilibri (economici, sociali, razziali, di genere, ecc.), già ampi prima della pandemia, sono stati da quest’ultima acuiti, diffondendo il virus della disuguaglianza, che consente a un’élite sempre più ristretta di continuare ad accumulare ricchezza nel corso della più grave crisi dai tempi della Grande Depressione, mentre miliardi di persone sono stati spinti sull’orlo della povertà. Ciò ha un diretto riflesso nella crescita della povertà sanitaria: lepersone povere possono spendere solo 10,25 euro mensili pro-capite per le cure mediche, meno di un quinto della capacità di spesa sanitaria delle persone non indigenti (61 euro circa). Le persone agiate, inoltre, possono spendere in medicinali 25,94 euro, contro soli 6,37 euro mensili di chi versa in stato di indigenza.

Questo complicato scenario – che interpella tutti – ha spinto le Acli a scendere in campo cercando di introdurre elementi di equità e di solidarietà che contrastino le derive della povertà e della disuguaglianza. Attraverso l’Area Welfare e la delega Famiglia e Stili di vita, che hanno promosso l’accordo e avviato il processo, si è inteso partire dal bene fondamentale della salute, facendo leva sulla prevenzione, nella convinzione che apprendere stili di vita corretti garantisca l’equilibrio personale e tuteli il benessere psicofisico di tutti e di ciascuno. Non solo: come associazione attenta alla promozione integrale della persona umana, le Acli ritengono che dalle scelte quotidiane che individui e famiglie possono fare dipende la possibilità di rendere il mondo più solidale, equo e vivibile per tutti.

Di qui l’importanza dell’accordo con la Lilt, prestigioso ente pubblico su base associativa che quest’anno celebra i suoi cento anni di attività. Con sede a Roma ma articolata in 106 associazioni provinciali, vigilata dal Ministero della Salute, la Lega italiana per la lotta ai tumori opera senza fini di lucro con il primario compito istituzionale di diffondere la “cultura della prevenzione”, primaria, secondaria e terziaria, come metodo di vita.

L’accordo ha rappresentato il punto di partenza per un progetto pilota avviato in occasione delle festività natalizie, che vedrà impegnate le due organizzazioni fianco a fianco in più di venticinque province italiane per offrire visite di prevenzione a chi ha più bisogno. Attraverso il supporto dei presidi predisposti dalla Lilt sarà possibile regalare a persone con disagio socio-economico individuate dalle Acli territoriali l’effettuazione gratuita di screening e controlli medici importanti nell’ottica della salvaguardia della salute. L’iniziativa, concordata congiuntamente da Acli e Lilt, si svilupperà nei mesi di gennaio e febbraio ed è accompagnata dallo slogan: “A Natale il dono è la prevenzione. Cura per i più deboli” e da un’immagine che la rendono facilmente identificabile.

L’organizzazione pratica è rimessa ai livelli territoriali delle due organizzazioni, che possono modularla secondo le proprie caratteristiche e la propria creatività, utilizzando gli strumenti della comunicazione, anche elaborati dalle sedi nazionali,  per dare pubblicità all’evento.

Con questa iniziativa le Acli e la Lilt integrano la loro differente ma ugualmente diffusa e capillare azione di sostegno e attenzione ai poveri sviluppata negli anni. L’augurio è che questo progetto pilota avvii sinergie nuove e sia solo la prima tappa di una lunga e proficua collaborazione tra le Acli e la Lilt. Entrambe le organizzazioni infatti sono consapevoli della necessità di supportare i cittadini in una fase in cui le criticità sono numerose, pertanto intendono sviluppare una proposta di sostegno e supporto personalizzato, prendendosi cura della persona in maniera integrale.

L’intenzione comune è di proseguire il rapporto approntando una cooperazione stabile, che vada al di là di questa prima sperimentazione. Pertanto, in prospettiva le due organizzazioni hanno in animo di continuare a collaborare mediante la sottoscrizione di un protocollo d’intesa, coinvolgendo anche i servizi di Caf e Patronato delle Acli per garantire una più ampia esigibilità dei diritti e sviluppando diverse azioni di prevenzione volte a sensibilizzare e coinvolgere tutta la cittadinanza, con particolare attenzione alla popolazione più fragile e più colpita dalla povertà,tra cui momenti di riflessione pubblica e convegni intorno ai temi della prevenzione della salute, della lotta contro i tumori e dell’adozione di corretti stili di vita.

Acli e Lilt insieme per donare prevenzione https://pop.acli.it/images/articoli/angiola-harry-SJCalEw-1LM-unsplash.jpeg Webmaster