Una prospettiva inedita sul Terzo settore: le pratiche e gli stili nell’associarsi contano e fanno la differenza. Un invito a riflettere sulle interazioni sociali tra persone che si associano come elemento che incide sulle azioni delle organizzazioni e sui suoi esiti...

L’associarsi quotidiano è un testo di prospettiva sul Terzo settore ed entra nel dibattito introducendo lenti analitiche innovative e originali rispetto al contesto italiano. Con questa ricerca l’autore affronta il Terzo settore a partire dalle pratiche quotidiane degli individui che si associano nel momento in cui si associano. L’approccio processuale, dunque, si focalizza sulle interazioni che avvengono tra soggetti che qualificano e realizzano l’organizzazione stessa.

Assumere i modelli ricorrenti di interazione e gli stili di scena associativi (proposta derivata dagli studi di Goffman e dal concetto di civic action di Lichterman e Eliasoph) come punto di osservazione del Terzo settore consente di fare emergere ciò che avviene nella realtà materiale dei processi sociali, questione che rimane velata nelle tradizioni istituzionaliste che tendono a privilegiare analisi basate su fattori e fenomeni strutturali che hanno interessato storicamente il settore, come ad esempio i processi di neoliberalizzazione, l’ampliamento degli ambiti di azione delle organizzazioni e le sue diverse forme giuridiche, la professionalizzazione, e i rapporti pubblico-privato.

L’idea di fondo del volume è che gli stili ricorrenti di interazione fra le persone che si associano costituiscano la dimensione esplicativa del perché processi trasformativi politici ed economici a livello macro non abbiano da soli la capacità di incidere e disciplinare il terzo settore in maniera uniforme.

Citroni sostiene che le pratiche dell’associarsi compongono uno spazio di autonomia che pone le organizzazioni di terzo settore nella condizione di poter agire con un certo grado di autonomia dalle pressioni riformatrici e trasformative che hanno caratterizzato l’evoluzione storica del settore. La questione degli stili di scena come “filtro” è centrale in tutta la trattazione dell’autore, che con una prospettiva gramsciana, riconosce la società civile come corpo politico, parte profonda del potere dello stato, che produce riproduce egemonia culturale e senso comune.

L’impostazione teorica della ricerca restituisce, quindi, alle organizzazioni il potere di concorrere a determinare esiti, azioni e funzioni del terzo settore. Ė nei capitoli centrali dedicati alla restituzione dell’analisi etnografica che Citroni dimostra il potere istituente degli stili di scena praticati dagli individui nel loro associarsi rispetto alle azioni e alle iniziative delle organizzazioni di terzo settore.

L’autore ha svolto mesi di osservazione e partecipazione diretta agli incontri e alle attività di una serie di organizzazioni nel territorio milanese, che sono: Arena, organizzazione di volontariato; due realtà impegnate nell’organizzazione di eventi “Via Padova è meglio di Milano” e il festival “Popolandomi” e l’Associazione Villa Pallavicini. Dell’intensa attività di ricerca nel testo si ritrovano appunti di campo del ricercatore, stralci di conversazioni e descrizioni delle scene e delle persone che prendevano parte nelle organizzazioni, che immergono il lettore ma che lasciano la curiosità e la sensazione che non esauriscano la ricchezza di dati derivanti da una tecnica di ricerca così raffinata.

Nei casi di studio l’autore ha individuato gli stili della militanza, della cittadinanza attiva, della comunità di interesse, del volontariato occasionale e della comunità di identità. Gli stili di scena individuati non sono gli unici possibili e all’interno di una stessa organizzazione possono variare. Tuttavia, complessivamente, la ricerca empirica mostra come i processi trasformativi che storicamente si sono affermati come il diffondersi di nuove forme di partecipazione, che vede in primo piano professionisti e volontari occasionali, la possibilità di nuove forme di azione, come l’organizzazione di eventi, e nuove modalità di rapporti con l’attore pubblico attraverso forme di contrattualizzazione, non generano necessariamente processi ed esiti che snaturano l’azione e le iniziative delle organizzazioni indebolendo il ruolo di “antenne sociali” del territorio, in grado dunque di innovare, anticipare e sperimentare servizi, far emergere nuovi bisogni e rischi sociali.

Particolarmente esemplificativo e da richiamare in questa sede è il caso del festival “Popolandomi” in cui a prevalere sono gli stili del volontariato occasionale e della comunità di identità, cioè un associarsi secondo modalità di partecipazione definite in vista di un obiettivo comune e facendo esperienza di un senso di appartenenza ad una stessa comunità. La combinazione di questi due stili è ciò che ha portato alla riuscita e al successo del festival. Esito che è possibile osservare nel momento in cui l’indagine è calata nell’associarsi e nelle pratiche degli attori e che, al contrario, sarebbe rimasto in ombra prendendo in considerazione solo elementi istituzionali e strutturali come, in questo caso, i processi di contrattualizzazione con l’ente locale e l’ingresso delle organizzazioni del terzo settore ad ambiti non tradizionali e tipicamente sociali, che, invece, mettono in luce altre questioni, come i rischi di mercificazione e depoliticizzazione del settore.

Per concludere, il libro mostra la complessità che caratterizza il terzo settore e la proposta dell’autore, che invita i lettori a tenere in considerazione gli stili ricorrenti di interazione tra persone che si associano, cioè ad affrontare i processi sociali nel loro svolgersi, sicuramente è un percorso promettente che merita di essere approfondito e portato avanti come elemento di riflessione e sviluppo associativo per tutte quelle persone, professionisti e non, che ogni giorno decidono di essere e fare insieme.

Sebastiano Citroni L’ associarsi quotidiano. Terzo settore in cambiamento e società civile Ed. Meltemi.

Il Terzo settore che cambia e la società civile (Associazione) https://pop.acli.it/images/Citroni_cover_terzo_settore.jpg Redazione POP.ACLI